venerdì 31 agosto 2012

Regione Lazio: ai partiti 4 volte più della Camera

Numeri finora sconosciuti emersi grazie alla pubblicazione del bilancio sul sito Internet dei Radicali.


corrieredellasera.it Sergio Rizzo
ROMA - Da destra a sinistra non c'è chi non abbia invocato più trasparenza sui soldi pubblici destinati alla politica. Ma di passare ai fatti non se ne parla proprio. Se si eccettuano, naturalmente, alcune meritorie iniziative purtroppo isolate.
La sede della Regione Lazio (Lapresse)Qualche settimana fa il gruppo radicale al Consiglio regionale del Lazio presieduto dall'avvocato Giuseppe Rossodivita ha pubblicato sul sito internet il proprio bilancio. Un documento impressionante, che illumina un angolo del capitolo costi della politica finora tenuto accuratamente all'oscuro. Ovvero, i contributi che le Regioni erogano ai gruppi «consiliari».
Nel 2011 il Consiglio regionale del Lazio ha versato al gruppo radicale, composto da due persone, 422.128 euro. Dividendo a metà questa somma si può dedurre che ogni singolo consigliere abbia avuto lo scorso anno a disposizione 211.064 euro. Oltre, naturalmente, a stipendio, diaria, annessi e connessi. Un paragone con i contributi ai gruppi parlamentari della Camera rende bene l'idea delle dimensioni.

La presidente della Regione, Renata Polverini (Imagoeconomica)
Nel 2011 sono stati pari a 36 milioni 250 mila euro, cifra che divisa per i 630 onorevoli dà 57.539 euro. Morale: i gruppi politici del Consiglio regionale del Lazio incassano contributi quasi quadrupli rispetto a quelli di Montecitorio. Proiettando i 211.064 euro procapite sulla platea dei 71 consiglieri, si ha la strabiliante somma di 15 milioni. Esattamente 14 milioni 985.544 euro. L'anno, e per una sola delle 20 Regioni italiane. Questo, almeno, dicono i numeri.

Il piano di Cerroni: «Discarica per tre anni» E a Monti dell'Ortaccio «asciugano» il lago


Il laghetto a Monti dell'Ortaccio (Jpeg)

Il progetto per il nuovo sito per i rifiuti della Capitale, scelto da Sottile. Mezzi al lavoro per rimuovere l'acqua.

ROMA - Dopo la denuncia, le autobotti. Intorno al laghetto di Monti dell'Ortaccio, svelato dal Corriere della Sera , ieri c'era un gran via vai. Una carovana di autobotti che, all'interno della proprietà di Manlio Cerroni, portavano via l'acqua da quello che dovrebbe diventare - secondo le indicazioni del commissario Goffredo Sottile - il sito provvisorio dei rifiuti del dopo-Malagrotta.
Il movimento non è passato inosservato agli abitanti che si battono contro la nuova discarica: «Nell'ennesimo sopralluogo - raccontano Augusto Santori e Marco Giudici, consiglieri Pdl del XVI e XV Municipio - svolto con i rappresentanti del "Popolo della Nebbia" (uno dei comitati dei cittadini, ndr ) abbiamo notato qualcosa di incredibile e grottesco: le autobotti impegnate nel prosciugamento dei laghi». Acqua non piovana, secondo i residenti, ma che arriva «dai pozzi e dalle vene acquifere che servono anche le case per gli usi domestici».

Carrello della spesa più caro

Codacons: il Governo estenda social card. Aumentano di più i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, ovvero quelli che compongono il cosiddetto carrello della spesa: ad agosto su base mensile +0,4%.

rainews24,it Roma, 31-08-2012

Accelera al 3,2% ad agosto il tasso di inflazione annuo, dal 3,1% registrato a luglio. E' quanto emerge dalla stime preliminari Istat sui prezzi al consumo. L'inflazione acquisita per il 2012 sale così al 3,%. Pesa il caro benzina: al netto dei soli beni energetici, il tasso di crescita tendenziale dell'indice dei prezzi al consumo si porta al 2,2% (+2,3% nel mese precedente).
Sui prezzi pesa il caro benzinaCarrello spesa più caro
Aumentano di più i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori, ovvero quelli che compongono il cosiddetto carrello della spesa: ad agosto su base mensile +0,4%, con il tasso di crescita su base annua che accelera al 4,3% dal 4% di luglio.
Codacons: carrello più caro di 628 euro per una famiglia di 4 persone
E' la stima fornita dal Codacons che commenta i dati Istat sull'inflazione. "Tradotto in termini di costo della vita - aggiunge il Codacons - significa che, su base annua, una famiglia di 3 persone spendera', solo per fare la spesa di tutti i giorni, 581 euro in piu', mentre per una famiglia di 4 persone la stangata sara' di 628 euro all'anno. Una pensionata vedova spendera' 348 euro in piu' all'anno, 29 euro in piu' al mese che certo non arriveranno dalla rivalutazione della pensione".
Social card per 8 milioni "E' evidente - conclude il Codacons - che in queste condizioni il rifinanziamento della social card deciso dal Governo Monti suona come una presa in giro, dato che andrebbe ormai data ad almeno un terzo delle famiglie italiane mentre fino ad ora la social card non ha mai nemmeno raggiunto la platea preventivata al momento della sua istituzione, ossia 1 milione e 300 persone. Per questo l'associazione invita il Governo Monti, se non vuole fare spot elettorali e provvedimenti annuncio, ad indirizzare la social card almeno alle famiglie ufficialmente registrate dall'Istat come relativamente povere, ossia l'11,1% delle famiglie, pari a 8 milioni e 173.000 persone".

Il lavoro che c'è è precario, il Sud precipita

Record di contratti a tempo: 3 milioni

rainews24.it Roma, 31-08-2012
---Nel secondo trimestre 2012 i lavoratori dipendenti a termine sono 2 milioni 455 mila, il
livello più alto dal secondo trimestre del 1993 (inizio serie storiche). Lo rileva l'Istat, aggiungendo che sommando i collaboratori (462 mila) si arriva a quasi tre milioni di lavoratori precari.
A luglio 2012, secondo i dati provvisori destagionalizzati, il numero degli occupati e' pari a 23 milioni 25 mila, invariato sia nel confronto con il mese precedente sia in termini tendenziali. L'Istat aggiunge che la stabilita' dell'occupazione è sintesi del calo della componente maschile e dell'aumento di quella femminile.
Il tasso di disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni è salito, nel secondo trimestre, al 33,9% dal 27,4% del secondo trimestre del 2011. Lo ha comunicato l'Istat spiegando che il tasso di disoccupazione degli under 24 ha toccato, nel secondo trimestre 2012, un record storico attestandosi ai massimi livelli dal secondo trimestre del 1993.
Nel Mezzogiorno quasi una giovane su due è disoccupata tra coloro che partecipano attivamente al mercato del lavoro. Nel secondo trimestre del 2012, infatti, il tasso di disoccupazione tra le 15-24enni del Sud ha toccato il picco del 48%.

Spunti di ‘critica preveggente’ nel Capitolo VI inedito di Marx

Quando si legge il Capitolo VI Inedito avendo già studiato il Libro I de Il Capitale, si è colpiti dalla potenza teorica e dalla chiarezza dell’esposizione di alcuni concetti che, quasi nel medesimo periodo, Marx costruiva, non altrimenti ma con altra intonazione, nel Libro I appunto.

