È partita oggi la campagna #ipesticididentrodinoi.
Per 15 giorni dieta 100% bio, poi nuove analisi delle urine.
Quanti pesticidi ci sono nel corpo di un italiano
comune, che preferisce i cibi preparati in casa a quelli precotti o
congelati, ma che non ha l'abitudine ad acquistare biologico?
Decisamente troppi, a giudicare dai risultati delle analisi delle urine
della famiglia romana D., composta da Marta (46 anni, logopedista),
Giorgio (47 anni, programmatore informatico), Stella (9 anni) e Giacomo
(7 anni). Cosa cambierà, dopo una dieta 100% bio, lo sapremo tra 15
giorni, quando ritireranno le nuove analisi. Per ora ciò che emerge è
che ci sono molti, troppi pesticidi dentro di noi, come recita il titolo
della campagna #ipesticididentrodinoi lanciata oggi da
Cambia La Terra,
progetto di informazione contro i pesticidi voluto da Federbio con
Isde- Medici per l'Ambiente, Legambiente, Lipu e WWF, e coordinato da un
comitato dei garanti di cui fanno parte – oltre ai rappresentanti delle
associazioni citate – singole personalità del mondo della ricerca.
La campagna si focalizza sulla presenza nel corpo umano di alcuni tra
i pesticidi ed erbicidi più utilizzati in agricoltura: glifosato,
clorpirifos e piretroidi. Basta una semplice analisi delle urine per
scoprire di essere pesantemente contaminati. In tre membri della
famiglia sono emerse alte concentrazioni di glifosato, l'erbicida per
cui in queste settimane l'Europa deve decidere o meno la possibilità di
utilizzo nei prossimi anni. Soprattutto uno dei genitori registra 0,26
microgrammi per litro, mentre il bambino più piccolo arriva 0,19
rispetto a una media generale di 0,12 microgrammi litro. Lo stesso
bambino, solo 7 anni di età, registra oltre 5 microgrammi di clorpirifos
per grammo di creatinina, un valore altissimo rispetto alla media della
popolazione che è 1,5 microgrammi per grammo. Quest'insetticida provoca
– tra i tanti altri danni – particolari effetti sulla capacità di
apprendimento e di attenzione. Infine, due prodotti della contaminazione
da piretroidi (Cl2CA e m-PBA) consistemente presenti nella famiglia. In
particolare, l'm-MPA arriva nella mamma a concentrazioni di circa 3,4
microgrammi per grammo: un record che si trova solo nel 5% delle
statistiche finora analizzate.
Scopo dell'esperimento sociale è dimostrare quanto l'assunzione di
pesticidi possa essere influenzata dalla dieta. Così una famiglia di 4
persone (i genitori, Marta e Giorgio assieme ai loro bambini, Stella di 9
anni e Giacomo di 7) ha accettato di fare il test sulla presenza o meno
di pesticidi nelle urine e – dopo 15 giorni di dieta 100% bio, quindi
totalmente priva di chimica di sintesi – ripetere le analisi per
verificare la differenza tra prima e dopo. Tutta la campagna
#ipesticididentrodinoi è online e tutti possono seguire giorno dopo
giorno, attraverso video e post della famiglia, l'evolversi della dieta.
Il 30 novembre prossimo saranno presentati i risultati finali e si
risponderà alla domanda: è possibile, con solo 15 giorni a zero
pesticidi, ridurre o eliminare la quantità di pesticidi che assorbiamo
quotidianamente attraverso gli alimenti?
Le indagini, effettuate su un campione individuale di urine, sono
state eseguite dal laboratorio di analisi Medizinisches Labor di Brema
certificato ISO, che ha già eseguito per le Coop Danimarca lo stesso
tipo di analisi. La Famiglia D., già attenta alle proprie scelte
alimentari, è comunque contaminata – in differenti percentuali a seconda
del componente – da sostanze chimiche.
Dalle analisi del laboratorio tedesco risulta che il livello di
glifosato – l'erbicida più diffuso e utilizzato al mondo, probabile
cancerogeno per l'uomo secondo l'Istituto internazionale di ricerca sul
cancro - nelle urine dei figli, Stella e Giacomo, è maggiore della
media. Per Giorgio è particolarmente alto, più del doppio della media
(116% in più).
Per quanto riguarda il clorpirifos – insetticida con effetti su
sistema nervoso centrale, sistema circolatorio e respiratorio - la
situazione è particolarmente preoccupante per Marta e il figlio Giacomo
che presentano concentrazioni superiori al 95% della popolazione di
riferimento, ma anche Giorgio e la figlia Stella hanno valori
sensibilmente più alti della media.
I piretroidi – pesticidi ad ampio spettro per cui sono dimostrati
disturbi dell'apprendimento, danni al sistema nervoso, al fegato, al
cuore, all'apparato digerente e sul sangue – sono stati distinti in due
dei più frequenti metaboliti (molecole in cui si scinde un composto
chimico): il Cl2CA e l'm-PBA. Tutti e quattro i componenti della
famiglia D. sono risultati positivi ai piretroidi per la presenza, in
particolare, dell'm-PBA. Nel caso di Marta c'è un valore molto elevato
per questo metabolita, tanto alto da essere superiore a quello che si
riscontra in una percentuale del 5% della popolazione di riferimento.
Nei figli sono presenti quantità sensibilmente superiori alla media non
solo per l'm-PBA, ma anche per Cl2CA.
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