Le bollette presentano molte
differenze di costo tra una regione e l'altra. Si va dai 781 euro l'anno
pagati a Grosseto, fino ai 130 di Isernia. C'è ancora grande
disinformazione sul servizio idrico. Gli italiani continuano a sprecare
tanta acqua e ad acquistare molte bottiglie di plastica. I dati
Cittadinanzattiva.
repubblica.it ERIKA TOMASICCHIO
Gli abitanti del Centro
Italia pagano l'acqua molto più cara, rispetto al resto della penisola.
Il servizio idrico sul territorio nazionale è tutt’altro che uniforme e
presenta disparità di costi e qualità, per assurdo anche tra una città e
l'altra della stessa regione.?È quanto rivela l'ultimo Osservatorio
prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva: in media le famiglie italiane nel
2019 hanno speso 434 euro in bollette dell'acqua. Cifra che potrebbe
essere ridotta evitando gli sprechi e privilegiando, anche per cucinare e
bere, l'acqua di rubinetto.
Regione che vai, tariffa che trovi
Il Centro Italia
conquista la maglia nera per le bollette dell'acqua più esose. Qui le
famiglie spendono molto di più, a confronto del resto d’Italia: si va
dai 688 euro in media per la Toscana ai 531 dell'Umbria, passando per
Marche (con una spesa media annua di 527 euro) ed Emilia Romagna (511
euro). I tre capoluoghi sul podio della spesa sono: Grosseto e Siena,
dove si arrivano a pagare ben 781 euro l’anno, e Frosinone. Mentre
invece risparmiano i residenti in Molise, che se la cavano con soli 163
euro per 12 mesi. Tra le città più economiche Isernia, ma anche Milano e
Trento.
Ma la situazione si presenta a macchia di leopardo persino se si
considera il territorio di una stessa regione. Facciamo l'esempio della
Sicilia: un nucleo che vive ad Enna dovrà mettere da parte in media 748
euro ogni anno per pagare le fatture del servizio idrico, mentre
un'altra famiglia di Catania se la caverà con soli 224 euro. I dati del
report – disponibili anche online su una cartina nazionale navigabile - fanno riferimento ad una famiglia tipo di tre membri che consumano ogni anno in media 192 metri cubi di acqua.
Le carenze del servizio idrico
Nonostante tutto però, in base ai dati Istat, gli italiani si rivelano abbastanza soddisfatti del servizio idrico. Il grado di apprezzamento tuttavia si riduce spostandosi dal Nord verso il Centro, e ancora di più verso Sud e Isole. Qui un nucleo su tre lamenta bollette poco comprensibili, mentre uno su quattro non gradisce l'odore, la limpidezza e il sapore dell'acqua di rubinetto. Secondo lo studio di Cittadinanzattiva anche le Carte dei servizi presentano ancora diverse lacune: nel 63% dei casi si tace l'esistenza del bonus sociale idrico. In un caso su tre non si fa riferimento alla qualità dell'acqua erogata. Né sono inseriti i riferimenti per contattare le associazioni dei consumatori, che nella metà dei casi comunque sono coinvolte nella stesura di questi documenti.Accesso universale non ancora garantito
A oggi non è ancora assicurato a tutti un quantitativo di acqua corrispondente al minimo vitale, rivela una consultazione civica svolta nel periodo pre Covid19 dalla stessa associazione dei consumatori. Per quale motivo? Al Sud e nelle Isole si segnalano ordinanze di non potabilità dell'acqua (nel 17,4% dei casi), ma anche interruzioni e razionamenti per periodi prolungati. Inoltre, vige ancora una generale disinformazione su tanti aspetti. A cominciare dalla tariffa del servizio idrico integrato che viene applicata dal proprio gestore, nota a pochi (solo il 35,5%). Non si sa chi siano i soggetti competenti in materia di controllo di qualità delle acque destinate al consumo umano, né si è soliti consultare i siti dei vari gestori idrici per saperne di più. La bolletta resta il canale informativo privilegiato. Si è all’oscuro in molti casi anche dell'esistenza del bonus sociale idrico destinato ai nuclei in condizioni di disagio.Gli italiani non fanno a meno della plastica
Nonostante i cambiamenti climatici, e le varie campagne di sensibilizzazione per promuovere l’uso dell’acqua di rubinetto, il Belpaese non sa ancora rinunciare del tutto alla comodità delle bottigliette usa e getta. Anche se molti (46,4%) usano l’acqua di casa, c’è chi proprio ce la fa (44%). Una scelta dettata, secondo Cittadinanzattiva, anche dalla sfiducia verso i controlli sulla potabilità e qualità dell'acqua di rubinetto (43,6%). Ma c'è anche chi non gradisce il sapore dell’acqua del rubinetto domestico (50,1%) oltre a una sparuta minoranza che ritiene che quella confezionata abbia effetti benefici sulla propria salute (15,4%) e alcuni che infine sostengono di conoscerne la provenienza (75,5%). Dunque si continua senza sosta ad acquistare bottiglie e bottigliette: circa 2,2 al giorno per famiglia con una spesa media mensile di 18 euro.Gli italiani sono addirittura tra i maggiori consumatori al mondo di acque minerali, al terzo posto dopo Messico e Thailandia, conferma un recente studio Ismea. E negli ultimi dieci anni le vendite delle minerali in plastica sono più che raddoppiate, sottolinea l'Istituto di servizi per il mercato agricolo alimentare, passando da 5 miliardi di bottiglie del 2009 a 10 miliardi di bottiglie del 2019. Un incremento delle vendite che riguarda soprattutto il Sud e la Sicilia in particolare. Mentre le bottiglie di vetro restano sugli scaffali: lo scorso anno se ne sono vendute 24 milioni circa, mentre dieci anni fa erano circa 31 milioni.
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