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Conosco molte persone che votano Pd, +Europa
e LeU. Conosco ancora piú persone che questi partiti hanno smesso di
votarli. Quello che quasi tutti questi amici hanno in comune è che sono
mossi da valori sinceramente progressisti; valori di libertà, giustizia
sociale e democrazia.
La differenza tra coloro che votano ancora i partiti della sedicente
sinistra e coloro che hanno deciso di non votarli, è che questi ultimi
si sono resi conto che i partiti della sedicente sinistra non perseguono
più, nei fatti, quei valori di cui continuano a pretendere di essere i
portavoce. I partiti della sedicente sinistra continuano a sostenere di
volere fare l’interesse del popolo ma, al di là della narrativa e dei
discorsi, si sono piegati ad una visione dell’economia (quella neoliberista) che è sostanzialmente incompatibile con la democrazia
liberale in quanto mette gli interessi di poche corporazioni private
davanti all’interesse ed al volere della collettività. La dittatura, nel
mondo occidentale, esiste: è la dittatura del capitale finanziario. Il
“fascismo bianco” (come lo chiama Tremonti – il fascismo perpetuato
tramite debito pubblico, spread, rapporto deficit-Pil, etc…) limita
libertà e diritti e sovverte il volere popolare, svuotando le
istituzioni di democrazia quanto una qualunque dittatura militare – per quando certamente in modo diverso.
Questa Unione Europea è un fulgido esempio di come il Fascismo Bianco – l’Econocrazia – possa mantenere le apparenze di una democrazia liberale nonostante le istituzioni democratiche ne vengano quotidianamente svuotate. L’Europa unita – che doveva essere l’Europa
dei Popoli – è un infatti esempio di come le istituzioni democratiche
possano essere controllate ed usate per perseguire interessi finanziari
particolari piuttosto che il volere ed il benessere della collettivitá;
non a caso il Parlamento Europeo è l’unico Parlamento al mondo a non
avere il potere legislativo. La condizione politica
in cui viviamo si concretizza in un paradosso che è ancora difficile da
affrontare e capire per molti: chi si definisce progressista non può
che combattere i partiti della sedicente sinistra; chi si dice
sinceramente europeista non può non criticare queste istituzioni
europee… Per ritornare a lottare per la realizzazione di un modello di
società basato su libertà, pari opportunità e giustizia sociale, bisogna
combattere una dittatura che usa l’economia, e gli indicatori economici, per svuotare di democrazia sostanziale le democrazie liberali.
Noi europei non siamo più abituati alla dittatura e, al momento, i
nostri bisogni primari (sicurezza, cibo) ci sono garantiti (il diritto
alla salute e quello all’istruzione sono i primi ad essere sotto
attacco). Ma c’è chi, essendo abituato alla dittatura, aveva uno sguardo
più smaliziato e attento alla sostanza delle cose, e capì benissimo che
ruolo aveva il cosiddetto “debito pubblico” (che altri chiamano
“ricchezza pubblica”) nel limitare il potere
delle democrazie. Sankara, personaggio politico sconosciuto a molti
(non era un fulgido liberale, come avrei preferito io, ma piuttosto
aveva tendenze marxiste), è morto per difendere il proprio popolo dallo
strumento principe di controllo della dittatura bianca: il debito. A
coloro che si considerano europeisti, democratici, e liberali, consiglio
vivamente di vedere questo video del discorso di Sankara alle Nazioni Unite.
Oggi, la strategia del debito che veniva usata per controllare
l’Africa, viene usata per controllare le democrazie europee. A tutti
coloro che sono animati
da sentimenti davvero progressisti, umanitari, libertari e sociali,
consiglio davvero di considerare cosa si cela dietro la narrativa che
compara il debito pubblico al debito privato.