Fonte: Uninomade 2.0 | Autore: TONI NEGRI
Non è solo su questa potenza teorica che noi vorremmo qui intrattenerci, vorremmo anche mostrare che la rilevanza del Capitolo VI Inedito consiste nel fatto che qui alcuni di quei concetti divengono la sorgente di importanti sviluppi della critica politica marxiana e permettono di cogliere, meglio, di orientare dei dispositivi teorici per una migliore comprensione del capitalismo contemporaneo. Infatti Marx qui sopravanza spesso la sua propria capacità di illustrare i perversi meccanismi dello sfruttamento capitalista e, mentre vede la tendenza svilupparsi, egli sembra collocarsi (teoricamente) nell’a-venire della lotta di classe contro il capitale. (Qui di seguito citiamo da K. Marx Il Capitale: Libro I, capitolo VI inedito. Risultati del processo di produzione immediato, La nuova Italia, Firenze, 1969 – trad. Bruno Maffi; prima ed. tedesca Arkhiv Marska i Engel’sa, tomo II (VII), 1933, pagg. 4 – 229. Vedi poi K. Marx, Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, 2 vol., trad. Enzo Grillo; La nuova Italia, Firenze, 1968-70; K. Marx,Teorie sul plusvalore, trad. G Giorgetti, Editori Riuniti, Roma, 1971.)
I capitoli nei quali questa “preveggente critica” si costruisce, sono essenzialmente quelli che riguardano la definizione del plusvalore assoluto e relativo (con annessa considerazione dello sviluppo delle tecnologie e del macchinismo) e che di conseguenza elaborano le categorie di “sussunzione formale” e “reale”; quelli nei quali si costruiscono i concetti di “lavoro produttivo” e “lavoro improduttivo” e si insite sulla posizione e funzione della scienza all’interno del processo di valorizzazione del capitale; e in fine quelli che toccano il concetto e la misura della produttività del capitale e forse afferrano, scavando nell’estensione e nella densità sociali dello sfruttamento capitalista, l’immagine di un soggetto rivoluzionario che illumina l’orizzonte contemoporaneo. Qui di seguito non si cercherà tanto di approfondire l’analisi di questi passaggi del Capitolo VI Inedito, quanto di sottolineare in che maniera essi aiutino ad allargare fino ai nostri tempi, all’epoca del capitalismo postindustriale, la potenza della critica marxiana.

L’autoritarismo politico e il capitalismo da casinò

Gli Stati Uniti sono entrati in una nuova era storica marcata da un crescente disinvestimento dallo stato sociale, dai beni pubblici e dalla moralità civica. Le questioni di politica, potere, ideologia, governo, economia ora si traducono, senza alcun tono di scusa, in un disinvestimento sistemico dalle istituzioni e dalle politiche che favorisce il crollo delle sfere pubbliche che tradizionalmente assicuravano condizioni minime di giustizia sociale, dissenso e espressione democratica.


Fonte: Z net Italy | Autore: Henry A. Giroux
Il neoliberalismo, o quello che potrebbe essere chiamato il capitalismo da casinò, è diventato la nuova normalità. Sfrontato nella sua pretesa di potere finanziario, autoregolamentazione e della sopravvivenza del sistema di valori dei più adatti, il neoliberalismo non solo erode la cultura formativa necessaria per produrre cittadini critici e le sfere pubbliche che li nutrono, esso facilita anche le condizioni per produrre un bilancio della difesa e un sistema industrial-carcerario rigonfi, degrado ambientale e l’emergere della “finanza come un’industria criminalizzata e canaglia” [i]. E’ chiaro che un autoritarismo emergente infesta una democrazia sdentata ora modellata e strutturata in larga misura dalle grandi imprese. Il denaro domina la politica, il divario tra i ricchi e i poveri sta esplodendo, gli spazi urbani stanno diventando campi di battaglia, il militarismo sta strisciando in una sfaccettatura della vita pubblica e le libertà civili sono fatte a brandelli. La politica neoliberista della competizione ora domina le politiche che definiscono le sfere pubbliche, come le scuole, consentendo che esse siano spogliate del progetto civico e democratico e siano trasferite alla logica del mercato. Disgraziatamente non è la democrazia bensì l’autoritarismo che resta in ascesa negli Stati Uniti mentre ci inoltriamo nel ventunesimo secolo.

«Questi non sono tempi normali»

Si delinea con precisione il compromesso sugli strumenti per gestire la crisi della moneta unica. Via libera alla Bce «indipendente» per azioni «non convenzionali», e stretta sul fondo salva-stati. Mario Draghi, presidente della Bce, si rivolge ai tedeschi: «Nel rispetto del mandato, quando ci sono timori irrazionali possono rendersi necessarie misure eccezionali» Francoforte non è «un’istituzione politica ma è consapevole delle sue responsabilità»

 
  Fonte: il manifesto | Autore: Francesco Piccioni
Una dote va sempre riconosciuta a Mario Draghi: la capacità di volare molto più alto della media dei protagonisti della politica europea. Cìò non vuol dire naturalmente trovarsi d’accordo, ma concordare sul «livello» di riflessione che la crisi dell’euro deve mettere in moto. In chi ha sposato in pieno questo modello di costruzione dell’edificio europeo, come in chi lo contesta.
Il suo intervento pubblicato dal Die Zeit ed esplicitamente rivolto ai tedeschi (i quali dovranno nei prossimi giorni digerire dalla Bce misure «non convenzionali» che guardano con infinita preoccupazione) straccia con un colpo d’ala il chiacchiericcio inconcludente e iper-nazionalistico che ha fin qui caratterizzato il dibattito sull’euro, sui paesi «cicala» e quelli «formica». Non è un discorso in difesa del suo operato come presidente della Bce, ma in attacco verso classi dirigenti «puramente nazionali», ossessionate soprattutto dalla propria rielezione e perciò capaci soltanto di proporre «scelte aut/aut: o torniamo al passato o avanziamo nel processo di costruzione europea».
Al passato non si torna più, avverte.

Problemi a sinistra. Il Pd espelle la Fiom (dalle feste, per ora)


Problemi a sinistra. Il Pd espelle la Fiom (dalle feste, per ora)
Problemi “a sinistra”. E' esplosa la polemica tra Fiom e Pd, nonostante lo storico rapporto tra i principali esponenti di questa categoria e Nichi Vendola. A quanto pare tra le condizioni poste dal Pd per cenetare l'intesa elettorale col governatore pugliese c'è il silenziamento sui problemi del lavoro. Se n'era avuta la prova evidente nella vicenda dell'Ilva, in cui era intervenuto sostanzialmente per smorzare le contestazioni e permettere al governo di andare avanti col suo progetto, peraltro contro la magistratura. La riconferma di un'allenza subordinatissima si è avuta con la sortita di Bersani su "Grillo fascista", che ha visto Vendola pensoso pensare che "beh, sì, in un certo senso è vero". In un'alleanza tra pari non ci sarebbe tutto questo bisogno di mostrarsi d'accordo con qualsiasi stronzata venga detta dall'alleato.

Il "piano Balduzzi" fucilato in casa


Il "piano Balduzzi" fucilato in casa
Nemmeno i fan più sfegatati del governo Monti sono riusciti a mandar già il piano con cui il ministro della salute Balduzzi pretendeva di "rieducarci" a forza di tasse.

