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«Da tempo assistiamo sgomenti alla sequenza di gravi crimini commessi
in nome dell’Islam. Poco però si sa in Occidente che le autorità
tradizionali islamiche non solo li hanno condannati con fermezza, ma
hanno avviato un intenso confronto su ciò che si debba intendere con
Islam, per distinguerlo da ideologie che ne tradiscono e uccidono il
senso spirituale. Per indicarle è corretto parlare di “islamismo”,
intendendo qualcosa che, pur cresciuto in seno all’Islam, è innanzitutto
per l’Islam il pericolo più grave». Lo scrivono Younis Tawfik, del
Centro culturale italo-arabo Dar Al-Hikma, e Claudio Torrero
dell’Associazione interreligiosa Interdependence. «Tali ideologie, la
cui espressione estrema è il terrorismo di Daesh, hanno una lunga storia
e una vasta diffusione sotto varie forme. Poiché tutto ciò è ben poco
noto in Occidente, è ora di prenderne coscienza». A ciò viene incontro
«per la prima volta il convegno “Islam contro islamismo. No ai violenti
in nome di Dio”, che si svolgerà sabato 18 novembre al Sermig di Torino
con la collaborazione di una parte significativa del mondo islamico
piemontese e italiano».
Lo promuovono il Centro culturale italo-arabo Dar Al-Hikma e
l’associazione interreligiosa Interdependence, con il sostegno del
Consiglio regionale del Piemonte, del comitato regionale per i diritti
umani e del movimento interreligioso Noi siamo con voi.
Prenderanno la parola studiosi ed esponenti del mondo islamico
italiano e internazionale: Luca Patrizi dell’Università di Torino,
Michele Brignone della Fondazione internazionale Oasis di Milano,
Francesco Chiabotti dell’Inalco di Parigi, Mustafa Cerić, Gran Mufti
emerito di Bosnia, l’imam Yahya Pallavicini del Consiglio Isesco per
l’educazione e la cultura, lo Shaykh Abd ar-Rahman Fouda dell’Università
di Al-Azhar del Cairo, Ibrahim Gabriele Iungo della Tariqa Shadhiliyya.
«Sarà una straordinaria occasione per capire la drammaticità del
dibattito in corso all’interno dell’islam».
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