sabato 13 giugno 2020

Coronavirus, la credibilità dell’Oms è al minimo: troppi errori nella gestione della pandemia

Il Fatto Quotidiano

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), la cui missione è “migliorare la salute di tutti, dappertutto” è accusata di aver commesso gravi errori nella gestione della pandemia Covid-19. Quali sono queste accuse?
1. Ritardi nel riconoscere la trasmissione da persona a persona;
2. Ritardi nel dichiarare l’emergenza sanitaria internazionale;
3. Aver sconsigliato l’applicazione di restrizioni di viaggio;
4. Aver sconsigliato l’uso di mascherine nella popolazione generale;
5. Aver sottovalutato l’importanza degli asintomatici;
6. Aver sconsigliato l’uso dei tamponi in soggetti asintomatici.
A fine dicembre 2019, l’Oms riceveva notizie di polmoniti generate da cause sconosciute in Cina e ignorava gli avvertimenti provenienti da Taiwan che decideva autonomamente di adottare misure di quarantena per tutti i viaggiatori provenienti da Wuhan. Due settimane dopo, l’Oms continuava a dichiarare che non esistevano prove certe della trasmissione Covid-19 da persona a persona. Tale posizione cambiava però dopo una settimana.
L’Oms è stata inoltre accusata di aver ritardato la dichiarazione dell’emergenza sanitaria internazionale riguardo al Covid-19. Anche in questo caso, tuttavia, tale ritardo è consistito in una sola settimana.
Sin dagli inizi della pandemia, l’Oms ha sconsigliato di adottare restrizioni di viaggio. Molte nazioni tuttavia hanno chiuso le frontiere e ignorato l’Oms. Il 18 aprile un’analisi sulla dinamica delle epidemie di Covid-19 in Europa e l’effetto delle restrizioni di viaggio spiegava “che una mobilità senza limiti avrebbe accelerato in modo significativo la diffusione di Covid-19, in particolare in Europa Centrale, Spagna e Francia. L’Oms non ha mai cambiato idea sull’argomento e ancora oggi sconsiglia l’applicazione di restrizioni di viaggio ai paesi colpiti.

Fino a pochi giorni fa l’Oms raccomandava “l’uso di mascherine solo a coloro con sintomi Covid-19 e agli operatori sanitari”. Eppure secondo una review di reviews pubblicata su British Medical Journal, “il principio di precauzione afferma che a volte dovremmo agire senza prove definitive, per ogni evenienza. Poiché il Covid-19 è una minaccia così grave, dovrebbe essere consigliato indossare mascherine in pubblico.” Una meta-analisi pubblicata poco dopo concludeva che “sulla base delle prove osservate durante la precedente epidemia di Sars… [si raccomanda] l’uso di mascherine.”
L’Oms ha sempre insistito che la percentuale d’infezioni asintomatiche (Covid-19) è molto bassa e non è un fattore importante per la trasmissione. Eppure, esistono studi pubblicati su riviste come British Medical Journal, New England Journal of Medicine e Science che suggeriscono il contrario. In una recente intervista, il direttore aggiunto dell’Oms Ranieri Guerra ha fatto però dietrofront, smentendo perfino la posizione ufficiale dell’organizzazione dove lavora, ribadita pochi giorni fa dalla collega dottoressa Maria Van Kerkhove.
“Ogni cinque casi clinicamente rilevanti, ce ne sono dieci paucisintomatici e 85 completamente asintomatici… questo è un po’ il calcolo della serva”, ha osservato Guerra. In realtà, la stima che considera l’86% dei casi Covid-19 come asintomatici o con sintomi lievi non è un “calcolo della serva” ma deriva da un’analisi empirica pubblicata sulla rivista Science.
L’errore forse più grave dell’Oms è stato proibire l’uso di tamponi per i casi asintomatici. Il 17 marzo, Ranieri Guerra spiegava che i tamponi di massa sono “scientificamente inutili” e “logisticamente impossibili”. Il giorno dopo, Walter Ricciardi, rappresentante per l’Italia del consiglio esecutivo Oms, criticava apertamente il prof. Andrea Crisanti (che aveva consigliato l’uso dei tamponi non solo per gli asintomatici ma anche per tutta la popolazione di Vo’ Euganeo) per aver violato le “le linee guida dell’Oms… che sottolinea[no] la necessità di fare test [solo] ai pazienti sintomatici con fattori di rischio.” Di recente però Ricciardi, come Ranieri Guerra, sembra aver fatto dietrofront. In una recente intervista spiega: “Sui contagi legati agli asintomatici l’Oms ha dato una risposta inaccurata e sbagliata.”
La credibilità dell’Oms è ai minimi storici. Le migliaia di vite umane salvate da Crisanti in Veneto provano che seguire le linee guida dell’Oms sugli asintomatici ha nuociuto gravemente alla salute. Secondo Crisanti, l’Oms “è un baraccone che va smontato e rifatto da capo.” Ritirare i finanziamenti, come ha minacciato di fare Trump, non migliorerebbe la situazione.
L’Oms è cruciale per affrontare pandemie che non rispettano i confini geografici, ma solo se è competente e accountable. Per rinnovarsi l’Oms dovrebbe imparare dai propri errori prima di tutto ammettendoli e poi assumendosi le proprie responsabilità. Un buon passo in avanti sarebbero le dimissioni immediate della leadership: Tedros Ghebreyesus e Ranieri Guerra non farebbero meglio ad andarsene?

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