L'operazione della Guardia di Finanza riguarda un totale di 60 persone. La Ministra Bellanova sulla regolarizzazione: "Non sarà mai un flop.
huffingtonpost.it
Oltre 300 finanzieri del Comando Provinciale di Cosenza, con l’ausilio di militari dei Reparti di Catanzaro e Crotone, stanno dando esecuzione, tra le province di Cosenza e Matera, ad un’ordinanza di applicazione di misura cautelare, emessa dal Gip di di Castrovillari, Luca Colitta, su richiesta del pm Flavio Serracchiani, a carico di 60 persone, indagate per associazione per delinquere finalizzata all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (c.d. “caporalato”) ed al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
Sequestrate anche 14 aziende agricole.
La Guardia di Finanza di Cosenza, ha arrestato complessivamente 52 persone. Quattordici delle persone coinvolte sono state portate in carcere ed altre 38 sono finite ai domiciliari.
Per altre otto persone é stato disposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Delle 14 aziende agricole sequestrate, 12 si trovano in Basilicata e due in provincia di Cosenza.
La Ministra per le Politiche agricole Teresa Bellanova, in un’intervista a Repubblica, ha trattato il tema della regolarizzazione dei migranti: l′1 giugno sono partite le procedure online per i braccianti, ma le richieste sono state meno del previsto: ”“Questa norma costruisce condizioni per la giustizia sociale: quale che sia il risultato, non sarà mai un flop. Fosse anche una sola la persona che viene strappata all’invisibilità e a condizioni di lavoro oscene, lo considero comunque un successo”.
In ogni caso, la Bellanova chiede tempo: “Per valutazioni meno affrettate aspetterei il 15 giugno e il 1° luglio, che sono gli step indicati dal Viminale per i dati ufficiali”, aggiunge il ministro. Gli irregolari, secondo la ministra, sono impiegati per lo più “nel lavoro di cura e domestico, in altri settori, costretti a vivere in insediamenti informali, alla mercé del caporalato e del lavoro nero che significa spesso riduzione in schiavitù. A questi invisibili dobbiamo una risposta di civiltà e la riconquista della propria identità: questa norma è il primo passo. Per questo deve essere resa disponibile la piattaforma Anpal sull’incrocio regolare domanda e offerta”.
“Non è un mistero per nessuno - dice ancora Bellanova - che avrei preferito una norma diversa e comunque estesa anche ad altri settori dove il caporalato e il lavoro irregolare italiano e straniero è ugualmente presente e sfruttato: edilizia, logistica e tanti altri. Che ho sempre avuto come obiettivo sconfiggere l’illegalità e la clandestinità in tutte le sue forme: quella brutale dei pulmini dei caporali dove si viaggia in trenta e si viene segregati nei casolari come quella in giacca e cravatta delle aste al doppio ribasso. Ripeto, questa norma è il punto più avanzato che le condizioni date hanno permesso. Consentire ai lavoratori irregolari di emergere, dichiarando in prima persona la propria condizione e riconquistando la propria identità - spiega - è un punto importante che tutti dovremmo rivendicare e difendere. Richiede un coraggio personale che dobbiamo essere pronti a sostenere. Piuttosto che una sterile contabilità dei numeri, guardo al guadagno di umanità. E confido nella leale collaborazione di tutte le amministrazioni e nella generosità delle nostre associazioni”, conclude il ministro.
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