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sabato 20 giugno 2020
Di chi è la colpa? di Lev Nikolàevič Tolstòj
Il saggio “Di chi è la colpa” dice: le cose in Russia vanno male. Di chi è la colpa?
Tutti quanti dicono: dello Zar. Ma lo Zar – dice Tolstoj, che era un nobile russo dell’alta società – è un ometto piccolo così, che gioca a tennis e a cricket tutto il tempo.
Lui scrive diari, la Zarina segue Rasputin. Come fa, uno così, a dominare 180 milioni di russi?
Non può essere tutta colpa sua, la colpa sarà della corte.
Ci sono tremila persone, a corte, che fanno i loro maneggi – allora non c’erano le multinazionali, c’erano le corti. Colpa loro, quindi?
Ma io, dice Tolstoj, sono vissuto in mezzo a questi fin da bambino: è gente che si fa gli affari suoi, che cerca vantaggi personali anche piccoli; sono tutti indebitati, si sono rovinati con il gioco tutti quanti, bevono come spugne.
Come volete che facciano, queste duemilacinquecento persone, a dominare 180 milioni di russi? Allora la colpa è del governo, della Duma, del Parlamento. Inclusi sottosegretari e uscieri, sono settemila persone. Può darsi che sia colpa loro, dice Tolstoj. Però, aggiunge, sono settemila, mentre i russi sono 180 milioni.
Come fanno, ’sti settemila, a imporre il loro dominio su 180 milioni di persone?
Dicono che esiste il potere, ragiona Tolstoj, che ha sempre odiato questa parola. Cos’è il potere? Nessuno l’ha mai definito.
Napoleone sposta cinquecentomila uomini, dalla Franciaalla Russia, e ne muoiono 480.000. Napoleone, si dice, aveva un grande potere. Ma era un turacciolo, spinto da una marea di francesi che – chissà perché – volevano andare in Russia e sono morti tutti lì.
Il potere? Io non ci credo, dice Tolstoj. E poi questi parlamentari, fisicamente, cosa fanno?
Vanno dal russo e gli dicono “tu mi obbedisci”?
Se vanno dal Mugik, quello li uccide: li mangia, se non c’è nessuno che guarda.
Quindi il problema non sono quei tremila.
Chi può essere, allora? L’esercito.
Qui ragioniamo, dice: sono quattro milioni di persone.
E quello russo era l’esercito più potente del mondo. Ma cos’è un esercito?
E’ un insieme di soldati. Va bene, e cos’è un soldato?
Questa era il modo di ragionare di Tolstoj, affascinante: sembra un bambino, che fa domande su domande.
Dunque, che differenza c’è tra un soldato e un normale cittadino?
Le armi: il soldato ha le armi.
Le ha comprate lui? No.
Gliele ha pagate lo Zar? No. Il governo?
No. La corte? Nemmeno.
Le armi gliele hanno pagate le tasse.
E quindi: chi ha pagato le armi, che fanno diventare un uomo un soldato?
E’ chiaro che sei stato tu, perché le tasse le hai pagate tu.
E allora: tu perché le paghi, le tasse?
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