Non facciamoci illusioni. Il ponte crollato a Genova non convincerà la classe dirigente a prendere decisioni significative sulla necessità di manutenzione di cui tutta l'Italia ha bisogno. Molto meglio agire in stato di emergenza: si evitano contorti iter burocratici e contestazioni, le stime dei costi si adeguano all'evolversi delle varie situazioni che si presentano, e quindi perchè cercare di prevenire?
red.C.R@P
Con questo sistema ci rimettono solo le vittime e la loro cerchia affettiva, tutti gli altri operatori economici ci guadagnano e tanto.
Eppure non mancano persone competenti, persone sensibili che vogliono rispettare l'ambiente perchè è giusto. Persone che pensano che il lavoro ci sarebbe per tutti e adeguatamente retribuito se non fosse che troppo pochi vogliono guadagnare troppo. Non si scappa, escludendo gli eventi naturali catastrofici e imprevedibili, tutto il resto dipende anche da noi.
Si potrebbe stilare un catalogo di strumenti utilizzabili (Osservatori indipendenti, monitoraggio degli appalti, commissioni di controllo, audit publico...), ma se non vinciamo l'indifferenza e la rassegnazione e decidiamo d'impegnarci e di organizzarci, ognuno come meglio crede, per ribaltare questo schema rimettendo al primo posto il rispetto per le persone, per l'ambiente... e non i soldi e l'economia, non cambierà proprio niente, perchè a quelli che decidono semplicemente non conviene. E per noi sopravvivere sarà sempre più complicato.
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martedì 14 agosto 2018
Crollano ponti, strade sprofondano, alberi cadono, e poi valanghe e poi alluvioni...Perchè?
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