Il Consiglio dei ministri  fissato per venerdì prossimo dovrà probabilmente cancellare grosse parti del "decretone", facendone o un "decretino" (anche come giudizio...) o un'altra cosa. Ma la riunione potrebbe essere addirittura rinviata. Ieri infatti, in sede di preconsiglio, alcuni dicasteri hanno sollevato dubbi di costituzionalità, di merito e di copertura.
In particolare, l'Economia ha mostrato perplessità sulla parte del provvedimento che introduce una stretta sui giochi, perché si tradurrebbe in una diminiuzione delle entrate per lo Stato (come si vede, la "morale" deve immediatamente cedere il passo alle superiori ragioni del Bilancio...). Spetta ora a Mario Monti decidere se spacchettare il testo (in un decreto e in un ddl) o se rinviare il dossier. 

Grecia. Novartis sospende le forniture di farmaci


Grecia. Novartis sospende le forniture di farmaci
Le multinazionali, si sa, non hanno il cuore tenero. Ma Novartis dimostra di essere la peggiore.

L'autunno è arrivato e in Grecia sarà sicuramente caldo dopo i nuovi tagli - tra gli 11,5 e i 13,5 miliardi - che entro martedì prossimo dovrà presentare il governo di Samaras. Tra lo sciopero di 48 ore dei dipendenti pubblici locali e le proteste dei farmacisti, i tre leader che sostengono il governo (Samaras, Venizelos e Koubelis), insieme con il ministro della Finanze Stournaras, hanno cercato invano ieri di trovare un accordo sui tagli, vista la paura di aggravare le ferite della classe media e dei ceti sociali che si sono impoveriti drammaticamente negli ultimi tre anni.
Sul tavolo un taglio dei cosiddetti «stipendi speciali» del settore pubblico: polizia, militari, diplomatici, magistrati e perfino clero ortodosso. Finora sono stati risparmiati ma nel secondo memorandum è scritto che questi salari dovranno calare almeno del 12%. Il governo pensa a un taglio modulare che andrebbe da -6% per i poliziotti fino a -20% per preti e ambasciatori. Allo studio anche l'abolizione totale di tredicesima e quattordicesima e il taglio delle pensioni degli agricoltori.

Arafat, arriva "troppo tardi" inchiesta francese


Arafat, arriva "troppo tardi" inchiesta francese
Questo é il giudizio della gente nei Territori occupati. Il governo israeliano non si mostra preoccupato dai sospetti, anzi sottolinea che é "una questione interna palestinese".
* Nena News 30 agosto 2012
L'apertura di una inchiesta da parte dei giudici francesi sulla morte misteriosa del leader palestinese Yasser Arafat, avvenuta in un ospedale di Parigi nel novembre 2004, soddisfa il presidente dell'Anp Abu Mazen. Allo stesso tempo non spaventa Israele, sospettato dai palestinesi (e non solo) di aver avvelenato Arafat, all'epoca tenuto (di fatto) confinato nel suo ufficio alla Muqata di Ramallah, su ordine del premier Ariel Sharon. Per il governo israeliano si tratta di «un affare interno palestinese». «È possibile che alcuni responsabili palestinesi lo abbiano eliminato per poi accusare Israele», ha detto il vice primo ministro Moshe Yaalon. Molto prudenti sono stati invece i commenti fatti dal portavoce governativo Yigal Palmor, mentre Dov Weissglass, ex braccio destro di Sharon, ha escluso categoricamente che Israele sia coinvolto nella morte di Arafat. «Perché ucciderlo, ormai era emarginato e irrilevante», ha spiegato Weissglass.

Sos Terra, fra mezzo secolo ci serviranno due pianeti

Mathis Wackernagel
Era solo il 22 agosto, e la Terra aveva già “bruciato” le riserve per tutto l’anno. Di questo passo, fra mezzo secolo ci serviranno due pianeti. Abbiamo già consumato i beni naturali che il pianeta è in grado di rigenerare in un anno intero. E dire che appena 25 anni fa, nel 1987, la data fatidica dell’“Overshoot Day” era il 19 dicembre. «Per sostenere i nostri elevati consumi, abbiamo liquidato le riserve di risorse e abbiamo permesso che la Co2 si accumulasse nell’atmosfera», avverte il Global Footprint Network di Londra, che da un quarto di secolo calcola il deficit ecologico planetario. Atteggiamento miope e pericoloso, segnalano gli scienziati, che non tiene conto di un aspetto fondamentale: «Mentre le economie, la popolazione e la domanda di risorse crescono, le dimensioni del nostro pianeta rimangono le stesse».
Urgono cambiamenti, perché «vivere in una situazione di “Overshoot” non è sostenibile nel lungo termine». Scarsità idrica, desertificazione, ridotta produttività dei campi coltivati, collasso degli stock ittici e cambiamenti climatici: sono solo alcuni degli effetti del sovra-consumo di risorse che caratterizza gran parte delle economie globali, spiega Andrea Bertaglio sul “Fatto Quotidiano”. Una tendenza pericolosa che, dal 1961 ad oggi, ha progressivamente aumentato, fino a raddoppiarlo, l’impatto delle attività umane sull’ambiente naturale. I ricercatori inglesi pesano il rapporto fra la biocapacità globale (ossia l’ammontare di risorse naturali che la Terra è in grado di generare ogni anno) e l’impronta ecologica (la quantità di risorse e di servizi che richiede l’umanità). Il “debito ecologico” era iniziato già negli anni ’70 del ‘900, e non ha fatto che peggiorare. «Ci stiamo spostando su un livello di domanda di risorse non sostenibile, e molto prima che l’anno sia finito», ribadisce l’istituto londinese di ricerca.

Ortaggi km-zero dai contadini, vola la spesa alternativa

frutta e verdura
Dalle vendite “porta a porta” ai gruppi di acquisto solidale (Gas) fino alla spesa a chilometri zero, direttamente dal produttore. Con la crisi, vola la spesa alternativa: in netta controtendenza rispetto a quella tradizionale. È quanto emerge da una analisi della Coldiretti dalla quale si evidenzia che parallelamente agli acquisti a domicilio aumenta anche chi preferisce fare la spesa direttamente dai produttori nelle aziende agricole o nei mercati di “Campagna amica” dove hanno fatto la spesa oltre 9 milioni di italiani. Una tendenza positiva – sottolinea la Coldiretti – come quella registrata dalla vendita del cibo a domicilio, che ha chiuso il 2011 con un aumento del giro d’affari del 3,4% rispetto al 2010, assestandosi sugli oltre 223 milioni di euro.
Sono oltre 800 i “Gas” presenti lungo tutto il territorio nazionale, anche se una maggiore concentrazione si segnala in Lombardia, Toscana, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Negli ultimi tre anni – continua l’associazione dei coltivatori – sono peraltro raddoppiati i gruppi di acquisto formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose, ma soprattutto per garantirsi la qualità degli acquisti. Accanto a queste realtà che dispongono di una vera e propria struttura organizzativa, aggiunge sempre la Coldiretti, si contano decine di migliaia di iniziative spontanee che “nascono e muoiono” in continuazione nei palazzi, nei posti dilavoro, nei centri sportivi e ricreativi sulla base di semplici accordi verbali. Un crescente numero di gruppi di acquisto nasce in realtà per assicurarsi l’origine e la genuinità dei prodotti che si portano in tavola. 

Marinaleda, l’oasi rossa che sfida la crisi

Questa cittadina in Andalusia non conosce disoccupazione e prospera all’ombra della sua cooperativa agricola. Mentre la politica d’austerity imperversa in tutta la Spagna, il sindaco della città, Juan Manuel Sanchez Gordillo, si è messo alla testa di un movimento di resistenza popolare.

di Luis Giménez San Miguel, Público Madrid, 29 agosto 2012, da presseurop.eu


In questi ultimi giorni Juan Manuel Sánchez Gordillo ha fatto notizia in prima pagina su tutti i giornali per aver condotto una “espropriazione forzata” di alcuni prodotti alimentari – distribuiti poi ai più bisognosi – in parecchi supermercati, affiancato dai suoi amici del Sindacato andaluso dei lavoratori (Sat). Ciò dimostra che quest’uomo è un dirigente assai singolare nel contesto della classe politica spagnola.

