Autoproduzione
e condivisione dell’energia prodotta da fonti rinnovabili. Sono questi i
princìpi alla base della legge sulle comunità energetiche approvata
all’unanimità dalla terza Commissione del Consiglio Regionale del
Piemonte e pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
La
nuova norma, che pone il Piemonte come regione all’avanguardia a
livello nazionale, permetterà a comunità di persone, enti e imprese di
scambiare tra loro l’energia prodotta da fonti alternative.
L'obiettivo delle comunità energetiche sarà quello di agevolare la produzione e lo scambio di energie generate principalmente da fonti rinnovabili, nonché l'efficientamento e la riduzione dei consumi energetici.
Con la legge regionale numero 12 del 3 agosto 2018, il Piemonte ha dunque stabilito che i Comuni che intendono proporre la costituzione di una nuova comunità energetica, oppure aderire a una comunità energetica esistente, dovranno adottare uno specifico protocollo d'intesa, redatto sulla base di criteri che dovranno essere indicati da un futuro provvedimento regionale.
Con la legge regionale numero 12 del 3 agosto 2018, il Piemonte ha dunque stabilito che i Comuni che intendono proporre la costituzione di una nuova comunità energetica, oppure aderire a una comunità energetica esistente, dovranno adottare uno specifico protocollo d'intesa, redatto sulla base di criteri che dovranno essere indicati da un futuro provvedimento regionale.
Le comunità energetiche,
alle quali possono partecipare soggetti sia pubblici che privati,
possono acquisire e mantenere la qualifica di soggetti produttori di
energia se annualmente la quota dell'energia prodotta destinata all'autoconsumo da parte dei membri non è inferiore al 70% del totale.
La
Regione, attraverso futuri incentivi ad hoc, si impegna a sostenere
finanziariamente la fase di costituzione delle comunità energetiche, le
quali potranno anche stipulare delle convenzioni con Arera, al fine di
ottimizzare la gestione e l'utilizzo delle reti di energia.
“Il
Piemonte, prima regione italiana a dotarsi di una legge di questo tipo,
fa un passo importante nella direzione dell’autosufficienza energetica e
della costruzione di un nuovo modello di cooperazione territoriale
virtuosa - ha commentato Fabio Dovana, presidente di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta - Una scelta importante che speriamo sia seguita da altre Regioni ma soprattutto dal Governo nazionale che
invitiamo a recepire subito la Direttiva europea che verrà approvata ad
ottobre su prosumer e comunità dell'energia, per evitare di perdere due
anni e aprire subito opportunità nei territori e dar così forza
all’autoproduzione e alla distribuzione locale di energia da fonti
rinnovabili. La generazione diffusa di energia e un’autonoma efficienza
energetica contribuiscono infatti alla riduzione del consumo di fonti
fossili, delle emissioni inquinanti e climalteranti, ad un miglior
utilizzo delle infrastrutture, alla riduzione della dipendenza
energetica, alla riduzione delle perdite di rete e ad un’economia di
scala”.
Il
tema dell’autoproduzione e della distribuzione locale di energia da
fonti rinnovabili è al centro dell'interesse generale per le opportunità
che si stanno aprendo con l’innovazione nella gestione energetica,
grazie all'efficienza e alla riduzione dei costi delle tecnologie e
delle reti. Anche in Italia questa prospettiva avrebbe grandi
potenzialità perché, in questa forma, le fonti rinnovabili anche senza
incentivi diretti, potrebbero offrire un’adeguata risposta alla domanda
di elettricità e calore negli edifici e nei territori, creando valore e
nuova occupazione.
Il
Piemonte dunque, prima regione italiana, cerca di intercettare questa
opportunità su ampia scala dopo anni in cui sul territorio, in forma
sperimentale, è stato portato avanti ad esempio il progetto di Comunità
Energetiche del Pinerolese promosso come capofila dal Comune di
Cantalupa, con un piano di azione orientato all’autosufficienza
energetica e volto alla costruzione di una comunità energetica locale.
Ora questo tipo di esperienze potrà uscire dalla fase sperimentale e
avere un’ampia diffusione.
“La
nuova legge regionale va nella direzione da noi auspicata –aggiunge
Dovana - anche se avremmo preferito che gli obiettivi e le azioni che
vengono previsti per le future comunità energetiche fossero meno
generici e prevedessero inscindibilmente la riduzione del consumo di
fonti fossili associata con la riduzione delle emissioni inquinanti
e climalteranti. Chiediamo quindi alla Giunta Regionale, nella
predisposizione dei provvedimenti attuativi della legge appena
approvata, di stabilire regole per evitare che l'incentivo alle comunità
energetiche diventi un sussidio acritico alla realizzazione di
qualsiasi tipo di centrale a biomassa”.
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