martedì 4 dicembre 2012

Natale, tra spese e consumi sette italiani su dieci cambiano abitudini. Per 19.000.000 di loro sarà il peggiore

Per 19 milioni di connazionali, secondo un sondaggio realizzato da Confesercenti-Swg dal 2010 questo sarà il peggior Natale dal 2010. 
A risentirne chiaramente sono i consumi: gli italiani, infatti per il mese di dicembre, in totale, spenderanno 36,8 miliardi, vale a dire il 3% in meno rispetto al 2011, quando ne hanno speso 38 miliardi. 
In calo e per la stessa percentuale anche l'effetto delle spese innescate dalla festività: nel 2012 risulta pari a 10,7 miliardi, contro, invece, gli 11 registrati nel 2011.
Parliamo anche di tredicesima per affrontare le spese dei mutui, pagare i debiti, ma c'è da dire, che sono sempre meno coloro che la percepiscono.
Rispetto allo scorso anno sulla tredciesima rileviamo un cambiamento poco confortante: nel 2011 il 23% del campione ha dichiarato che nella propria famiglia nessuno l'ha percepita, quest'anno la percentuale è schizzata al 28%.
Ad ogni modo chi la riceve la destina ad altro: scende di due miliardi la quota destinata agli acquisti, ora a 17 miliardi e 787 milioni, e parliamo di 700 milioni di euro in meno per i regali. 
Circa 11 miliardi e 739 milioni, andranno invece a rimpinguare i risparmi erosi dalla difficoltà economiche: gli italiani, poco certi della possibilità di una rapida ripresa, mettono da parte quasi due miliardi in più rispetto allo scorso anno. 


Circa 12 miliardi che provengono dalle tredicesime, invece, saranno impiegati per far fronte ai mutui e pagare i debiti (+641 milioni sul 2011). Quasi 13 miliardi e mezzo verranno impiegati per le necessità della casa e della famiglia (in calo di 1 miliardo e 314 milioni).
Sempre meno italiani riescono ad arrivare alla fine del mese. 
Non si può dimenticare che, sempre secondo il sondaggio Confesercenti-Swg, dal 2010 al 2012 sale di 8 punti il numero quelli che, con il proprio reddito, raggiungono solo la terza settimana del mese (dal 20% al 28%); crescono invece di 5 punti coloro che riescono ad arrangiarsi fino alle seconda (dall'8% al 13%). 
Cala dal 72% al 59% la percentuale di coloro che ce la fanno fino alla fine del mese. 
Per il 2013 la richiesta più diffusa, pari al 31%, è quella del lavoro, seguita subito dopo da "meno tasse", del 23%, al pari della "riduzione dei costi della politica".

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