Al vertice d'urgenza del Consiglio di sicurezza, Washington chiede di
isolare Pyongyang: "Cina tagli fornitura petrolio". La Russia a Seul:
"Fermi esercitazioni, alzano la tensione".
repubblica.it
Un clima di grande tensione ha accompagnato la seduta del Consiglio di sicurezza dell'Onu, convocata d'urgenza dopo il test balistico condotto dalla Corea del Nord e il successivo annuncio
di Pyongyang che si è proclamata "potenza nucleare". L'ambasciatrice
degli Stati Uniti Nikki Haley ha sottolineato che l'azione di Kim
Jong-un "avvicina il mondo alla guerra non lo allontana" anche se è un
conflitto che gli Usa non cercano. "E se ci sarà una guerra, il regime
nordcoreano sarà completamente distrutto", ha aggiunto. Ai rappresentanti del consiglio di
sicurezza, gli Usa chiedono "di rompere tutti i legami con la Corea del
Nord" per isolare Kim, fermando le importazioni ed esportazioni ed
espellendo tutti i lavoratori nordcoreani dal proprio territorio. A
Pechino, in particolare, è stato chiesto di bloccare i rifornimenti
petroliferi verso Pyongyang. "La Corea del Nord deve rispettare le
risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu e adottare misure per la
deescalation", ha detto il vice rappresentante permanente cinese.
Corea del Nord, l'annuncio in tv del nuovo missile: "Possiamo colpire tutta l'America"
Poche ore prima, il presidente Usa Donald Trump - che in un comizio in
Missouri ha definito Kim Jong-un un "cagnolino malato" - aveva chiamato
il leader cinese Xi Jinping affermando che "la Cina deve usare tutte le
leve a sua disposizione per convincere la Corea del Nord a porre fine
alle sue provocazioni e a tornare sulla strada della denuclearizzazione"
e ribadendo "la determinazione degli Usa nel difendere sé stessi e i
propri alleati dalla crescente minaccia rappresentata dal regime di
Pyongyang". Come risposta era arrivata rassicurazione che "la
denuclearizzazione della penisola è un obiettivo incrollabile di
Pechino". Ma nessuna indicazione precisa in merito alla restrizione
delle sanzioni.
Posizione ferma è stata invocata dalla Francia: "Debolezze o ambiguità
non sono una opzione", ha detto l'ambasciatore francese all'Onu Francois
Delattre entrando in Consiglio di Sicurezza sottolineando che "solo la
massima fermezza ci darà gli strumenti più adatti per arrivare a una
soluzione politica". E in questo senso l'Italia, che nel mese di ottobre
aveva espulso l'ambasciatore nordcoreano, è stata indicata dal
segretario di stato Usa Rex Tillerson tra i "partner europei" che hanno
"sostenuto la campagna di pressione economica e diplomatica contro
Pyongyang", non solo supportando con convinzione le risoluzioni del
consiglio di sicurezza dell'Onu, ma anche prendendo "misure unilaterali
per massimizzare la pressione sul regime".
L'ambasciatore russo alle Nazioni unite, invece, dopo aver definito
"urgente" che la Corea del Nord fermi i test missilistici e nucleari, ha
chiesto a Seul di evitare una escalation, invitandola ad astenersi nel
mese di dicembre da esercitazioni "per non infiammare una situazione già
esplosiva".
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