A tutti coloro che continuano a votare la sedicente sinistra
consiglio di chiedersi se le persone cui fanno riferimento, esperti di politica
da anni, davvero non siano consapevoli di come le attuali (mancate)
politiche economiche siano strumentali a guidare una involuzione
antidemocratica. Anche nel ‘32, quando Roosevelt vinse le elezioni, il
mondo della finanza
premeva affinché “il popolo” pensasse al benessere delle generazioni
future, evitando politiche di carattere espansivo. Roosevelt vinse le
elezioni e, attraverso politiche economiche liberali di carattere
fortemente espansivo (la celebre frase «dobbiamo solo avere paura della
paura stessa», si riferiva proprio al debito) rilanciò l’economia americana. Quanta confusione c’è tra i sostenitori di +Europa tra liberalismo e neoliberismo… Anche l’Europa
che conosciamo e tanto vogliamo difendere – quella liberale, dello
stato sociale e delle pari opportunitá – è stata costruita su politiche
economiche di carattere espansivo: si chiamava Piano Marshall. Nella storia recente, tutte le “crisi”
economiche si sono superate con politiche economiche di carattere
espansivo (o invasioni militari), non certo con misure di austerità
volte a permettere il drenaggio di capitali e la conservazione del loro
valore assoluto.
Coloro che oggi sostengono questa Unione Europea,
le sue istituzioni e le sue politiche economiche – considerando l’Ue
come un fine e non come un mezzo per la difesa e la diffusione di
libertà, giustizia sociale e democrazia
– non sono europeisti, non sono liberali e non sono progressisti. Sono
piuttosto persone manipolate dalla narrativa del mondo della finanza
che mette Cbas (cost benefit analysis) davanti al benessere della
collettività. Sono la finta intelligentija del fascismo bianco, usata
dall’Econocrazia per fare propaganda. Pensando alle molte persone che
ancora supportano i partiti della sedicente sinistra, mi domando come
mai non riescano più a distinguere la narrativa dai fatti e a capire che
sono stati raggirati: su tutti i temi politici sostanziali. È davvero
incredibile come gli elettori del Pd e di +Europa, persone spesso di grande sensibilità social-liberale e progressista,
siano completamente confuse. Anche quando si parla di immigrazione,
oramai queste persone sembrano solo abituate a reagire con il loro
grande cuore, senza però ricorrere alla mente e alla strategia.
Certo, il cuore ci dice che bisogna aiutare e accogliere chi proviene
da territori di guerra (anche se Roosevelt insegna che per aiutate gli
altri bisogna prima combattere gli oppressori “interni”: povertà e
mancanza di democrazia).
Non potrei mai chiudere le porte a coloro che scappano da guerra e
morte. Ma non si può aiutare il viandante che chiede copertura dal
freddo se questo è l’unico, nel suo villaggio, ad essere riuscito a
raggiungerci. Bisogna piuttosto dargli ago e filo e insegnarli a cucire,
di modo che questo possa insegnare a cucire coperte a tutto il suo
villaggio. Invece di coprire un uomo solo, un fortunato, avremo coperto
tutti coloro che avevano freddo, ed avranno deciso di rimboccarsi le
maniche. Spesso, i cosiddetti immigrati “economici” (definizione che
odio, ma che userò) sono le persone piú avvantaggiate, colte e
indignate; sono coloro che piú potrebbero aiutare il loro paese a
rialzarsi. Invece di fare loro l’elemosina (con il solito senso di
superiorità che caratterizza il “buonismo”) sarebbe meglio considerare
quelle persone capaci di guidare una rivoluzione democratica e armarle
di danaro, risorse e sponde politiche.
Guardo oggi con simpatia e amarezza a coloro che, animati da un
sentire progressista, social-liberale e democratico, votano partiti che
di progressista non hanno nulla, e che criticano persino il principio
della sovranità del popolo – cosí bene espresso nella nostra
Costituzione. Guardo con simpatia e amarezza quegli amici che continuano
a votare i partiti della sedicente sinistra. In fondo, anche loro come
gli “immigrati economici”, preferiscono avere “fede” e chiedere aiuto
all’alto (politica,
religione) piuttosto che usare il loro senso critico e la loro
iniziativa per rimboccarsi le maniche e combattere coloro che li
raggirano quotidianamente, sfruttando la loro moralità e “insegnando”
loro che bisogna obbedire al debito… Cari amici, usate il vostro senso
critico; distinguete la narrativa dai fatti e mettetevi in gioco in
prima persona. Decidete di tornare a lottare per democrazia, libertà e giustizia sociale – questo sì, per le generazioni future.
(Marco Moiso, “Un pensiero per gli amici di Pd, +Europa e LeU”, dal blog del Movimento Roosevelt del 17 agosto 2018. Già coordinatore nazionale del movimento, Moiso è supervisore MR per il Regno Unito).
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giovedì 23 agosto 2018
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