martedì 28 novembre 2017

Glifosato, mano libera alle multinazionali. Altri cinque anni di veleni nei cibi. Forenza: "Continuiamo la mobilitazione, nessun compromesso al ribasso sulla nostra pelle"




                                   controlacrisi   Autore: fabrizio salvatori
L'Unione Europea ha trovato un accordo sul glifosato, il principio attivo dei piu' comuni erbicida: l'autorizzazione al suo impiego in agricoltura e' stata rinnovata per cinque anni.
La battaglia in Commissione e' durata oltre un anno. Impossibile mettere d'accordo quei Paesi - tra cui Francia e Italia - convinti che la sostanza provochi il cancro, con quelli che invece la reputano sicura par la salute umana
. Lo scontro ha coinvolto anche gruppi ambientalisti e la comunita' scientifica, spaccata tra quelli che seguono l'Organizzazione mondiale della sanita' (Oms), che l'ha valutata "potenzialmente cancerogena", e l'Efsa, l'Autorita' europea per la sicurezza alimentare, che invece la ritiene innocua.
Al risultato si e' arrivati tramite un voto in appello: favorevoli 18 Paesi su 28, che insieme rappresentano per peso demografico il 65 per cento della popolazione europea. A spostare l'ago della bilancia e' stata la Germania, il Paese piu' popoloso d'Europa, che nelle precedenti votazioni si era astenuto. Francia e Italia invece si sono nuovamente opposte, ma questa volta non e' bastato a respingere la proposta della Commissione.

"L'Europa si dimostra ancora una volta serva delle multinazionali, col rinnovo di cinque anni per l'autorizzazione del glifosato - dichiara Eleonora Forenza, eurodeputata Gue/Ngl - . Nonostante tutte le pressioni delle associazioni ambientaliste e dei movimenti dei consumatori, e nonostante contro il glifosato ci fosse stata una Iniziativa dei Cittadini Europei (ICE) con oltre un milione di firme che vengono così ignorate, 18 Paesi hanno votato a favore dell'erbicida". "Dispiace che il governo tedesco, principale fautore dell'austerità - aggiunge Forenza - faccia ora pure da capofila della subalternità alle multinazionali dell'agricoltura. Ora, prima che la Commissione il 15 dicembre recepisca la decisione, serve continuare e se possibile rilanciare la mobilitazione: nessun regalo alle multinazionali, nessun compromesso al ribasso sulla pelle delle persone e ai danni dell'ambiente".

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