Tutto il Lazio in protesta e l' incontro BondiAlemanno: verifiche struttura per struttura. Nel frattempo il rapporto dell'Asp per il 2011 denuncia un calo ricoveri del 19%.
repubblica.it di ANNARITA CILLIS e LORENZO D'ALBERGO Le proteste si allargano in tutto il Lazio. Sul piatto, però, restano oltre 900 posti letto da tagliare, metà nelle strutture pubbliche. È questa, infatti, la cifra prevista dal commissario per rimettere in sesto, con una serie di altre manovre, la sanità regionale che partiva, due anni fa, da un disavanzo di circa un miliardo e mezzo di euro e dovrebbe arrivare - secondo il bilancio di previsione - a 600 milioni nel 2013. E al pareggio, per il super tecnico del governo, nel 2015. Ma il dato della governatrice uscente, però, non convince Esterino Montino, capogruppo Pd alla Pisana visto che "l'ultimo verbale del tavolo tecnico parla di un disavanzo di 780 milioni".Il capitolo tagli resta, dunque, aperto. E i fronti della protesta, anche. Soprattutto al San Filippo Neri, il più penalizzato, che potrebbe dire addio a 120 posti letto e a neurochirurgia e cardiochirurgia. Come al Cto dove il futuro è incerto: 120 posti da tagliare più altri venti in day surgery. In altre parole: chiusura. Una possibilità che i lavoratori dell'ospedale della Garbatella non voglio neanche prendere in considerazione tanto che oggi si riuniranno in assemblea con i colleghi di San Filippo Neri, Spallanzani, Eastman, Sant'Andrea e Umberto I per presentare un documento contro il piano. Mentre l'ospedale del Trionfale sta organizzando, insieme ai sindacati, un corteo per sabato mattina. Intanto nella tabella di marcia di Bondi ci sono anche 50 posti letto da togliere al San Giovanni, che così rischierebbe di perdere i reparti di geriatria, di medicina dello sport e uno dei due di urologia. Per il San Camillo i letti in bilico sarebbero passati a 20 dai 100 iniziali. Ma nel conteggio rientrerebbero anche i 47 da levare all'Umberto I.
Di numeri parla invece il rapporto 2011 dell'Asp, l'Agenzia di sanità pubblica del Lazio presentato ieri dal quale emerge come la nostra sia una Regione in cui la degenza media supera del 10% quella nazionale, dove cala del 19% il numero dei ricoveri e dove nei pronti soccorso un codice verde aspetta, in media, più di un'ora prima di essere visitato, 30 minuti un codice giallo, e oltre due un codice bianco. Ma per Gianni Nigro della Cgil, bisogna andare oltre i numeri e "leggerci dentro a meno di non volerli strumentalizzare". Sostiene il sindacalista: "L'aumento della degenza media colloca il Lazio al centro, non tra le Regioni virtuose ma neanche tra le ultime. Si può abbassare ma con investimenti sul territorio e soprattutto assistendo prima e dopo il ricovero i malati. A me, però, preoccupa il calo dei ricoveri negli acuti e nella riabilitazione che vuol dire una cosa sola: la gente si cura meno perché ha meno soldi. E questo deve preoccupare anche chi fa i tagli e chi sarà alla guida della prossima giunta".
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