«Le
peggiori politiche di estrema destra e le pratiche degli imperialismi
espansionisti, si realizzano con gli attentati terroristici, e gli
omicidi politici», ci dice il professor Luciano Vasapollo al telefono.
Una dichiarazione che spiega in maniera efficace quanto avvenuto nel
pomeriggio di ieri in Venezuela. Lo abbiamo contattato proprio per
provare ad approfondire e spiegare il significato dell’attentato contro
la vita del presidente venezuelano Nicolas Mauro organizzato ieri a
Caracas nel bel mezzo delle celebrazioni per l’anniversario di
fondazione della Guardia Nazionale.
Luciano
Vasapollo è uno dei maggiori esperti in Italia della realtà
latinoamericana. Nessuno più di lui conosce le ‘vene aperte’
dell’America Latina e le trasformazioni in atto nel continente. Dove le
destre più estreme in combutta con le oligarchie, in Venezuela così come
in Nicaragua, prendono la strada del terrorismo aperto vista la totale
incapacità di contrapporsi ai governi progressisti e socialisti sul
terreno democratico.
Intervista
Professore, cosa è accaduto ieri a Caracas?
Innanzitutto
permettimi di dire che il Governo Rivoluzionario della Repubblica
Bolivariana del Venezuela e il suo Presidente hanno tutta la solidarietà
degli intellettuali progressisti, democratici e rivoluzionari in tutto
il mondo che sono più determinati che mai a seguire la via della pace,
delle leggi democratiche e la Costituzione. Queste sono le strade della
Rivoluzione Bolivariana e saremo sempre con il Presidente Maduro, con il
suo governo e con il popolo rivoluzionario di Chavez.
Cosa
è accaduto ieri? Almeno due esplosioni, con un atto di natura
terroristica, si sono verificate contro la tribuna del presidente, e i
membri della Guardia Nazionale durante la celebrazione del 81°
anniversario delle forze armate. Gli esplosivi, pare del plastico C4, in
dispositivi aerei (droni) sono stati diretti contro la persona del
Presidente e il gruppo di membri del governo e alti funzionari che erano nella tribuna.
Ci
sono stati dei feriti. Le forze di sicurezza hanno agito
immediatamente e hanno arrestato diverse persone, autori dell’attacco.
Abbiamo la piena convinzione che dietro questo tentativo di omicidio del
Presidente vi sia l’oligarchia venezuelana e l’estrema destra fascista
con il sostegno delle forze terroristiche internazionali che operano in
funzione dei peggiori interessi imperialisti.
Quali obiettivi si celano dietro la volontà di eliminare fisicamente il presidente Maduro?
Non
essendo in grado di affrontare Maduro e il chavismo sul terreno
elettorale, le oligarchie e i fascisti venezuelani sono tornati al
terrorismo aperto. Il metodo degli attentati politici è rivolto contro
il popolo bolivariano contro la sua cultura politica di pace e
autodeterminazione. Le peggiori politiche di estrema destra e le
pratiche degli imperialismi espansionisti, si realizzano con gli
attentati terroristici, e gli omicidi politici. L’attacco fallito è
stato organizzato dall’ultra-destra venezuelana in collusione con
l’oligarchia con il supporto assoluto del terrorismo internazionale
legato a più forze dirette dall’impero e ai loro infami servi.
Siamo
convinti che questo attacco abbia cercato di fermare l’attuazione di
nuove misure per la ripresa economica annunciate dal presidente Nicolás
Maduro contro la guerra economica dell’impero e per dare a tutti i
cittadini stabilità e prosperità.
Cosa ha intenzione di fare il governo bolivariano per contrastare efficacemente l’assedio e la guerra economica?
Non
è un caso che questo attentato sia avvenuto proprio ieri. Maduro stava
per annunciare il nuovo programma economico che il governo bolivariano
ha intenzione di implementare per procedere a una necessaria
ristrutturazione e attualizzazione del sistema economico venezuelano.
Attualmente il problema principale riguarda la diversificazione
produttiva. Di fronte a una crisi sistemica a cui il capitalismo cerca
di reagire per sopravvivere, era logico pensare che avrebbe giocato una
partita pesantissima sul prezzo del petrolio. Si sarebbe dovuto tenere
maggiormente in conto il pericolo di dipendere dal prezzo del petrolio e
dall’agire delle borghesie transnazionali. Se dipendi dal prezzo del
petrolio, ti colpiscono con una manovra speculativa sui tassi di cambio,
impedendoti di emettere titoli del debito pubblico e agendo quindi sul
mercato finanziario e poi su quello delle risorse naturali e delle
merci.
Se
un paese dipende fortemente e quasi unicamente dalle dinamiche indotte e
controllate dai prezzi di mercato, lo colpiscono agendo condizionando e
indirizzando a favore delle multinazionali i meccanismi di mercato.
Perché quando il prezzo del barile scende dai 130 dollari a 35-40
dollari, quello venezuelano precipita a 22: sei volte di meno.
