Scelgono di boicottare gli Europei Under 21 di calcio assegnati dalla Uefa a Israele perché sui rettangoli dove i ragazzi palestinesi giocano Israele lancia le sue bombe. L’ha fatto prima del “Pilastro di Difesa” stroncando, agli inizi di novembre, i sogni e l’abilità di Mohamed, Matar e dei due Ahmed. Scrivono sessanta stelle del calcio che guardano il mondo:
"Noi, giocatori di calcio europei, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo di Gaza che vive sotto assedio e a cui sono negate la dignità umana e la libertà. Gli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza, che hanno causato la morte di oltre un centinaio di civili, sono stati un'altra macchia sulla coscienza del mondo. Sappiamo che in data 10 novembre 2012 l'esercito israeliano ha bombardato uno stadio sportivo a Gaza, causando la morte di quattro ragazzi che giocavano a calcio, Mohamed Harara e Ahmed Harara, di 16 e 17 anni, e i diciottenni Matar Rahman e Ahmed Al Dirdissawi. Sappiamo che dal febbraio 2012 due calciatori della squadra Al Amari, Omar Rowis, di 23 anni, e Mohammed Nemer, di 22 anni, sono detenuti in Israele senza capi d’accusa né processo. È inaccettabile che i bambini vengano uccisi mentre giocano. Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo Uefa Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport. Nonostante il recente ‘cessate il fuoco’, i palestinesi sono ancora costretti a sopportare un'esistenza disperata sotto occupazione: devono essere tutelati dalla Comunità Internazionale. Tutte le persone hanno diritto a una vita in dignità, libertà e sicurezza. Ci auguriamo che emergerà finalmente una soluzione giusta”.
"Noi, giocatori di calcio europei, esprimiamo la nostra solidarietà al popolo di Gaza che vive sotto assedio e a cui sono negate la dignità umana e la libertà. Gli ultimi bombardamenti israeliani su Gaza, che hanno causato la morte di oltre un centinaio di civili, sono stati un'altra macchia sulla coscienza del mondo. Sappiamo che in data 10 novembre 2012 l'esercito israeliano ha bombardato uno stadio sportivo a Gaza, causando la morte di quattro ragazzi che giocavano a calcio, Mohamed Harara e Ahmed Harara, di 16 e 17 anni, e i diciottenni Matar Rahman e Ahmed Al Dirdissawi. Sappiamo che dal febbraio 2012 due calciatori della squadra Al Amari, Omar Rowis, di 23 anni, e Mohammed Nemer, di 22 anni, sono detenuti in Israele senza capi d’accusa né processo. È inaccettabile che i bambini vengano uccisi mentre giocano. Il fatto che Israele ospiti il campionato europeo Uefa Under 21, in queste circostanze, verrà visto come un premio per azioni che sono contrarie ai valori dello sport. Nonostante il recente ‘cessate il fuoco’, i palestinesi sono ancora costretti a sopportare un'esistenza disperata sotto occupazione: devono essere tutelati dalla Comunità Internazionale. Tutte le persone hanno diritto a una vita in dignità, libertà e sicurezza. Ci auguriamo che emergerà finalmente una soluzione giusta”.
Fra le firme spiccano i nomi di Kanouté e Hazard del Chelsea, Abou Diaby dell’Arsenal, Papiss Cissé, Cheick Tioté, Sylvain Marveaux, Yohan Cabaye, Demba Ba del Newcastle. Gli fa eco l’amico Eric Cantona, ai suoi tempi star del Manchester United: “Razzismo, diritti umani abusati, enormi violazioni delle leggi internazionali accadono quotidianamente in Israele. E’ tempo di porre fine a queste impunità e insistere per l’applicazione di eguaglianza, giustizia e rispetto delle leggi internazionali. Noi domandiamo con forza”. Domanda rivolta anche alle strutture sportive come l’Uefa che ha deciso di assegnare a Tel Aviv l’organizzazione dell’importante manifestazione sportiva proprio mentre Israele reiterava una delle sue violazioni omicide bombardando la gente di Gaza. Ma un altro campione del passato Michel Platini, presidente dell’Unione calcistica europea, ha aggirato la richiesta sostenendo di “Non poter ritenere le Forze Armate israeliane responsabili per la situazione politica nella regione o per le procedure legali presenti nel Paese. Si sa benissimo che non è punendo e isolando un popolo che si ottengono determinati obiettivi. La soluzione si può trovare attraverso il dialogo”. Il ruolo diplomatico dell’ex calciatore della Juventus è apparso piuttosto a senso unico dato che non presta ascolto alla prolungata protesta avviata da tempo dall’Associazione Calcistica Palestinese. Essa denuncia agli organi sportivi internazionali come non riesca a operare minimamente proprio per le azioni repressive attuate dai militari israeliani. Il Presidente Jibril Rajoub aveva già segnalato a Platini i comportamenti dello Stato d’Israele verso i calciatori palestinesi che risultano in aperto contrasto coi regolamenti della stessa Federazione Internazionale (Fifa).
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