lunedì 20 agosto 2018

Militanti dei centri sociali bloccano un negozio Benetton a Palermo: "Basta profitti sulle nostre vite".

Irruzione a via Ruggero Settimo in segno di protesta contro "le responsabilità della famiglia Benetton" nel crollo del ponte Morandi a Genova.

Risultati immagini per negozio benetton palermoUn gruppo di militanti dei centri sociali hanno fatto stamane irruzione nel negozio Benetton in via Ruggero Settimo a Palermo, per protestare contro "le responsabilità della famiglia Benetton e dei politici trasversali agli schieramenti che ne hanno favorito gli affari a scapito della sicurezza della popolazione". I militanti hanno fatto un sit-in avanti l'entrata del negozio con uno striscione in cui è scritto 'Benetton, intrallazzi, affari, stragi, basta profitti sulle nostre vite'.
"Il crollo del ponte di Genova - affermano i militanti - ha portato con sé oltre 40 vittime. Questa tragedia, l'ennesima, ci riporta davanti agli occhi il modo in cui i grossi imprenditori italiani con la complicità dello Stato centrale hanno gestito e gestiscono la cosa pubblica: come un comitato dell'intrallazzo dove le vite delle persone valgono meno di niente, dove conta solo il profitto. Come riportato dai giornali, la gestione delle autostrade italiane è stata concessa dallo Stato alla famiglia Benetton che è la principale azionista della società Autostrade per l'Italia. 
Sono loro, dunque, che hanno la responsabilità di questa strage, insieme a tutti i politici che ne hanno favorito gli affari".

"Sappiamo però - dice Giorgio Martinico, portavoce dei Centri Sociali di Palermo - che non è la prima e che non sarà nemmeno l'ultima. Assistiamo, infatti, ad una gestione della cosa pubblica dove ha più importanza la costruzione di grandi opere inutili, rispetto alla manutenzione e al potenziamento delle infrastrutture esistenti. Una gestione che impone, anche qui in Sicilia, il pagamento del pedaggio autostradale al Consorzio per le autostrade siciliane. Un pedaggio che garantisce alla Regione incassi milionari. Soldi che non vengono utilizzati in investimenti per la messa in sicurezza delle nostre strade".

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