Non solo ai normali dipendenti, ma anche ai dirigenti verrà garantito un accompagnamento per uscire anticipatamente dal lavoro. La possibilità non era prevista nella Riforma Fornero. Per le assunzioni, non sarà più obbligatorio attingere alle liste dei lavoratori in mobilità.
repubblica.it MILANO - Sei un dirigente? Ti posso licenziare anche senza ricorrere ai prepensionamenti. Non funzionerà più così e per i vertici delle società, tra le quali si sono canditate anche i colossi di Stato (Enel, Poste e Rai) si potrà stabilire una uscita dal lavoro morbida che passi da una pensione anticipata. Per le assunzioni, invece, le aziende potranno anche non attingere alle liste di mobilità, una sorta di deroga per scavalcare il diritto di precedenza dei lavoratori licenziati. E' quanto prevede il maxiemendamento al Decreto sviluppo, approvato oggi in Senato con il voto di fiducia. La norma permetterà alle aziende che licenziano di riprendere le assunzioni ignorando le liste di mobilità. Si tratta quindi di una deroga alla legge che tutela chi è in mobilità attraverso il diritto di precedenza in caso l'impresa ricominci ad assumere.Ai manager, invece, viene garantito, anche nei casi di licenziamento collettivo, il ricorso ai prepensionamenti, una misura che si aggiunge a quanto previsto dalla riforma Fornero del mercato del lavoro, laddove prevedeva che "nei casi di eccedenza di personale, gli accordi tra datori di lavoro che impieghino mediamente più di quindici dipendenti e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative a livello aziendale possono prevedere che, al fine di incentivare l'esodo dei lavoratori più anziani, il datore di lavoro si impegni a corrispondere ai lavoratori una prestazione di importo
Oltre all'Inps, le misure possono trovare applicazione anche a carico di forme sostitutive dell'Inps. La misura lascia ferma la possibilità di effettuare nuove assunzioni nelle aziende interessate, senza precedenza, nel caso, ai lavoratori in mobilità. La misura era inizialmente prevista in un subemendamento a firma, Maurizio Castro (Pdl), poi non esaminato in commissione ed è stato ripreso nel maxiemendamento del governo. La norma, riferiscono fonti parlamentari, potrebbero essere applicate alle grandi imprese pubbliche come Rai, Enel e Poste. Secondo Castro si tratta di "una misura tipica per le imprese di grandi dimensioni, che hanno la pace sociale nel dna ed hanno disponibilità di coprire costi molto elevati: è uno scivolo più adatto ad Enel che a Fiat". "E' costoso - ha aggiunto Castro - ma è uno strumento interessante per le imprese del dopo-Fornero intenzionate a razionalizzare i propri organici in un clima di confermata coesione sociale. Potrebbe diventare oggetto di contrattazione aziendale attraverso meccanismi di tipo assicurativo".
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