Sánchez Gordillo è un dirigente storico del Sindacato dei lavoratori agricoli (Soc), nucleo portante dell’attuale Sat. Inoltre, dal 1979, è sindaco di Marinaleda, una piccola località di circa tremila abitanti nella regione di Siviglia. Là, grazie alla partecipazione e al sostegno di tutti gli abitanti, ha dato il via a un’esperienza politica ed economica originale, che ha fatto di questa cittadina una sorta di isola socialista nella campagna andalusa.

Corsi e ricorsi


 Fecondazione assistita: No ai trattamenti per le donne obese o fumatrici

ilmanifesto Micaela Bongi
Ecco qui, anche dietro al governo «tecnico», la vecchia politica italiana dura a morire. Non quella delle «solite facce» sulle quali ci si accapiglia in lungo e in largo sorvolando sui contenuti (Grillo non ha speso una parola sull'ultima sentenza della Corte di Strasburgo, e del resto finora non lo ha fatto neanche Bersani). Ma quella che, su alcune questioni cosiddette «non negoziabili», chiunque risieda a palazzo Chigi continua a essere dettata dalle gerarchie cattoliche, trovando terreno più che fertile. 



Una scelta tecnica. Un atto scontato e pressoché dovuto, perché è consuetudine di uno stato difendere le sue leggi davanti alle Corti europee. Potrebbe chiudersi qui, senza troppe polemiche, la discussione sull'opportunità, da parte del governo Monti, di presentare ricorso contro la sentenza della Corte europea dei diritti umani sulla fecondazione assistita. Non è questo il caso, purtroppo. Gli argomenti con i quali il ministro della salute Renato Balduzzi sostiene la necessità del ricorso, fanno capire che di scelta politica - e ideologica - si tratta. Il ministro si aspetta che anche l'ordinamento del Consiglio d'Europa riconosca «il bilanciamento tra la soggettività giuridica dell'embrione, la tutela della salute della madre e altri valori, principi e interessi coinvolti». E ritiene che la legge sulla fecondazione assistita potrebbe sì essere modificata, e anche con l'apporto del governo, altroché. Ma solo se ciò servisse a «riaffermare il no a una deriva verso soluzioni di tipo eugenetico».

Caro libri, ennesima stangata per le famiglie Edizioni nuove e digitali: la storia non cambia

Due decreti ministeriali impongono alle scuole di adottare "testi in formato misto ovvero scaricabile da Internet". Gli insegnanti hanno dovuto cambiarli o ordinare l'acquisto della versione aggiornata con il conseguente rincaro della spesa per i genitori rispetto al 2011. Il Codacons: "Ennesimo salasso per le tasche degli italiani, aggravato dal passaggio al multimediale". Ed è corsa ai mercatini dell'usato.

Caro libri, ennesima stangata per le famiglie Edizioni nuove e digitali: la storia non cambia repubblica.it di LINDA VARLESE

L'INIZIO DELLA SCUOLA si annuncia come l'ennesima stangata per le tasche delle famiglie italiane. Secondo un'indagine del Codacons infatti ogni nucleo quest'anno spenderà mediamente 100 euro in più rispetto al 2011, comprensivi dell'acquisto di libri e del corredo scolastico. Ma sono i testi scolastici a pesare di più: si calcola infatti che la spesa sarà in media di circa 80 euro superiore a quella dell'anno precedente.

La ragione di questo aumento sui libri, secondo l'associazione di consumatori, dipende non tanto dallo sforamento dei tetti stabiliti dal ministero ("che avviene ogni anno" sottolineano dal Codacons) quanto dall'entrata in vigore, a partire da quest'anno, del divieto di utilizzare testi esclusivamente a stampa. Le istituzioni scolastiche, per i decreti n. 42 e 43 dell'11 maggio 2012, devono obbligatoriamente adottare "esclusivamente libri di testo in formato misto ovvero interamente scaricabili da Internet". Un processo di innovazione irreversibile, che tuttavia costerà caro: "Il provvedimento sul lungo termine può avere effetti positivi, ma nell'immediato non fa che tradursi nell'ennesimo rincaro a danno degli italiani" dicono dal Codacons. Infatti, a fronte della nuova normativa, gli insegnanti sono stati costretti a cambiare libro di testo perché non tutte le case editrici si sono adattate alle nuove regole, o comunque a dover cambiare l'edizione del libro, scegliendo la più aggiornata, quella per intenderci che comprende anche i contenuti multimediali.

giovedì 30 agosto 2012

Minisindaci, no discarica Valle Galeria

Contro sito Monti Ortaccio si muove anche Camper speranza

(ANSA) - ROMA, 29 AGO - ''L'avevamo detto da tempo: la Valle Galeria non puo' ospitare una nuova discarica. Le certezze di Clini e Sottile si scontrano con la realta', la realta' delle falde acquifere in zone''. Lo dicono i presidenti dei municipi Roma XV e Roma XVI, Gianni Paris e Fabio Bellini. Per opporsi alla discarica a Monti dell'Ortaccio indicata dal commissario Goffredo Sottile, i comitati dei residenti hanno allestito anche un 'camper della speranza' che fa presidi itineranti nella Valle Galeria.

Miliardi di aiuti e operai a casa. Il mercato drogato delle rinnovabili

Il caso della Solsonica, che al termine della lunga bolla degli incentivi si ritrova in ritardo sul mercato rispetto alla concorrenza cinese ed è costretta a lasciare in cassa integrazione 222 dipendenti. Mentre altri 130 interinali hanno perso il lavoro da un giorno all'altro.

ilfattoquotidiano.it di
fotovoltaico_interna

Incentivi pubblici, profitti privati, futuro dell’occupazione. La crisi che attanaglia il settore del fotovoltaico, l’energia pulita prodotta dai pannelli solari, mette in gioco tutto questo e mette in risalto l’assenza cronica di politica industriale che non sia a breve gittata e per interessi mirati.
   LA SOCIETÀ leader del settore, la Solsonica di Rieti, ha attivato la cassa integrazione per i suoi 222 dipendenti. Una cassa integrazione a rotazione che per 16 figure professionali sarà a zero ore mentre i 130 lavoratori interinali, chiamati con contratti a tempo determinato, sono rimasti senza lavoro da un giorno all’altro. E’ una delle tante crisi aziendali, come altre dimenticata, nel cuoro di un grande polo industriale sul viale del tramonto. Viali illuminati, piste ciclabili, pulita e ordinata la zona industriale, che da Rieti si sposta verso Cittaducale, ormai si sta popolando di centri commerciali sempre più grandi e di capannoni su cui sempre più spesso appare il cartello “vendesi”. “In dieci, quindici anni – spiega Luigi D’Antonio, segretario provinciale della Fiom – dai circa 10 mila lavoratori impiegati siamo passati a meno della metà”. E non bastano certo le insegne luminose dei vari Trony per rimpiazzare la forza lavoro perduta.

