domenica 19 novembre 2017

Buona Notizia. "Licenziamenti, alcune riflessioni sul caso Almaviva".


Il domenicale di Controlacrisi a cura di Federico Giusti
Una volta tanto la Giustizia borghese decide che i lavoratori hanno ragione, è il caso della recente sentenza del Tribunale di Roma che dichiara illegittimi 153 dei ben 16666 licenziamenti ad Almaviva Contact avvenuti nella sede romana a fine 2016. 
 Il giudice della sezione lavoro del tribunale di Roma con questa sentenza ha praticamente annullato i licenziamenti di 153 dipendenti condannando la azienda a reintegrarli nei loro posti di lavoro.
Fino ad oggi c'erano state invece ben 22 sentenze a favore dell'azienda, sicuramente questa, la sola, a favore dei lavoratori ricorrenti desterà scalpore facendo discutere.
Un autentico ricatto venne imposto ai lavoratori di Almaviva.
Meglio di noi sono entrati nel merito della vertenza i Cobas Tlc che hanno seguito fin dall'inizio i ricorsi fin da quando avvenne la disdetta del contratto di secondo livello in Tim con " decurtazioni salariali, contrazioni di diritti, pressioni gerarchiche, riduzioni di ferie e permessi e contestualmente anche un restringimento dell’autonomia nel gestirli".
L'arrendevolezza dei sindacati cgil cisl uil e autonomi non paga e men che mai quando l'offensiva padronale diventa feroce con manger aziendali che si portano a casa buoneuscite di milioni di euro e impunemente cancellano diritti acquisiti e distruggono i posti di lavoro.

Se una azienda leader in un determinato settore opera in deroga al ccnl e cancella con atto unilaterale il contratto di secondo livello, anche le aziende piu' piccole si sentiranno legittimate ad operare nel totale disprezzo dei diritti acquisiti, è questa la regola della giungla denominata mondo del lavoro. Analoghi soprusi stanno avvenendo nel settore commercio, nei grandi ipermercati, con capireparto che impongono alle lavoratrici di usufruire dei loro permessi individuali e dei Rol su richiesta della azienda quando avrebbero, invece, 18 mesi per farlo (anche in questo caso si vuole evitare che i permessi dopo 1 anno e mezzo, se non usufruiti, siano monetizzati). Tutto cio' rappresenta un abuso per evitare un ulteriore costo per l'azienda ma anche la palese negazione di un diritto acquisito e per lo piu' si viola un diritto individuale scavalcando perfino quei pessimi contratti nazionali siglati negli ultimi anni.
Ma nel caso Telecom ci sono anche responsabilità macroscopiche del Governo e dello stato perchè i loro interventi sono avulsi dal promuovere stabilità occupazionale dentro un quadro di diritti certi.
La sentenza vale ovviamente solo per una parte , estremamente ridotta, della forza lavoro licenziata, un elemento di contraddizione all'interno della Magistratura del lavoro che ormai sentenzia per lo piu' in modo unilaterale condannando i lavoratori anche alle spese legali.
La riforma del processo del lavoro è stata costruita ad arte per scoraggiare ricorsi ed evitare in partenza la reintegra.
Viene contestata , nella Sentenza, la decisione di Almaviva di licenziare il personale solo sulla sede di Roma dove quell'accordo di ristrutturazione fortemente voluto dalla azienda venne respinto dalla Rsu e dalla maggioranza dei lavoratori, una autentica ritorsione padronale contro la quale lo Stato e il Governo avrebbero dovuto prendere posizione almeno per mantenere una parvenza di diritto.
Ma attenzione a non prendere per buone tutte le motivazioni addotte perchè la sentenza di un Tribunale mai dichiarerà illegittimo un licenziamento, piuttosto entrerà nel merito delle modalità con le quali questi licenziamenti sono avvenuti, infatti ,si critica i licenziamenti nella sola sede romana visto che l'azienda non potrà mai dimostrare la legittimità di una scelta per altro non supportata da motivazioni tecnico organizzative plausibili. E a supporto di questa decisione ci sono i principi di quella Costituzione che guarda caso il Pd vorrebbe cambiare
Il caso Almaviva rappresenta una delle pagine piu' brutte anche della arrendevolezza sindacale rispetto ai dettami padronali (pubblici o privati che siano), quei licenziamenti avvennero con la pseudo giustificazione che certi lavori potevano essere fatti solo nella sede romana quando invece la scelta ricadeva su una sede dove era stato conquistato un contratto di secondo livello piu' favorevole con costi maggiori a carico della azienda.
Licenziamenti quindi di natura ritorsiva per abbattere diritti e salari, una vendetta coperta anche da settori della Magistratura in aperto contrasto con la Costituzione, il codice civile e il contratto nazionale.
Oggi piu' che mai abbiamo bisogno di ricostruire una rete di legali e giuristi democratici, di medici e tecnici della sicurezza a disposizione di lavoratori e sindacati a prescindere dalla loro collocazione. Una rete trasversale che dia aiuto e supporto e sappia intervenire a sostegno di lavoratori e lavoratrici abbandonati al loro destino da sindacati servili e compiacenti.

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