In molte città, a iniziare dalla capitale, la differenziata stenta e le discariche sono piene: l'immondizia invade le strade mentre aumentano le tasse per lo smaltimento. E dietro l'angolo ci sono le pesanti multe dell'Unione europea.
ROMA - E' la classica beffa che arriva dopo il danno. Dal prossimo aprile, come denunciavano nei giorni scorsi Adusbef e Federconsumatori, la tassa sui rifiuti aumenterà del 25% per cento per le utenze familiari con punte anche del 300% per gli esercizi commerciali. Una stangata che arriva non a fronte di un miglioramento del servizio, ma di un'emergenza continua che colpisce molte città del sud senza risparmiare la stessa capitale.Se Napoli e Palermo continuano a dibattersi negli ormai purtroppo consueti problemi, questa volta l'epicentro della crisi si è spostato tra Puglia e Calabria. Disagi molto forti nei giorni scorsi in particolare a Foggia dove in una situazione di storiche carenze si sono aggiunte le minacce della criminalità organizzata. La giunta cittadina, dopo che le strade nei giorni di festa sono state invase da alte colonne di rifiuti, garantisce di aver risolto con un'azione di raccolta straordinaria e lo sblocco della vertenza che impediva l'assunzione di nuovi addetti, ma secondo gli ambientalisti si tratta solo di una soluzione di breve respiro in quanto i problemi di fondo rimangono: "L'emergenza nel tempo è stata costituita dall'esaurimento della discarica poi dal fallimento dell'azienda Amica oggi come l'anno scorso dalla raccolta dei rifiuti in città - denuncia Legambiente - Tutto questo lascia pensare ad una vera e propria strategia per far passare quello che non era lecito: allargamento delle discariche e loro funzionamenti in deroga".
Situazione molto pesante anche a Reggio Calabria, Catanzaro e Lamezia Terme dove nei giorni scorsi le strade sono state sommerse dall'immondizia per la difficoltà delle vecchie discariche di Alli, Pianopoli e della stessa Lamezia Terme ad assorbire i rifiuti prodotti. Della vicenda si sta occupando ora il Commissario regionale per l'emergenza che ha garantito un rapido ritorno alla normalità nel giro di pochi giorni attraverso "soluzioni di continuità per cercare di dare risposte concrete ad una serie di problematiche che di fatto hanno mandato in tilt quasi l'intero sistema di conferimento dei rifiuti". Emergenza nell'emergenza poi a Reggio Calabria, dove lo stesso comune è comissariato per mafia e i dipendenti delle società che si occupano della raccolta sono da tempo senza stipendio, con il risultato che la città, dove la differenziata non funziona, è piena di rifiuti. Così come le vie di molti municipi della Piana di Gioia Tauro i cui sindaci hanno manifestato ieri davanti al temovalorizzatore di contrada Cicerna.
Non degenera ancora, ma è sempre sul limite di esplodere, la gestione dei rifiuti a Roma. Nella capitale si va avanti a colpi di deroghe dopo che la gara per esportare l'immondizia all'estero è andata deserta. L'ultima proroga per continuare a stipare all'inversomile al discarica di Malagrotta è stata concessa dal commissario Goffredo Sottile giovedì scorso, contestualmente alla scelta di Monti Dell'Ortaccio quale sito per il nuovo impianto di conferimento. Scelta che ha scontentato non solo gli abitanti delle due zona (Malagrotta come Monti dell'Ortaccio), subito scesi in strada per potestare, ma anche il sindaco Alemanno e gli ambientalisti, solitamente schierati su fronti opposti.
Soluzioni tampone varate sempre nella logica dell'emergenza che non serviranno a risolvere in maniera radicale il problema. Oltre ai disagi sociali, i rischi sanitari, i prezzi elevatissimi della Tarsu, alla voce "costi dei rifiuti" si rischia di dover presto aggiungere anche le salatissime multe che l'Unione Europea si accinge a farci pagare per la nostra incapacità di ridurre drasticamente il ricorso alle discariche e di evitare l'apertura di siti illegali. Il conto è di 56 milioni di euro "cash", più 256 mila al giorno per ogni giorno di funzionamento delle discariche all'indomani di una seconda sentenza di condanna per Roma da parte della Corte di Lussemburgo.
L'unica vera cura sarebbe quella di spingere al massimo sulla differenziata. Se a Roma si va avanti con il fallimento delle soluzioni spot, pensate per fini propagandistici ma senza vere ambizioni di successo, qualche raggio di sole arriva da Acerra e Bari. Il comune campano simbolo dell'emergenza rifiuti è riuscito sorprendentemente a toccare quota 62%, con un incremento annuale del 52%. Nel capoluogo pugliese, è notizia di ieri, gli albergatori hanno ottenuto invece uno sconto del 60 per cento sulle cartelle della Tarsu grazie a delle cifre record di raccolta differenziata da record: 65 per cento per le strutture con ristorante e 60 per cento per quelle senza.
(30 dicembre 2012)
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