M5S vince il ballottaggio di Ostia: la candidata grillina Giuliana
Di Pillo è il nuovo presidente del X Municipio di Roma con il 59,6%.
Monica Picca, del centrodestra, si è fermata al 40,4%.
ilmessaggero.it
«È la vittoria di
tutti i cittadini e della voglia di rinascita. Grazie di cuore!», è il
commento a caldo di Di Pillo che poi incontra la sindaca Virginia Raggi giunta a Ostia per festeggiare la vittoria. Picca annuncia una dura opposizione e attacca: «M5S ha vinto con i voti di Spada e Casapound».
Le vicende traumatiche delle ultime settimane non hanno spinto i cittadini ad andare nelle 183 sezioni elettorali sorvegliate da 400 agenti in più del primo turno. Nel 2013, alle ultime Municipali svoltesi anche nel territorio di Ostia, l'affluenza era stata del 52,8%, quindi in quattro anni si sono persi oltre 20 punti percentuali. Alle Comunali del 2016, nelle quali non si votò per il Municipio di Ostia in quanto commissariato, l'affluenza era stata del 56,11%.
La testata di Roberto Spada al giornalista Rai Daniele Piervincenzi, le manifestazioni antimafia e per la libertà di stampa, ma anche le accuse reciproche tra M5S e destra di avere l'appoggio del clan del litorale non hanno invogliato al voto. E così il destino del primo Municipio (ex Circoscrizione) di Roma, sciolto per infiltrazioni mafiose sull'onda dell'inchiesta 'Mondo di Mezzo' - con il minisindaco Pd Andrea Tassone arrestato e condannato a 5 anni - e commissariato per due anni viene deciso da meno del 40% dei 185.661 aventi diritto, su una popolazione di oltre 240 mila persone, come una città media.Una elezione che da locale si è fatta caso nazionale anche come primo test per la sindaca Raggi, che un anno e mezzo fa ebbe più del 76 per cento a Ostia.
Il territorio del litorale romano elegge una donna, la cinquantacinquenne educatrice Di Pillo, già consigliere municipale e poi delegata del litorale per la sindaca Raggi. Prevale sulla quarantaseienne insegnante Picca. Il neo presidente fronteggerà problemi come il lungomuro che oscura il mare per chilometri, i trasporti carenti nei 30 chilometri dal centro di Roma, l'abusivismo edilizio e la carenza di servizi nel vasto entroterra. E poi la presenza mafiosa, non solo degli Spada, ma anche dei Fasciani, dei Triassi e di altri clan.
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