È morta a Palermo Rita Borsellino. La sorella minore del magistrato ucciso da Cosa nostra il 19 luglio del 1992 aveva 73 anni.  Malata da qualche tempo, si trovava in terapia intensiva. Farmacista come il padre, ha gestito per anni la farmacia di famiglia nel quartiere della Kalsa. Dopo l’omicidio di Paolo Borsellino – ucciso in via d’Amelio, sotto casa della madre – aveva cominciato a girare le scuole per raccontare la storia di suo fratello senza chiamarlo mai eroe. “Lui si sentiva una persona normale e così io lo racconto a chi me ne chiede”, diceva lei.
Dopo essersi impegnata nell’Arci e nell’associazione Libera di don Luigi Ciotti, nel 2006 vinse le primarie del centrosinistra e si candida presidente della Regione Siciliana, sfidando il governatore uscente Salvatore Cuffaro, in quel momento accusato di favoreggiamento a Cosa nostra (verrà poi condannato in via definitiva). La votano in 1.078.259 persone, risultando oggi l’esponente di centrosinistra più votata nella storia in Sicilia. Quei voti, però, non bastarono a battere Cuffaro che di preferenze ne raccolse addirittura trecentomila in più. Quella campagna elettorale rimase comunque nella storia dell’isola perché raccolse grande sostegno tra i giovani e la società civile.

Poi nel 2009 Borsellino venne eletta europarlamentare con il Pd grazie a ben 230mila voti di preferenza. Tre anni dopo, nel 2012, Pierluigi Bersani la candidò alle primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco di Palermo. Raccolse l’appoggio anche di Leoluca Orlando ma viene sconfitta per pochi voti. Non si ricandida all’europarlamento e negli ultimi anni ha visto aggravarsi le sue condizioni. A febbraio perde il marito, Renato Fiore. Alla vigilia di ferragosto l’ultima crisi. Lascia tre figli: Claudio, Cecilia e Marta.