dinamopress Natascia Grbic
Anche se i media italiani tacciono, a Parigi e in tutte le città
della Francia sta accadendo qualcosa che non si vedeva da anni: migliaia
di persone si sono mobilitate contro la Loi Travail, hanno occupato
Place de la Republique, e stanno scendendo in strada tutti i giorni.
Nonostante non se ne faccia menzione da nessuna parte – cosa abbastanza grave visto la portata di quanto sta accadendo – in Francia è appena nato un vero e proprio movimento
che, oltre a occupare fisicamente le varie piazze cittadine (cosa che
ricorda molto la nascita del movimento 15M con l’acampada a Puerta del
Sol) sta scendendo in strada tutte le settimane in maniera determinata e
radicale. Se la grossa partecipazione al primo corteo del 9 marzo
contro la Loi Travail della ministra Myriam El Khomri
con lo slogan “On vaut mieux que ça” era abbastanza scontata, nessuno
aveva previsto ciò che sarebbe accaduto dopo: il 31 marzo, a seguito
della #grevegenerale, i manifestanti hanno spontaneamente occupato Place de la Republique e hanno deciso di passare lì la notte.
La piazza è attualmente ancora occupata, anche se ogni mattina la
polizia va a sgomberare chi è rimasto a dormire, non per questione di
ordine pubblico, ma perché c’è una chiara volontà da parte del Governo
di disinnescare la mobilitazione.Cosa accade a Place de la Republique? Innanzitutto è interessante vedere come la piazza – che a Parigi si è ribattezzata #NuitDebout, ossia Notte in Piedi - ha iniziato subito a far propria la parola “democrazia diretta”, dando vita a pratiche di decisione e di discussione che ricalcano molto quelle del movimento 15M in Spagna. L’esigenza di riprendersi lo spazio nella città – soprattutto nel contesto repressivo determinato dell’Ètat d’Urgence post attentati – per poter parlare delle proprie vite in una città che era sempre più improntata all’individualismo, denota una riscoperta del sociale che fa sì che ogni lotta all’interno della piazza sia ascoltata e, anzi, chiamata a parlare e a dire la sua. La cosiddetta “Convergence des luttes” (Convergenza delle lotte), richiamata a più riprese dai manifestanti, si sta effettivamente verificando: intermittenti, migranti, rifugiati, studenti, lavoratori, disoccupati, precari, , familiari di vittime della violenza poliziesca, nella piazza trovano posto tutte queste voci.
Negli ultimi giorni studenti e lavoratori sono scesi più volte in piazza per manifestare la propria opposizione alla Loi Travail: soprattutto i primi sono stati sempre fermati, arrestati e caricati dalla polizia, che ha fatto uso a più riprese di gas lacrimogeni per disperdere la folla. Così però non è mai stato, e gli studenti medi sono riusciti a congiungersi sempre con la manifestazione dei lavoratori.
La giornata di ieri soprattutto, merita un’attenzione particolare: la repressione poliziesca che c’è stata la mattina al corteo degli studenti medi partita da Nation per arrivare a Bastille, è stata senza precedenti. Numerosi sono stati i feriti, con cariche anche fisiche della celere – cosa rara in Francia, dove le forze dell’ordine generalmente evitano il contatto – e che hanno causato numerosi feriti. Il bilancio della manifestazione studentesca, a fine mattinata, sarà di circa 80 arresti. Alle 13, invece, è partito un enorme corteo sindacale che da Bastille è finito a Denfert Rocherau: da qui una parte dei manifestanti si è staccata per raggiungere il Senato, dove si stava approvando una legge (poi passata definitivamente), che prevede l’immunità giudiziaria per la polizia, anche in caso di omicidio. Usciti dalla metro a Luxembourg, i manifestanti che stavano cercando di raggiungere il Senato – dove era già in corso un presidio autorizzato contro la proposta di legge – sono stati brutalmente fermati da un imponente schieramento di polizia, che li ha bloccati in una via laterale e posti tutti quanti sotto garde à vue (un fermo di quattro ore). Alla fine della giornata saranno 130 i fermati, e quattro gli arresti confermati: ed è soprattutto in sostegno a quest’ultimi che, alle 22 del martedì sera, si è formato un presidio spontaneo di persone – di cui una grossa parte arrivata anche da Place de la Republique - che ha chiesto il rilascio di tutti gli arrestati. Per quasi tutta la notte la strada davanti al commissariato è stata bloccata con barricate, con i manifestanti che si rifiutavano di andarsene prima della liberazione dei compagni.
La giornata di ieri è stata importante anche per la stessa Place de la Republique che ha dovuto tematizzare e discutere ciò che è avvenuto ieri nelle strade di Parigi: il risultato sorprendente è stato che la radicalità mostrata dal corteo degli studenti medi è stata assunta e condivisa da tutta la piazza, che non ha accettato la divisione “buoni” e “cattivi” tanto cara al dialogo mainstream.
Se qualcuno aveva dei dubbi, ieri a Parigi, in Place de la Republique si è effettivamente aperto uno spazio di movimento, dove si sta verificando una vera convergenza delle lotte e dove tutti possono esprimersi, al di là delle differenze. La Loi Travail, da cui è partito tutto, è diventato solo uno dei punti che si vogliono contrastare, e la lotta si è allargata a tutti: intermittenti, migranti, sans papiers, disoccupati, studenti, lavoratori. Insomma, “ce n'est qu'un début”, ma sembra promettere davvero bene.
Nessun commento:
Posta un commento