Immettono
petrolio scadente estratto con la tecnica del fracking, devastante a
livello ambientale, ma a basso prezzo. Si rivolgono e ricattano le
petromonarchie e impongono regole speculative: metti dentro questo
mercato quantità enormi di petrolio e abbassa il prezzo.
L’obiettivo
primario è quindi quello di superare il cosiddetto ‘rentismo’, ossia
andare oltre il modello economico basato esclusivamente sulla rendita
derivante dalle commodities. Quelle materie prime di cui il
Venezuela è ricchissimo. Il governo ha poi intenzione di recuperare il
valore della moneta nazionale, il bolivar, attraverso una riconversione
monetaria e agganciando il bolivar al Petro. Moneta virtuale ideata e
lancia con l’obiettivo di superare i problemi di finanziamento provocati
dalle illegali e criminali sanzioni imposte dal governo statunitense di
Donald Trump.
Insomma,
si punta a un netto cambio di direzione in ambito economico per dare
nuova vitalità e slancio al socialismo bolivariano.
Perché tanta pervicacia e violenza contro il Venezuela?
Per
quello che rappresenta il governo bolivariano. Un paese sovrano,
libero, indipendente che può decidere per il suo popolo e non a
vantaggio delle sole corporazioni finanziare come utilizzare le sue
risorse. Un miraggio, un sogno per i paesi europei che hanno scelto
l’austerità e la perdita dei diritti per seguire le gabbie di quelle
organizzazioni sovranazionali che il Venezuela da Chavez a Maduro ha
saputo cacciare. Perché il popolo venezuelano con la sua resistenza
eroica ha mostrato ai popoli del mondo che l’impero non è invincibile.
Il nostro circuito mediatico mainstream come al solito cerca di minimizzare l’accaduto o mistificare.
Non
è certo una novità. L’argomento lo abbiamo già affrontato in occasione
della recente riforma della costituzione a Cuba. Sui media mainstream
assistiamo a un incredibile impasto tra ignoranza e malafede. Utilizzano
alla perfezione la tecnica che comunemente viene definita della
post-verità. Si capovolge lo scenario reale facendo passare l’aggredito
per aggressore. Così su questi quotidiani e telegiornali ormai morenti
che non segue più nessuno vediamo il presidente Maduro dipinto come un
pericoloso e spietato dittatore dedito a reprimere il proprio popolo.
Quando invece lo scenario è esattamente opposto. Il presidente Maduro
difende il popolo venezuelano dagli assalti dell’impero e dei suoi
servi. Anche mettendo a rischio la propria incolumità.
Professore,
in conclusione, quali prospettive per l’America Latina socialista e
progressista? E questa rimane ancora un punto di riferimento per la
sinistra italiana?
Le
prospettive sono buone. Senz’altro le forze conservatrici hanno
guadagnato delle posizioni, ma a mio avviso la teoria sulla fine del
ciclo progressista è smentita dai fatti. In circa dieci anni sono
riusciti a vincere solo due tornate elettorali. Le ultime presidenziali
in Argentina, e le legislative in Venezuela. Poi c’è stato il tradimento
di Moreno in Ecuador. Ma il nucleo duro della ‘Patria Grande’, ossia
Cuba, Venezuela, Bolivia, Nicaragua – con Ortega che resiste alle
sanzioni e la violenza terrorista scatenata dai soliti circoli
imperialisti con la complicità delle oligarchie locali. Poi abbiamo Lula
in Brasile che si trova incarcerato senza alcuna prova a suo carico, ma
resta il grande favorito per le presidenziali di ottobre. Tutti i
sondaggi lo indicano come il candidato preferito dal popolo brasiliano.
L’America
Latina socialista e progressista resta, e così dev’essere, un
riferimento imprenscindibile per la sinistra in Italia. Dove la sinistra
‘tradizionale’ è passata a armi e bagagli nel campo avverso
introiettando in pieno il neoliberismo, espungendo di fatto il
socialismo e ogni idea di trasformazione sociale. Un esempio su tutti,
il Partito Democratico, che sostiene apertamente i fascisti
venezuelani.
Mentre
abbiamo una nuova sinistra, in fieri, che dovrebbe attingere a piene
mani dall’esperienza latinoamericana. Quella bolivariana del Venezuela
in particolare. Come affermava uno dei più grandi rivoluzionari di tutti
i tempi, Fidel Castro, «rivoluzione è il senso del momento storico».
Questo
è il momento del sostegno a Maduro e alla Rivoluzione Bolivariana.
Serrare le fila per dire: No all’imperialismo, no alla guerra militare
ed economica, psicologica e mediatica contro l’autodeterminazione del
processo rivoluzionario chavista bolivariano, e condurre una dura lotta
contro il terrorismo fascista e imperialista! Non saranno in grado di
impedire o fermare il popolo e il governo venezuelano nell‘eroico sforzo
di autodeterminazione per costruire una patria socialista e un mondo di
pace e solidarietà internazionalista.
* da L’Antidiplomatico
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