Il Berlusconi pregiudicato vs il ‘personaggetto’ Renzi. Auguri, brava gente! Pezzi peraltro apprezzati, se sono richiesti anche all’estero. Non voglio inseguire la cronaca di una situazione socio-politica demenziale in cui il sopra diventa sotto, il passato non esiste, il futuro è solo promesso e in politica danzano nani e ballerine, marpioni e finti giovani, falsari accreditati e falsi garantiti. Guardo con distacco lo scenario che è davanti a noi, non fermandomi alla polvere superficiale, ma cercando di andare in profondità per vedere se vi sono coordinate che possono guidare un pensiero.
Comincio dai giornali e dai «media» in generale, in primo luogo la Tv, pubblica e privata. Nella quasi totalità, escluso il Fatto quotidiano che, non prendendo finanziamenti pubblici, rischia ogni giorno il giudizio dei suoi lettori che ogni mattina si recano in edicola, la maggior parte dei «mass-media» si dividono in «padronali» per natura e proprietà e pubblici per finta e per copertura. Nessuno fa più indagini, verifiche, ricerche, ma sono diventati la cinghie di trasmissioni delle veline da cui dipendono o a cui hanno fatto voto di «servitù volontaria». L’esempio di Milena Gabanelli che la Rai si lascia scappare o che induce fortemente ad andarsene e il Berluska «intervistato» (???) da Fabio Fazio che si presta per obbedienza a fargli da cassa di risonanza, senza porre alcuna domanda sulle stragi di cui è accusato lui e Dell’Utri o sul disonore di essere decaduto anche da cavaliere, ne sono ampi esempi di degrado irreversibile.

Matteo Renzi ha riaperto la Leopoldina, in tono minore, cui hanno fatto da contrappeso le urla dello «statino di Rignano» che, non sapendo parlare, urla sempre come un forsennato quasi volesse rassicurarsi di essere stato capace di avere convinto.