Se il primo Windows per computer IBM compatibili (che adottavano PC-DOS o MS-DOS) ha compiuto 25 anni nel 2011, il primo virus in assoluto che si è diffuso al di fuori dei laboratori è ancora più vecchio, e compie ora 30 anni.
Si chiama Elk Cloner ed è stato scritto nel 1982 per i sistemi Apple II dall'allora quindicenneRich Skrenta, che oggi è CEO della startup che sta dietro al motore di ricerca Blekko.
Rapidamente, però, gli amici erano diventati diffidenti e Skrenta decise di trovare un sistema che gli permettesse di alterare il contenuto di un floppy senza che dovesse alterarli personalmente.
Nacque così l'idea di Elk Cloner, un programma che sarebbe rimasto residente nella RAM del computer in attesa che un disco venisse inserito e, quando questo fosse successo, si copiasse nel settore di boot del disco stesso.
Skrenta impiegò due settimane per realizzare, inassembly, Elk Cloner, che di per sé era sostanzialmente innocuo: ogni cinquantesimo boot del computer faceva apparire una sorta di poesia scritta da Skrenta stesso.
«Funzionava magnificamente» - ha di recente dichiarato Skrenta, ricordando i tempi passati - «e si diffuse ovunque» anche perché allora non esistevano antivirus che potessero rivelarlo, sebbene un modo per accorgersi dell'infezione esistesse.
La schermata che Elk Cloner mostrava ogni 50 riavvii. (Fai clic sull'immagine per visualizzarla ingrandita)
Nonostante i decenni passati da allora, secondo il creatore di Elk Cloner la situazione non è affatto migliorata: se il virus del 1982 sfruttava un bug in uno dei software, ancora adesso un sistema operativo perfettamente sicuro non esiste.
«L'industria degli antivirus mi intristisce» spiega Skrenta. «Dovremmo costruire sistemi più resistenti ai virus per computer anziché affidare le pulizie a un'industria multimilionaria».
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