Lo scrittore ospite del liceo classico e musicale Palmieri usa per il gasdotto che approderà a Melendugno le stesse parole che aveva utilizzato per la Tav: "Credo che l’unanimità di risposta della comunità possa ritardare, ostacolare, sabotare l’opera". Proprio in queste settimane, la tensione è tornata a salire nel Salento per la "militarizzazione" del territorio.
Per aver usato quella stessa espressione nei confronti della Tav Torino-Lione, invitando la popolazione della Val Susa a continuare le proteste, De Luca è stato imputato in un processo a Torino, ma le accuse caddero al termine del procedimento: “Io – ha spiegato agli studenti – sono esperto di questa parola, sono stato incriminato e assolto perché il fatto non sussiste, perché la parola sabotare non istiga violenza”.
De Luca ha poi invitato la popolazione leccese a rimanere compatta: “Credo che l’unanimità di risposta della comunità possa ritardare, ostacolare, sabotare l’opera”. Proprio nelle ultime settimane, la tensione è nuovamente salita a Melendugno, il paese più vicino all’approdo di Tap. Tutto è iniziato la notte tra il 12 e il 13 novembre quando il prefetto di Lecce Claudio Palomba ha deciso di estendere la “zona rossa” attorno al cantiere in concomitanza con la ripresa dei lavori.
E nelle scorse settimane si è rotto anche il fronte dei sindaci contrari all’opera dopo la proposta di Tap di riversare sul Salento 55 milioni di euro di compensazioni. Oltre 30 primi cittadini si sono detti disponibili a discutere con azienda e il ministro per la Coesione territoriale Claudio De Vincenti, duramente attaccato da Michele Emiliano: “Non sarò mai ad un tavolo con De Vincenti, che tenta di creare consenso su Tap a San Foca, ciò che nessuno vuole – aveva detto il governatore della Regione Puglia a IlFatto.it – Rischia di sembrare un lobbista più che un ministro, se non la smette immediatamente con questi patetici tentativi di comprare un consenso che non avrà mai”.
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