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«La frutta era l’unico elemento della loro dieta. Quegli esseri del
futuro erano vegetariani rigorosi, e per tutto il tempo che rimasi con
loro, pur desiderando un pezzo di carne, fui frugivoro anch’io». È
l’anno 802.701. Il Viaggiatore del Tempo ha appena incontrato una delle
due razze che popolano il futuro della Terra: si tratta degli Eloi,
creature bellissime, fragili, pacifiche, piccole di statura come
bambini, dalla pelle color porcellana e simili tra loro anche nel sesso.
Conducono una vita di puro divertimento e sono dotati di scarsa
immaginazione e intelletto. Si tratta di una citazione de “La macchina
del tempo”, uno dei racconti più celebri di H.G. Wells, pubblicato per
la prima volta nel 1895. Nell’Inghilterra di fine Ottocento, uno
scienziato racconta ai suoi più stretti amici di aver trovato il modo di
viaggiare nel tempo, ma non viene creduto. Otto giorni dopo, durante
una cena a casa sua, il protagonista ricompare in uno stato
alterato, i vestiti in disordine e il volto spettrale: racconterà
davanti a una platea sbigottita, di aver viaggiato avanti e indietro nel
tempo fino a raggiungere l’anno 802.701, periodo in cui l’umanità è
divisa in due tronconi differenti: gli Eloi, appunto, e i Morlock,
esseri mostruosi che vivono nelle viscere della terra.
Costoro escono la notte per cibarsi delle carni degli Eloi, da loro
accuditi e allevati come bestie da macello. Se gli Eloi sono
fruttariani, i Morlock non solo sono carnivori ma si cibano addirittura
della carne dei fragili Eloi. Gli Eloi di Wells prefiguranoalcune
caratteristiche che ritroveremo nel capolavoro distopico di Aldous
Huxley, “Il mondo nuovo”. Gli abitanti del futuro (un futuro remoto in
Wells, più vicino a noi in Huxley) sono creature pacifiche che vivono in
apparenza in una società perfetta e felice. Gli Eloi però sono il cibo
dei Morlock, così come gli abitanti del mondo nuovo di Huxley sono
creature create in laboratorio e manipolate fin dalla nascita: sono cioè
“cavie” per il potere,
distratte dai problemi della vita tramite la saturazione del piacere.
Non vengono “mangiati” come gli Eloi, ma è la loro “anima”, la loro
capacità intellettiva e artistica a essere stata annullata dai
governanti. Viene da citare, seppur impropriamente, Charles Fort quando
scrisse «the Earth is a farm. We are someone else’s property».
Queste due opere hanno anche prefigurato molte tematiche ora più che
mai attuali che ho approfondito ampiamente in altre sedi con Gianluca
Marletta (“Governo Globale”, “La fabbrica della manipolazione”,
“Unisex”). Tornando alla citazione iniziale, è però interessante notare
come l’attuale moda “vegetariana” e “vegana” abbia preso una deriva
bizzarra, arrivando ad accettare di introdurre sulle nostre tavole carne
e pesce artificiale (in linea con l’orizzonte post-umano del
Transumanesimo che si pone come dottrina “spirituale” del mondialismo)
oppure una dieta che accolga nei nostri piatti anche gli insetti, ossia
l’entomofagia. Premesso che sono vegetariana da 21 anni e che dunque non
è mia intenzione “giudicare” regimi dietetici alternativi, mi sembra
però che si stia “spingendo” per l’assunzione di alimenti alternativi,
quasi si prefigurasse per il nostro futuro
una divisione in caste tra i poveri costretti a mangiare insetti,
frutta e verdura (che ovviamente saranno Ogm, mica biologici!) e i
sempre più ricchi a cui nulla sarà interdetto, tantomeno la carne che
sarà appunto un lusso per pochi eletti.
Mi sembra che oltre al mantra buonista e politicamente corretto del
Love is Love (che dal poliamore arriverà presto a battersi per la
legalizzazione della pedofilia), si stia andando di pari passo verso la
sponsorizzazione di una moda culturale hippie-chic-newaggiarola che
impone come modello per l’uomo del futuro un pacifista a tempo
determinato (cioè buono e amorevole solo nei confronti di coloro che
sono come lui, per gli altri nessuna pietà), empatico a intermittenza,
irrazionale, incapace di pensiero critico (sarà ormai schiavo del
bipensiero orwelliano) e di assumersi le proprie responsabilità.