Sulcis "Siamo disperati", minatore si ferisce al polso



Durante il quarto giorno di occupazione dei pozzi di Nuraxi Figus, Stefano Meletti si è procurato un taglio sull'avambraccio davanti ai cronisti a 400 metri di profondità. Il sottosegretario De Vincenti: nessuno sarà lasciato solo. Venerdì vertice a Roma


di rassegna.it
Dimesso nella serata del 29 agosto dall'ospedale Sirai di Carbonia Stefano Meletti, il minatore della Rsu della Uil che durante il quarto giorno di occupazione dei pozzi di Nuraxi Figus si è ferito a un avambraccio davanti ai cronisti, convocati in conferenza stampa a 400 metri di profondità. Le sue condizioni sono buone, fa sapere la direzione sanitaria del Sirai. All'uomo sono stati praticati dieci punti di sutura, poi è stato trattenuto in ospedale per ulteriori accertamenti. A Meletti è arrivata nel pomeriggio la solidarietà dell'assessore regionale dell'Industria, Alessandra Zedda. 'Comprendo le difficoltà e le incertezze che stanno affrontando in questo periodo di crisi i lavoratori e le loro famiglie, ma mi auguro - ha sottolineato l'esponente della Giunta - che anche nei momenti di tensione prevalga la calma e il senso di responsabilità. La Regione - ha assicurato l'assessore - e' al fianco dei lavoratori e compirà tutte le azioni in suo potere per sostenere presso le istituzioni governative lo sviluppo e l'occupazione del territorio".
Intanto la protesta prosegue. "Le notizie che arrivano da Roma non sono confortanti - dichiarano le Rsu -, perché il governo non sembra voler prendere in considerazione il progetto di rilancio. A questo punto siamo pronti a nuove azioni di lotta, più eclatanti, anche fuori da Nuraxi Figus".

Fiat, settembre di cassa integrazione

L'azienda comunica ai sindacati nuovi giorni di stop produttivo sia a Termoli sia a Pomigliano. Riapre il sito di Cassino, dove però si lavorerà solo tre giorni alla settimana e negli altri due gli operai saranno a riposo forzato.


Fiat, settembre di cassa integrazione (immagini di Maurizio Minnucci)di rassegna.it 
Ripresa a singhiozzo per la produzione di auto in casa Fiat. La direzione ha comunicato ai sindacati che a settembre ci saranno due settimane di stop nello stabilimento di Pomigliano d'Arco (Napoli). Il motivo addotto dal Lingotto è sempre il solito: la crisi del mercato dell'auto. I dipendenti saranno in cig ordinaria dal 24 al 28 settembre e dall'1 al 5 ottobre. Stesso discorso per la fabbrica di Termoli, che sarà ferma a fine mese (dal 24 al 29) per gli operai del settore motori 8 e 16 valvole, mentre per l'unità cambi il riposo forzato sarà di tre giorni, dal 24 al 26. Riaprono i cancelli dello stabilimento di Cassino, dove però restano vivi tutti i dubbi sul futuro anche se, almeno per il momento, sembra smentita l'ipotesi di un accorpamento con Pomigliano. In ogni caso da settembre sito laziale lavorerà solo tre giorni alla settimana, mentre negli altri due gli operai saranno in cassa. "Restano incertezze sul futuro - ha detto il segretario generale della Fiom del Lazio, Canio Calitri - la Fiat non ha annunciato nuovi modelli, mentre continuerà la cassa integrazione. Noi chiediamo un confronto vero sul piano industriale e sollecitiamo il governo a costringere l'azienda a sedersi a un tavolo di confronto". "La nuova cassa integrazione annunciata a Pomigliano non ci stupisce. È evidente che le previsioni erano troppo ottimiste, ci dispiace che il conto lo paghino i lavoratori". Così Giorgio Airaudo, segretario nazionale della Fiom. "A Pomigliano - ricorda il sindacalista - c'è una sentenza che aspetta di essere eseguita e noi stiamo agendo. È scandaloso che la politica non se ne occupi. E la cassa integrazione non può essere l'alibi per non sanare discriminazioni che vanno sanate".

mercoledì 29 agosto 2012

Crisi, Ferrero PRC: svolta a sinistra per l’uscita di sicurezza

Intervista al segretario del Partito della Rifondazione comunista


Fonte: televideoitalia | Autore: Massimo Piacentini

Quanto è importante il racconto della crisi?
 Molto, se si tiene nel conto il suo impatto sulla rappresentazione della realtà; se si vede in esso un potente strumento politico. “Oggi abbiamo a che fare con delle vere e proprie menzogne, come ad esempio la questione della speculazione finanziaria sul debito pubblico. Essa investe solo i paesi dell'euro e non è causata dai debiti pubblici come ci viene raccontato, ma dal fatto che la Bce è l'unica banca centrale del mondo che presta i soldi alle banche private, cioè agli speculatori, e non agli stati”. Tanto per essere chiari. Il segretario del Prc, Paolo Ferrero, inizia a parlarci così del suo ultimo libro. “Ma oltre alle balle, chi detiene il potere usa modi di pensare radicati nei costumi della gente per giustificare tagli allo stato sociale, aumento della precarietà e riduzione dei salari. Faccio un esempio: mia madre ha vissuto la guerra e la fame. Se pensa alla crisi pensa alla scarsità e dice che bisogna tirare la cinghia. Ma se la gente normale continua a tirare la cinghia la crisi si aggrava, perché ci saranno meno soldi, si spenderà di meno e continueranno i licenziamenti. Noi siamo dentro una grande ricchezza polarizzata: i ricchi hanno troppi soldi, mentre larga parte della popolazione arriva con difficoltà a fine mese. Perciò, la cinghia bisogna farla tirare ai ricchi e non ai lavoratori”.

"Il futuro deve essere senza spreco" L'appello del Last minute market.

Un appello di personalità di tutto il mondo in occasione del forum patrocinato dalla Fao in corso a Stoccolma. "Circa a un terzo dell'intera produzione mondiale, pari 170-180 kg pro capite, finisce in discarica".

Di seguito l'appello contro lo spreco di cibo e acqua a firma di Jan Lundquist, Andrea Segrè, Valentin Thurn e altri scienziati in occasione della World Water Week in corso a Stoccolma, evento internazionale sul futuro della risorsa acqua a livello globale organizzato da Stockholm International Water Institute (SIWI) e dalla FAO. Segrè, presidente di Last minute market, è l'unico italiano presente a Stoccolma: interverrà oggi per lanciare l'appello mondiale contro lo spreco alimentare e illustrare i risultati della campagna nell'istituzione dell'europarlamento, dove si richiede il 2014 anno europeo contro lo spreco alimentare.

Alla prima Conferenza Mondiale sull'Alimentazione, svoltasi a Roma nel 1974, l'allora Segretario di Stato americano Henry Kissinger fece una dichiarazione lodevole: "Tra dieci anni nessun bambino andrà a letto affamato". All'epoca c'erano buone ragioni per essere ottimisti. Per anni la produzione alimentare mondiale era aumentata più velocemente rispetto al tasso di crescita della popolazione. Il numero di persone che soffrivano di denutrizione era stato gradualmente ridotto. L'impiego diffuso di sementi ad alte rese, i massicci investimenti nell'irrigazione e meccanizzazione per incrementare la produzione di cibo avevano dato risultati tangibili sia per gli agricoltori sia per i consumatori.
Per circa due decenni la Rivoluzione Verde aveva migliorato la sicurezza alimentare e le condizioni di vita di centinaia di milioni di persone. Tuttavia, verso la metà degli anni '90, più di mezzo miliardo di persone soffriva la fame. Da allora in poi, il numero di persone che vanno a letto affamate è tornato ad aumentare.

Alimentazione: Italia spreca 12,3 mld euro di cibo l’anno.

