Sedici
braccianti morti in 48 ore, sulle stesse strade del foggiano e nelle
stesse modalità, non sono affatto una fatalità. Sono la conseguenza
obbligata, quasi statistica, di una filiera integrata e infernale che va
dallo sfruttamento nei campi di persone ridotte quasi in schiavitù e la
grande distribuzione commerciale, dove vige la concorrenza sui prezzi
al massimo ribasso.
Un’attività
che si svolge sotto il sole, in senso fisico, e sotto gli occhi di
tutti. Ma che sembra invisibile – alla faccia delle cosiddette “leggi
anti-caporalato” – soltanto alla varie polizie che stazionano sulle
strade, o agli ispettori del lavoro, sempre meno e disincentivati
dall’uscire dagli uffici per “non disturbare l’economia locale”.
E
dire che tutta la movimentazione dei braccianti, dai punti di partenza
fino nei campi, avviene con furgoni fatiscenti, spesso con targa
straniera, in condizioni tali da non poter circolare legalmente.Potere al Popolo! è al fianco delle famiglie dei caduti e parteciperà sia allo sciopero per domani, sia alla marcia che andrà da San Severo a Foggia.
Saremo alla “marcia dei berretti rossi”, come quelli indossati dai braccianti agricoli morti nei due incidenti stradali; quelli che indossano nei campi come unica protezione dal solleone mentre raccolgono i pomodori per la vergognosa paga di un euro al quintale.
Nessun commento:
Posta un commento