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Che
la realtà superi la fantasia è una frase talmente fatta che a volte
rischia di essere vera così come talvolta capita che i complottismi più
ovvi e automatici si rivelino più fondati di quanto non appaia. Quando
il premio Nobel Luc Montagner disse che il coronavirus era stato
fabbricato nel laboratorio internazionale di Wuhan nel tentativo di
realizzare una sorta di vaccino con l’Aids è stato subito preso a male
parole da chi, non si comprende bene a quale titolo, si faceva
interprete della scienza. Probabilmente o lo dicevano per partito preso o
mentivano: non sappiamo infatti se il coronavirus della pandemia
narrativa sia artificiale, ma sappiamo che almeno un coronavirus è stato
creato in quel laboratorio: la sua “realizzazione” è stata infatti
descritta nel 2015 in un articolo su NatureMedicine, una rivista di
grande prestigio edito dalla Springer che è uno degli editori
monopolisti dell’informazione scientifica. Nulla di segreto, però chi
non è uno specialista come lo scrivente deve penare per trovare la
documentazione. Ma alla fine eccola per
chi vuole andare a fondo in queste cose e vedere come già da anni si
facesse questo bricolage virale ufficialmente con il pretesto di
studiare il potenziale pandemico di virus di origine animale o almeno
così dicono i due direttori della ricerca, Ralph S. Baric e Shi Zheng
Li.
Se andate all’artico potete anche vedere come l’editore abbia
inserito una nota finale con la quale dice che gli autori si erano
dimenticati di citare le fonti di finanziamento della loro ricerca che
sono l’Usaid, (ovvero l” Agenzia Usa per lo sviluppo internazionale che è
dietro praticamente tutte le esportazioni di democrazia e gli
arancionismi degli ultimi quarant’anni), in comunione con EcoHealth
Alliance che dal 2010 si occupa di pandemie a sua volta finanziata da
Big Pharma. Ci si chiede quanti governi fossero a conoscenza di queste
cose benché tutt’altro che segrete o soprattutto se sappiano che uno dei
due direttoti di ricerca, ovvero Ralph S. Baric, lavora per il laboratorio di microbiologia dell’Università di Chapel Hill (Carolina del Nord), una
università inserita nel programma di finanziamento della fondazione
Gates, che è il maggior donatore di questo Ateneo. Noi potremmo chiedere
lumi al professor Antonio Lanzavecchia che insegna tra l’Italia e la
Svizzera e che è stato uno dei direttori della ricerca che abbiamo
citato.
Una seconda nota dell’editore fatta a cinque anni di distanza ci dice: “Siamo
consapevoli che questo articolo viene utilizzato come base per teorie
non verificate secondo cui il nuovo coronavirus che causa COVID-19 è
stato progettato. Non ci sono prove che questo sia vero; gli scienziati
ritengono che un animale sia la fonte più probabile del coronavirus.” Ora
a parte che i virus di partenza sono sempre virus animali e che una
teoria non verificata significa solo che la non si è affrontata , non
che sia falsa, è abbastanza ovvio che quel virus chimerico del 2015 (
tra l’altro presentava bassissimi indici di mortalità) non sia quello di
oggi, ma la cosa dimostra come da molto tempo si stessero mettendo a
punto queste creazioni virali e che gli intrecci inestricabili fra
organizzazioni statunitensi che hanno come loro fine ultimo le
destabilizzazioni, fondazioni strapotenti, università e multinazionali
farmaceutiche rendono praticamente impossibile capire per chi e per cosa
si stia realmente lavorando pur essendo in perfetta buona coscienza, né
cosa possa uscire fuori da quegli studi sulle possibili pandemie che
vengono portati avanti creando virus potenzialmente pandemici. Dunque
creando il pericolo che si vorrebbe scongiurare e sulla base di questo
si costruiscono sistemi di difesa che prevedono il controllo totale
della popolazione.
Il fatto stesso che si voglia nascondere questo labirinto in cui si è
messa la scienza medica e che si vogliano assolutamente silenziare
tutti gli interrogativi che si affollano alla mente dimostra che in
qualche parte o forse in parecchie parti si nasconde il marciume di
questo sistema, marciume del quale è possibile che molti protagonisti
nemmeno riescano ad avere consapevolezza. Ma già da parecchio viviamo
questi incubi tanto che alla fine del 2013, 56 scienziati di rilievo,
tra cui tre vincitori del Premio Nobel, hanno firmato una lettera aperta
indirizzata a Manuel Barroso, indegno presidente della Commissione
europea, chiedendo “un’analisi del rischio reale”, ma non se ne è fatto
nulla, anzi da allora le fonti di informazione si sono disseccate, sono
finite in territorio carsico. Eppure l’epidemiologo Marc Lipsitch, di
Harvard e firmatario del testo, ha avvertito i leader politici che
queste esperienze hanno esposto l’umanità alla possibilità di una “vera pandemia catastrofica (…) in grado di causare centinaia di milioni di morti”. Per
questa volta l’abbiamo scampata, gli apprendisti stregoni si devono
accontentare solo di un’apocalissi narrativa per vendere vaccini e
strappare libertà, ma chi ha un minimo di coscienza non può permettere
che si vada avanti su questa strada.
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