giovedì 20 dicembre 2012

Ue, sì all'esenzione Imu per la Chiesa "Ok per gli immobili non commerciali"

La Commissione europea ha approvato la norma italiana, ma ha dichiarato fuorilegge l'Ici in quanto incompatibile con le regole sugli aiuti di Stato. Il governo, però, non dovrà chiedere nulla al Vaticano perché "oggettivamente impossibile" quantificare. Bagnasco: "Atto di giustizia".

MILANO - La Commissione Ue ha dato il suo via libera al regolamento emendato dell'Imu che prevede l'esenzione per le attività di carattere non economico, giudicando "incompatibili" le precedenti esenzioni Ici alle attività non commerciali. L'Italia non dovrà recuperare gli aiuti concessi tra 2006 e 2011 perché "impossibile".
Secondo Bruxelles, "il precedente sistema italiano di esenzioni all'Ici concesse a entità non commerciali per scopi specifici tra il 2006 e il 2011 era incompatibile con le regole Ue sugli aiuti di Stato". Dopo l'apertura dell'indagine Ue nel 2010, l'Italia "ha ora adottato una nuova tassa", l'Imu, "che non implica aiuti di Stato dal momento che le esenzioni si applicheranno solo agli immobili dove sono condotte attività non economiche". Per questo Bruxelles "ha chiuso" l'indagine.
"Le entità no profit rivestono un importante ruolo sociale, che è riflesso dal regime italiano di imposizione fiscale sugli immobili" ma, ha dichiarato il commissario Ue alla Concorrenza Joaquin Almunia, "quando queste operano sullo stesso mercato degli attori commerciali dobbiamo essere sicuri che non beneficino di vantaggi non dovuti". E le nuove norme Imu, ha sottolineato Almunia, "assicurano che non è questo il caso".
Eccezionalmente, Bruxelles non chiede all'Italia di recuperare gli aiuti illegali concessi negli anni passati in quanto "le autorità italiane hanno dimostrato che in questo caso specifico" l'operazione "sarebbe assolutamente impossibile" in quanto "oggettivamente impossibile" determinare quali parti degli immobili esentati fosse stata usata "esclusivamente" per attività non economiche e quindi "legittimamente" esenti.

La presa di posizione dell'esecutivo comunitario è stata accolta con soddisfazione dal cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, secondo il quale "non è un privilegio particolare" ma "un atto di giustizia, di equità". "Lo abbiamo sempre detto - ha proseguito - la Chiesa sulle attività commerciali ha sempre pagato, sia con la precedente legislazione che con quella attuale, e adesso le cose sono ancora meglio precisate. Il fatto che l'Europa riconosca ed abbia riconosciuto la nuova legislazione, precisata dal governo italiano mi pare un atto di grande equità, di buon senso rispetto alla Chiesa e al mondo no profit in genere ed alla valenza delle attività di carattere sociale".
(19 dicembre 2012)

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