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DI FABIO CONDITI
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Alla
faccia del popolino, la BCE ha appena concluso la più grande asta di
prestiti alle banche mai avvenuta prima, 1310 mld di soldi freschi di
stampa, che finiranno nei bilanci delle banche ad un tasso di interesse
negativo, fino a -1%. https://www.corriere.it/economia/finanza/20_giugno_18/bce-prestiti-record-banche-1310-miliardi-aiutare-imprese-post-covid-19-d9952308-b159-11ea-842e-6a88f68d3e0a.shtml
Praticamente
le banche vengono pagate dalla BCE per prendere i soldi in prestito e
come nel passato li utilizzeranno per comprare titoli di stato con
rendimenti superiori all’1%. Questa semplice attività permetterà loro di
guadagnare più del 2% all’anno senza fare niente.
Contemporaneamente,
su altri tavoli dell’Unione Europea, si grida allo scandalo se gli
Stati in difficoltà, di cui l’Italia è capofila, si permettono di
chiedere un aiuto finanziario, cioè un prestito a tasso agevolato e
senza condizionalità, che permetta di elaborare un piano di investimenti
a medio e lungo termine, per uscire da una delle più grandi crisi
finanziarie della storia dell’umanità.
Come diceva Henry Ford nel 1930 : “Meno
male che la popolazione non capisce il nostro sistema bancario e
monetario, perché se lo capisse, credo che prima di domani scoppierebbe
una rivoluzione“.
Perché queste misure eccezionali, non
previste minimamente dai Trattati Europei, ma adottate da tempo dalla
BCE, sono accettate da tutti ed invece un contributo agli Stati NO ?
Eppure gli obiettivi della BCE sono chiaramente espressi dal comma 2 dell’art. 1276 del TFUE, quando specifica che “fatto
salvo l’obiettivo della stabilità dei prezzi, il SEBC sostiene le
politiche economiche generali nell’Unione al fine di contribuire alla
realizzazione degli obiettivi dell’Unione definiti nell’articolo 3 del
trattato sull’Unione europea”, che ricordo al comma 3 prevede la
piena occupazione, il progresso sociale e la crescita economica
equilibrata, oltre alla solidarietà tra gli Stati membri.
Purtroppo viviamo in un sistema economico e monetario “banco-centrico”,
dove il denaro viene creato dal nulla solo dal sistema bancario e viene
destinato principalmente alle speculazioni immobiliari e finanziarie.
Infatti uno degli strumenti più importanti di sviluppo economico, la
creazione dal nulla del denaro sotto forma di credito bancario, viene
oggi finalizzata al solo sostegno del sistema finanziario, mentre
l’economia reale, diventa facile preda dei voraci appetiti delle
multinazionali, che vogliono colonizzare il nostro ricco paese.
Negli
ultimi 10 anni le piccole e medie imprese italiani hanno visto le
banche private ridurre di 300 mld di euro il credito bancario di cui
hanno così tanto bisogno, anche perché gli azionisti delle banche
italiane sono sempre di più di nazionalità straniera e quindi poco
interessati ad aiutare la nostra economia, sia per eliminare dei
concorrenti agguerriti nel mercato mondiale che per poterseli comprare
con due spicci (a fianco una slide dell’amico Valerio Malvezzi).
Ricordiamoci sempre che il Made in Italy è da sempre considerato uno dei brand più considerati e ambiti a livello mondiale.
In
questa immagine dell’amico Giovanni Zibordi, si vede il credito fornito
alle imprese dal sistema bancario italiano, in rapporto a quello della
Francia e del Belgio.
La
situazione diventa più chiare se analizziamo chi sono gli azionisti
principali della principali banche “italiane” e semplicemente ci
chiediamo se hanno qualche interesse a ridurre prestare
Cosa potrebbe fare lo Stato in questa situazione ?
Dobbiamo
tornare ad un sistema economico e monetario “stato-centrico”, perché lo
Stato è l’unico soggetto che, perseguendo un interesse pubblico,
sancito dalla Costituzione e dai principi fondamentali in essa espressi,
può tornare a mettere al centro dell’economia le persone ed il loro
benessere, in modo che diventino l’obiettivo principale delle sue
politiche economiche e fiscali.
Da tempo noi chiediamo che lo
Stato crei una banca pubblica sul modello della KfW tedesca, utilizzando
una banca poco conosciuta ma dalla storia importante, che è il Medio
Credito Centrale MCC, ex Cassa del Mezzogiorno, che il Governo con il
Decreto legge n.142 del 16 dicembre 2019 ha dichiarato di voler
trasformare in una Banca degli Investimenti.
Ma tra il dire ed il
fare c’è di mezzo il mare o la mancanza di volontà politica, perché a
questa asta TLTRO-III non ha partecipato MCC e quindi non ha potuto
ricevere una parte di questi prestiti vantaggiosi a tasso negativo.
Perché
MCC diventi davvero una vera e propria Banca degli Investimenti che sia
operativa su tutto il territorio nazionale e in grado di finanziare
l’economia reale, noi abbiamo proposto da tempo che venga accorpata con
altre due banche, Banca Popolare di Bari, come è nelle previsioni del
Governo, e Monte dei Paschi di Siena, come sarebbe giusto che sia,
considerato che lo Stato è già proprietario al 68% e ci ha già investito
parecchi dei nostri soldi di contribuenti.
Lo ha finalmente detto
anche il Prof. Mario Turco, sottosegretario alla Presidenza del
Consiglio con delega alle Politiche Economiche e agli Investimenti, in
questa sua ultima intervista fatta ad Omnibus su La7 il 20 giugno 2020.
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