Piu’ di meta’ puo’ essere recuperato e dato a chi ha fame.

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Ogni anno in Italia vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo, di cui la meta' direttamente dai consumatori (6,9 miliardi). Si tratta di 42 kg a persona di avanzi non riutilizzati e alimenti scaduti o andati male, per uno spreco procapite di 117 euro l'anno. Eppure, gia' oggi quasi 1 miliardo di euro di cibo viene recuperato; l'obiettivo e' ora recuperarne altri 6 miliardi, per portare questi alimenti sulla tavola di chi non ne ha a sufficienza. A dirlo e' l'indagine ''Dar da mangiare agli affamati. Le eccedenze alimentari come opportunita''' realizzata da Fondazione per la Sussidiarieta' e Politecnico di Milano in collaborazione con Nielsen Italia. Secondo gli esperti, la ragione principale di tutto questo spreco e' ''il disallineamento tra domanda e offerta e la non conformita' del prodotto a standard di mercato''. Questo e' vero soprattutto a livello domestico, anche se nell'insieme ''le imprese della filiera generano piu' eccedenza delle famiglie''. Ad oggi, gran parte dell'eccedenza alimentare ''non viene recuperata per il consumo umano. Solo una piccola parte, poco piu' del 6%, e' donata alle cosiddette 'banche del cibo' e ad enti caritativi''. Lo spreco di cibo in Italia e' pari a 5,5 milioni di tonnellate/anno, ossia il 92,5% dell'eccedenza e il 16% dei consumi.

Fine estate da venerdì: arriva il vortice Poppea

Calo delle temperature nel fine settimana, settembre altalenante.

ansa.it 29 agosto, 16:54
Perturbazione di venerdì 31 agosto

Ultime ore d'estate, e ancora una giornata di afa, domani giovedì. Ma da venerdì giungerà Poppea, una prima perturbazione a carattere autunnale con piogge e temporali che colpirà il centronord fino alla Campania, mentre soffierà il maestrale in Sardegna. Sono le previsioni fornite da Antonio Sanò, direttore del portale www.ILMeteo.it, secondo il quale resta "alta l'allerta per fenomeni intensi e con grandine dapprima sulla Liguria, Lombardia, sull' Emilia, poi sulla Toscana e nella tarda mattinata di venerdì verso l'Umbria e sul Triveneto, dove pioverà fino a sera".
E' atteso un temporale anche a Roma. In serata piogge abbondanti cadranno sul Veneto. Al Sud farà ancora caldo, ma l'aria fresca nord-atlantica raggiungerà dalla sera la Campania e punterà verso la Sicilia. Sulla Sardegna dopo il maestrale arriveranno delle piogge, sia sul Nuorese che verso sera sul Sassarese.
Nel fine settimana, annuncia ancora Sanò, Poppea rimarrà sul Mediterraneo ed aria fresca dal mar del Nord scenderà verso l'Italia con un calo delle temperature. "Che subiranno un vero e proprio tracollo, specie al Centronord. Si perderanno fino a 15° in sole 48 ore" avverte il direttore di 3bmeteo.com Sergio Brivio, che precisa qualche valore: Milano 22, Venezia 21, Firenze 23, Bologna 20, Roma 26, Napoli 26.
In sostanza,conclude Brivio di 3bmeteo.com, "si formerà il primo ciclone mediterraneo della stagione autunnale. Normalmente questo tipo di configurazione si verifica durante il mese di Settembre: siamo dunque un po' in anticipo sulla tabella di marcia. Questo non significa che l'estate sia finita: dalla metà della prossima settimana avremo gradualmente il passaggio a tempo più soleggiato". Il mese di settembre si preannuncia altalenante con periodi piovosi alternati a fase di più calde.

Migranti. Sanatoria, Pdl e Lega: “Atto criminale”. Il governo respinge le accuse al mittente

Il provvedimento recepisce una direttiva europea e prevede una finestra di un mese nella quale i datori di lavoro potranno mettere in regola i clandestini. Le associazioni per i diritti dei migranti: “Testo volutamente vago per tenere insieme la maggioranza”. Caos anche sui numeri.

 
Non chiamatela sanatoria. Al massimo “ravvedimento oneroso”, ma soprattutto “misura transitoria”. E’ la legge che introduce sanzioni più severe per chi fa lavorare in nero gli immigrati senza permesso di soggiorno. Bruxelles la chiede dal 2009 e, nel silenzio di questa estate a tutto spread, il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi ha finalmente recepito il giro di vite. Con un’eccezione però: dal 15 settembre al 15 ottobre chi impiega illegalmente i clandestini, siano badanti o muratori, può regolarizzare quei rapporti di lavoro senza incorrere nelle pesanti pene previste dall’Ue. Apriti cielo, perché una volta sistemato il contratto e pagato il dovuto allo Stato, al migrante verrà concesso anche l’agognato permesso di soggiorno.
Una sanatoria insomma, ancora più estesa di quella del 2009 destinata solo a colf e badanti. Nonostante sia stata approvata dal governo Berlusconi-Bossi solo tre anni fa, oggi il centrodestra grida allo scandalo: non solo il provvedimento “è in contrasto con il reato di immigrazione clandestina”, ma si dimostra “razzista nei riguardi dei lavoratori italiani”. Maurizio Gasparri tuona: “Su una cosa del genere il governo rischia la sopravvivenza”, Roberto Maroni (titolare del Viminale nel 2009) da Facebook invece dichiara “guerra totale” contro “un atto criminale”.

Settimana dell’acqua: la siccità aumenta e la carne ‘risucchia’ risorse idriche

Il 26 agosto è iniziato a Stoccolma il forum che accoglie più di 2500 esperti e 200 organizzazioni non governative da più di cento paesi. Il bene sarà utilizzato sempre meno per sfamare le persone, a causa delle richieste di energia da parte delle industrie e per l’alimentazione di coloro che possono permettersi un elevato consumo di proteine animali.

siccità interna nuova
Il 26 agosto a Stoccolma è cominciata la 22esima Settimana Mondiale dell’Acqua, forum che accoglie in Svezia più di 2500 esperti e 200 organizzazioni non governative da più di cento paesi. Il tema di questa edizione è la sicurezza alimentare. Sette giorni di conferenze, laboratori e dibattiti organizzati dall’Istituto internazionale dell’acqua di Stoccolma per prepararsi a gestire la scarsità di risorse idriche del futuro. Secondo Per Bertilsson, direttore dell’Istituto, “nel futuro l’umanità si troverà di fronte alla mancanza di acqua, per questo è necessario usarla più efficacemente e anche riesaminare gli approcci a produzione, vendita e consumo degli alimenti”.

Alessandria, nel comune fallito è una banca a pagare i dipendenti pubblici

La Banca di Legnano retribuirà i lavoratori delle municipalizzate. Ma chi accede alla linea di credito deve aprire un conto presso i suoi sportelli e in caso di insolvenza dell'amministrazione saranno loro a dover ripagare, dopo sei mesi, con tanto di interessi, i fondi ricevuti.

dipendenti pubblici interna nuova
Volete gli stipendi? Prendeteli in prestito. Ad Alessandria i circa 500 dipendenti delle municipalizzate Atm (trasporti), Amiu (rifiuti) e Aspal (pluri-servizi) sono da questo mese senza retribuzione, ma hanno ricevuto una (discutibile) proposta: ottenere un finanziamento a titolo di anticipo della buste paga, accollandosi il rischio di insolvibilità dell’ente comunale. Il neo sindaco Rita Rossa (Pd), infatti ha annunciato di aver trovato una soluzione per tamponare la mancanza di liquidità del Comune, il cui fallimento è stato certificato il 12 giugno scorso dalla sezione regionale di controllo della Corte dei Conti.