Insomma, un bambino o al massimo un perenne adolescente emotivo, vittima
delle mode inculcate dalla propaganda e intrappolato nella visione
estetico-dongiovannesca dell’esistenza. La teoria della gradualità,
declinata nel Principio della Rana Bollita di Noam Chomksy o nella
Finestra di Overton, sembra ora voler sdoganare nell’opinione pubblica
occidentale anche l’introduzione di insetti sulle nostre tavole. Nascono
così start-up che si occupano di creare cibi a base di farina di grilli
o di altri insetti commestibili che presto saranno disponibili anche in
Italia.
La Fao ha lanciato da alcuni anni il programma “Edible insects” per
promuovere la diffusione dell’entomofagia, già seguita da circa 2
miliardi di persone nel mondo, principalmente in Asia, Africa e America
Centrale. Ciò avviene in base alle stime di sovrappopolazione che vedono
la Terra, nell’anno 2050, popolata da circa 9 miliardi di persone. Gli
insetti, pertanto, potrebbero diventare una “necessaria” fonte di cibo,
sia per la loro ricchezza nutrizionale sia per il minor impatto
ambientale del loro allevamento. Per ovviare al problema della
sovrappopolazione rientra anche la produzione di carne e pesce
artificiali, prodotti cioè in laboratorio. L’obiettivo, in apparenza
“legittimo”, sarebbe anche in questo caso, quello di risparmiare al
pianeta lo sfruttamento delle risorse ambientali. Ma è proprio questo lo
scopo? Il “progresso” legittima tutto ciò che è “sintetico”
e dall’altra rimodella la società in due macro caste metaforicamente
simili agli Eloi e ai Morloch. Forse i ricchi del futuro non mangeranno
fisicamente i più poveri, ma costoro rappresenteranno per loro “carne da
macello”, come lo siamo ora per i governanti. E come lo siamo sempre
stati. Manodopera da sfruttare, sorvegliare e controllare.
Torniamo a “La macchina del tempo” e al “Mondo nuovo”. Si tratta in
apparenza di due romanzi, uno fantascientifico, l’altro “distopico”.
Eppure hanno molto in comune se non fosse per gli interessi e il legame
tra i due romanzieri. Entrambi si inseriscono infatti nell’alveo
mondialista britannico di quegli anni, fervidi sostenitori del dogma
evoluzionistico, dell’eugenetica e del mondialismo, appassionati critici
del problema della sovrappopolazione e quindi neomalthusiani. H.G.
Wells era socio della Fabian Society (come entrambi i fratelli Huxley) e
del Coefficent Club, già allievo dello zio di Aldous, il biologo
darwinista Thomas Huxley, amico e collega del fratello di Aldous,
Julian, con cui aveva collaborato alla stesura nel 1927 di “The Science
of Life”. Il saggio proponeva il tema dell’evoluzione come fondamento
dell’etica di quello Stato
mondiale a cui Wells avrebbe dedicato il lavoro negli ultimi anni della
sua vita. Wells, nel 1928 pubblicò, ricorda Enzo Pennetta in “Inchiesta
sul darwinismo”, «un libro intitolato “The Open Conspiracy”, in cui
manifestò il proprio ideale di un mondo unificato sotto l’egemonia
anglosassone e ispirato agli ideali socio economici della Fabian
Society».
Nella raccolta “Idee per un nuovo umanesimo” (1961), premesso che «la
nuova organizzazione del pensiero deve essere globale», Julian Huxley
precisava che «la religione del prossimo futuro potrebbe essere una
buona cosa. Crederà nellaconoscenza»,
conciliando così il neodarwinismo e la filosofia positiva di Comte.
Infatti, concludeva, «la religione può essere utilmente considerata
ecologia spirituale applicata». L’umanesimo promosso infatti da
pensatori come Wells e i fratelli Huxley ha dato vita a un’ideologia
ibrida che unisce eugenetica, malthusianesimo, denatalismo, socialismo e
una spiccata attenzione per le scienze e il controllo sociale. Da lì a
pochi anni il nazismo avrebbe mostrato al mondo quali rischi implicava
l’eugenetica, ma i suoi princìpi base sarebbero sopravvissuti al crollo
del Terzo Reich e sarebbero confluiti in organizzazioni di stampo
mondialista come l’Unesco, fondata nel novembre del 1945. Julian Huxley,
sostenitore di svariati metodi di “selezione” della specie, ne sarebbe stato
nominato primo direttore. Il cerchio così si chiude, lasciando
intravedere il “filo conduttore” che anima ideologicamente molte fra le
scelte sociali, culturali e politiche degli anni che stiamo vivendo. E
su cui forse dovremmo riflettere… per non fare la fine degli Eloi.
(Enrica Perucchietti, “Insetti e Ogm: il cibo del futuro secondo i padroni del mondo”, dal blog “Interesse Nazionale”, novembre 2017).
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venerdì 24 novembre 2017
Insetti e Ogm: per l’élite sarà quello il nostro cibo del futuro
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