mercoledì 17 giugno 2020

La campagna di boicottaggio di Israele non è reato. La sentenza della Corte di Strasburgo

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Criticare Israele e chiedere il boicottaggio dei suoi prodotti non è antisemitismo, ma libertà di espressione. Dunque le campagne a favore del boicottaggio dell’economia israeliana non costituiscono una manifestazione di antisemitismo bensì rientrano nel legittimo esercizio della libertà di espressione secondo quanto stabilito dall’articolo 10 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.
A decretarlo è stata l’11 giugno scorso, all’unanimità, la Quinta Sezione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (Cedu) di Strasburgo, la quale ha così censurato una condanna inflitta in Francia ad alcuni attivisti del movimento Bds che si batte a favore del Boicottaggio, delle Sanzioni e del Disinvestimento nei confronti dello Stato responsabile dell’occupazione illegale della Palestina.
La sentenza del Tribunale di Strasburgo smonta così la condanna emessa per “incitamento alla discriminazione economica” – confermata nel 2015 dalla Corte di Cassazione di Parigi – nei confronti di dodici attivisti della campagna Bds che a più riprese, tra il 2009 e il 2010, avevano distribuito dei volantini in un supermercato di Illzach, cittadina dell’Alsazia, chiedendo ai clienti di non acquistare merci israeliane e alla catena di smettere di venderle per non alimentare il sistema di apartheid imposto da Israele ai palestinesi.

La motivazione la Corte europea dei diritti umani (Cedu) è stata presa all’unanimità. Per la corte di Strasburgo la campagna di boicottaggio dei prodotti israeliani “è un’espressione politica e militante che tocca una questione di interesse pubblico”.
La Corte ha quindi condannato le autorità francesi a pagare ciascuno dei ricorrenti 380 euro per danni materiali, 7 mila euro per danni morali e collettivamente 20 mila euro per costi e spese del processo.
Gli apparati israeliani e i loro terminali in Europa, da anni stanno cercando di far criminalizzare dalle istituzioni e dai tribunali europei i militanti della campagna Bds. Hanno trovato talvolta la complicità in Germania e Francia (qualche tentativo c’è stato anche in Italia).
Adesso c’è una sentenza della Corte Europea di Strasburgo a sancire che questi tentativi non hanno base legale e, a nostro avviso, nemmeno morale.

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