Disuguaglianze e crescita, il punto di vista progressista e quello conservatore

Si torna a discutere di disuguaglianza tra i redditi e del suo rapporto con la crescita economica. Questa volta con Francesco Saraceno, economista presso l’OFCE di Parigi, che interviene nel dibattito su Project Syndicate per rispondere ad alcune questioni sollevate poco tempo fa da Raghuram Rajan, docente di finanza all’Università di Chicago.

Fonte: Keynes blog
Secondo Rajan lo sviluppo delle disuguaglianze nella distribuzione tra i redditi è stato comunque alla base dello scoppio della crisi internazionale, qualunque sia stata la causa dello sbilanciamento di tale distribuzione, a causa dell’accumularsi del debito. Queste cause sono essenzialmente due e ad avviso di Rajan rappresentano due interpretazioni distinte: il progredire di politiche che favoriscono le classi più abbienti e quelle trasformazioni dei sistemi produttivi che accentuano il ruolo delle competenze più qualificate per guadagnare competitività nei settori più avanzati, diminuendo lo spazio delle garanzie del mercato del lavoro e dando sempre più spazio alla “libera” selezione di lavoratori altamente specializzati. Secondo Rajan, tuttavia, nel secondo caso il prodursi di disuguaglianze aiuta lo sviluppo, così come è accaduto in Germania, ed è su questa strada che dovrebbero immettersi i paesi della “periferia d’Europa”.
Saraceno contesta le argomentazioni di Rajan sotto tre punti di vista.
In primo luogo non si capisce perché le due cause che sono alla radice dell’approfondimento della disuguaglianza tra i redditi debbano essere contrapposte. Si tratta di due aspetti importanti e fortemente compresenti nelle economie avanzate, che possono anzi rinforzarsi vicendevolmente acuendo gli scarti tra i redditi. E’ evidente che le spinte create dai processi di avanzamento tecnologico, determinando una maggiore sperequazione tra i redditi dovuta alla maggior concentrazione di lavori ad alta qualificazione, hanno indebolito il fronte del lavoro, favorendo per questa via l’attuazione di politiche più favorevoli agli alti redditi.

Luciano Gallino: Il lavoro tradito. La guerra dei minatori

La chiusura ventilata della Carbosulcis avrà forse delle ragioni economiche, ma per diversi aspetti ha un forte contenuto politico, e un non meno rilevante potenziale di innovazione del modello industriale.


La Repubblica | Autore: Luciano Gallino
Se le ragioni economiche finissero per prevalere sulle altre, come rischiano di prevalere, sempre in Sardegna, nei casi dell’Alcoa, dell’Euroallumina, della Portovesme, le relazioni industriali in Italia farebbero un altro passo all’indietro, e le spinte a innovare qui e ora un modello industriale superato subirebbero un lungo rinvio. 
Il contenuto politico deriva dal fatto che si tratta di minatori. La memoria non può non andare al durissimo attacco che venne sferrato dal governo Thatcher nel 1984-85 contro il sindacato nazionale dei minatori, il più forte del Paese. Ben più che ridurre i costi dell’industria mineraria o avviarla a qualche tipo di conversione, esso aveva lo scopo manifesto di spezzare le reni all’intero movimento sindacale. L’operazione ebbe successo.
I sindacati britannici non si sono mai più ripresi da quella sconfitta. Inflitta loro dal governo a carissimo prezzo per l’intero Paese. Tra perdite di produzione, riduzione degli introiti fiscali e sussidi che si dovettero pagare per un lungo periodo, la vittoria della signora Thatcher costò al Regno Unito circa 36 miliardi di sterline di allora, più di tre punti di Pil.

martedì 28 agosto 2012

I peperoni o l’Ilva?

Non che sia proprio una fuga, ma solo un lento allontanarsi. Da quell’aria avvelenata, da quel gas che spezza il respiro, da quella polvere assassina. Nessuno vuole lasciare Taranto al suo destino forse ormai segnato, alla sporca dannazione a cui in tanti l’hanno condannata.


Ignavi o compiacenti o corrotti e dunque complici di un’accumulazione omicida, che però costituisce lo zero-virgola-zero-qualcosa del Pil e ci fa competere con i tedeschi, i cinesi e perfino i coreani. Nessuno vuole che Taranto affondi nei due mari, con gli altoforni a sobbollire in una brodaglia fumante e contaminata. Solo che appena fuori dalla città, qualche chilometro a Ovest, c’è un piccolo tempio greco. Due filari di colonne doriche che fioriscono in un nulla apparente, proprio accanto alla statale 106, la sgangherata Taranto-Reggio Calabria, che è la stessa disegnata dai romani duemila anni fa, appena ritoccata dai cartografi del Regno delle due Sicilie. C’è insomma un rudere della Magna Grecia lungo una strada ottocentesca: e allora? E allora diciamo subito che timpani e capitelli non inquinano e non uccidono i bambini. Non producono laminati né travature, non aiutano l’esportazione, non movimentano il mercato internazionale dell’acciaio: ma lasciano respirare e sono anche belli da vedere. E inoltre intorno a quell’esile reperto c’è un intero mondo di storia e di cultura.

Rifiuti Roma, a Monti dell’Ortaccio è la Colari a verificare le faglie

ROMA - Chi sta svolgendo le verifiche a Monti dell’Ortaccio per capire se le condizioni del terreno sono le stesse del 2009, quando Cerroni inviò il progetto per la nuova discarica? Le sta svolgendo la società di Cerroni. Lo conferma il prefetto Sottile: «Bisogna fare degli accertamenti alla data di oggi sulle faglie. Spettano alla Colari, penso li stiano facendo».

messaggero.it



Il sindaco Alemanno ha negato che per ora vi sia un accordo Cerroni-Ama per la gestione della nuova discarica provvisoria. Conferma Sottile: «Per ora non ci sono passi avanti. Ho invitato il sindaco ad andare in questo senso, perché mi sembra positivo ci sia la mano pubblica. Io giudico in modo estremamente positivo che l'Ama entri in questo gioco».
Il nuovo appuntamento decisivo è la conferenza dei servizi che dovrà esaminare il progetto presentato da Cerroni. Quando si riunirà? Prima ci sarà la pubblicazione del progetto, poi dovranno trascorrere quindici giorni. Se ne parlerà a metà settembre. In teoria, gli enti locali in conferenza dei servizi potrebbero bocciare il progetto. Sottile: «Se in Conferenza dei servizi il sito viene bocciato si ferma tutto. Ma chi dice no deve motivare tecnicamente e indicare una soluzione». Intanto continuano le prese di posizioni contro Monti dell’Ortaccio: Sel ricorda che il Ministero della Difesa aveva detto no a una discarica a Valle Galeria, a causa dell’impatto ambientale-sanitario; anche Mina Giannandrea, di Federstrade-Confesercenti, ha chiesto a Sottile di rivalutare la sua scelta.

Rifiuti Roma, la nuova discarica non basta: rifiuti all'estero a caro prezzo


Sottile: facciamo come Napoli per evitare la proroga di Malagrotta

messaggero.it di Mauro Evangelisti
Un impianto di trattamenti



ROMA - Torna l’ipotesi di portare i rifiuti all’estero. Si badi bene: non significa che non si farà la discarica a Monti dell’Ortaccio. Il problema è complesso, con sfumature paradossali, per non dire comiche. Vediamo di capire lo scenario: il 31 dicembre scade la proroga per la discarica di Malagrotta che,contro la normativa europea, accoglie anche rifiuti non trattati.

Il prefetto Goffredo Sottile, commissario per l’emergenza rifiuti, ha deciso che la discarica provvisoria sarà realizzata sul terreno e con il progetto di Manlio Cerroni (proprietario di Malagrotta) nella stessa area, a Monti dell’Ortaccio. Ma quest’ultima discarica provvisoria potrà accogliere solo rifiuti già trattati. Come fare, visto che fino ad oggi Roma non è riuscita a trattare tutti i rifiuti che produce? Il Patto per Roma (siglato da tutte le istituzioni insieme al ministro Clini) prevede che i quattro impianti di Tmb (trattamento meccanico biologico) funzionino finalmente a pieno regime. In questo modo tutti rifiuti saranno trattati (significa che sono meno inquinanti e ridotti di dimensione) e andranno a Monti dell’Ortaccio dal 31 dicembre.

Israele assolto: "Rachel Corrie morì per sbaglio"


Rigettata l'accusa di omicidio: Rachel Corrie morì per uno "spiacevole incidente" avvenuto in "attività di combattimento". Per i genitori e' una sentenza-farsa.

rachelglobalproject.info 28 / 8 / 2012
Nena News - Israele non è colpevole. Questa la sentenza emessa oggi dal tribunale di Haifa che ha così rigettato l'accusa di negligenza mossa contro lo Stato israeliano per l'omicidio dell'attivista americana Rachel Corrie. Israele si auto-assolve. A muovere l'accusa contro Tel Aviv erano stati i genitori di Rachel, secondo i quali Israele andava riconosciuto colpevole di omicidio e di aver condotto un'inchiesta incompleta e parziale. Di diverso parere la corte di Haifa: il giudice Oded Gershon ha stabilito che lo Stato non è responsabile per "nessun danno causato" perché si è trattato solo di "uno spiacevole incidente". Insomma, secondo il tribunale Rachel Corrie è morta per sbaglio ed ne è la sola responsabile perché "non ha lasciato l'area come qualsiasi persona di buon senso avrebbe fatto". Ma non solo. La corte di Haifa ne ha approfittato per sottolineare un'altra clausola, fondamentale per la legge israeliana: l'esercito è assolto da ogni accusa perché l'evento evento si è verificato "in tempo di guerra". Si è trattato, cioè, di "un'attività di combattimento", conseguente ad un fantomatico attacco subito da Israele poche ore prima nella Striscia di Gaza. Ventitré anni, residente ad Olympia e attivista dell'International Solidarity Movement, Rachel è morta il 16 marzo 2003, schiacciata da un bulldozer militare israeliano.

Libri “Risorse disumane”, un manipolo di donne contro le leggi del ‘Mercato’

Esce il 30 agosto l'ultimo libro di Marina Morpurgo edito da Astoria. Tre redattrici licenziate organizzano il rapimento del direttore delle Risorse umane della loro ex casa editrice, tale dottor R., per "riprogrammarlo" e convincerlo che "tagliare posti di lavoro, non è la soluzione".

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Marina Morpurgo oggi ci ride su, ma non era certo così allegra qualche anno fa, quando venne licenziata dalla casa editrice dove lavorava come caporedattore di un settimanale raffinato e di sinistra.
Molti al posto suo si sarebbero abbattuti, altri avrebbero inveito, lei ha fatto sbollire la rabbia e, poiché è una persona davvero spiritosa, ci ha scritto su un libro divertente e paradossale: “Risorse disumane” (edizioni Astoria, in libreria dal 30 agosto). Pura fiction, ma saldamente ancorata alla realtà di questi tempi strangolati dalla crisi economica.
Protagonista del romanzo è un manipolo di donne. Tre redattrici, tre lavoratrici intellettuali, tre licenziate che decidono di reagire all’ingiustizia che ritengono di avere subito organizzando un’azione clamorosa: un audace quanto goffo tentativo di rieducazione tramite rapimento e deprogrammazione dalle spietate leggi del “Mercato” (nel romanzo sempre con la maiuscola) del direttore delle Risorse umane della loro ex casa editrice, tale dottor R., esemplificazione della stupidità delle leggi cui obbedisce ciecamente e di un’innata quanto ottusa malvagità.

Auto, in 20 anni costi raddoppiati: + 170 per cento solo per carburante

Secondo il rapporto 2010-11 del ministero dei Trasporti, la spesa degli italiani per il mantenimento delle proprie macchine è passato dai 47,283 miliardi del 1990 ai 103,714 miliardi del 2010, segnando un progresso del 119,3%. La benzina brucia quasi la metà della spesa complessiva.

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In 20 anni la spesa degli italiani per il mantenimento delle proprie auto è più che raddoppiata, arrivando nel 2010 a 103,7 miliardi. I carburanti bruciano quasi la metà della spesa complessiva e il loro costo è aumentato del 170%. E’ quanto emerge dal Conto nazionale delle Infrastrutture e dei trasporti 2010-11 del ministero.
Le spese per l’esercizio e la manutenzione ordinaria delle autovetture private, secondo i dati contenuti nel documento del ministero delle infrastrutture e dei trasporti, è passata dai 47,283 miliardi del 1990 ai 103,714 miliardi del 2010, segnando un progresso del 119,3%. Al netto degli interessi sul capitale investito – precisa l’analisi – le spese di esercizio delle auto per il 2010 ammonta a 93,934 miliardi, di cui circa il 44% è da attribuire alle spese per carburanti, quasi il 18% a spese per manutenzione ordinaria, circa il 17% a spese per assicurazioni, poco meno del 6% a tasse automobilistiche ed il restante 15% a spese per il ricovero, per pneumatici, lubrificanti e pedaggi autostradali.

La produzione di miele sarà inferiore del 65% rispetto a quello dello scorso anno, la vendemmia si preannuncia la più contenuta della storia.

Danni per tutte le colture e per gli animali

Siccità, crolla del 65% la produzione di miele

Produzione nazionale di miele in picchiata. Quest'anno sarà del 65% in meno rispetto all'annata 2011. Principali imputati: il clima torrido e la siccità.

rainews24.it
Crolla la produzione di miele  Lo rende noto l'Asga, l'associazione degli apicoltori delle provincie di Siena, Arezzo e Grosseto in vista della settimana del miele che si terrà a Montalcino dal 7 al 9 settembre prossimo. "Dalla Val d'Aosta alla Sicilia, il raccolto di miele risulta quest'anno drasticamente ridotto - sottolinea l'associazione - e se già la primavera non era andata bene, a causa delle piogge, anche i mieli estivi, sui quali gli apicoltori avevano puntato tutte le loro speranze, registrano un bilancio decisamente negativo a causa delle altissime temperature". Secondo i produttori non dovrebbe però esserci un aumento dei prezzi "impensabile in questo momento di crisi" però potrebbe esserci un aumento dell'import di miele cinese "prodotto - sostengono all'Asga - attraverso processi industriali e di scarsissima qualità, ma dal costo nettamente inferiore". Da qui l'appello dei produttori a comprare miele italiano. "Quest'anno i consumatori avranno forse una minore scelta a disposizione - precisa Hubert Ciacci, presidente della "Settimana del Miele" perche' alcune varietà sono state prodotte in quantità ridotte, ma non dimentichiamo che l'Italia è il Paese che vanta il maggior numero di mieli uniflorali al mondo, grazie ad un ricco patrimonio di biodiversita'".