mercoledì 20 aprile 2016

Nuit Debout: piattaforma (tecno)politica per un movimento europeo?

dinamopress alberto manconi
l titolo di questo testo è ovviamente provocatorio, certamente ottimista, addirittura sognante. Ma, non sono proprio questi gli attributi fondamentali che possiamo rintracciare nel grande e composito movimento esploso a Parigi? Da grève générale a rêve générale, dallo sciopero al sogno. Un movimento non solo sociale, ma con una tensione a tutti gli effetti politica.
La NuitDebout infatti, pur provenendo da un contesto di lotta sociale contro la riforma del lavoro – lotta già generalizzata ben oltre la dimensione sindacale, alle scuole e università in mobilitazione – ha assunto con l’occupazione di Place de la Republique una dimensione completamente rinnovata. Assemblee generali semi-permanenti, commissioni tematiche di ogni tipo, nuove gestualità e meccanismi di consenso per ordinare la discussione. Insomma, una messa in discussione totale della democrazia per come conosciuta, dunque una riappropriazione del termine in direzione della decisione diretta e della de-rappresentazione della politica. Per una politica in comune.
La forma delineata dal recentissimo movimento francese riprende infatti i caratteri organizzativi/comunicativi fondanti del ciclo di lotte globali aperto nel 2011 dalle Primavere Arabe, il cui testimone è poi passato dal 15M spagnolo per poi arrivare, nell’autunno dello stesso anno, al cuore della bestia con Occupy, a Wall Street ed in tutti gli Stati Uniti. Da lì, secondo qualcuno, queste nuove forme di movimento sono approdate ad altre aree geografiche cruciali nelle mappe del capitalismo odierno: l’America Latina, ed in particolare il Messico con #YoSoy132 ed il Brasile con le rivolte del 2013, poi la Turchia di Gezi Park e addirittura l’Umbrella Movement a Hong Kong nel 2014.
È certo una semplificazione l’accostamento di tutte queste rivolte che hanno agito in contesti così differenti, e che hanno dunque prodotto rivolgimenti politici ancor più eterogenei tra loro. D’altra parte, è però impossibile non notare le molte somiglianze, innanzitutto nella disputa attorno concetto di democrazia; la stessa parola d’ordine con cui si formalizzano, in tutto il mondo, dei sistemi politici al servizio dei “pochi”, delle armi contro i “molti”. Alla democrazia rappresentativa, con i suoi funzionamenti autonomi dentro i governi nazionali e le banche centrali, si contrappone una democrazia radicale, diretta; una potenza diffusa di agire e prendere parola.
“Ils ont milliards, nous sommes millions” è insomma la versione francese del “99% vs 1%” di Occupy.
[Foto dello striscione in Place de la Republique “Loro hanno i miliardi, noi siamo milioni” ] I “milioni” messi in connessione sono una potenza, in principio distribuita e individualizzata, ma oggi rilevabile con l’occupazione dello spazio pubblico urbano e, contemporaneamente, digitale. La scommessa di NuitDebout e degli altri movimenti analoghi è quella di far emergere questa potenza, questa intelligenza collettiva. Le nuove forme di movimento producono così il comune attraverso la connessione tra le specificità urbane/metropolitane in cui ci si riappropria delle piazze e le più diffuse piattaforme del cyberspazio, che vengono infiammate da messaggi insoliti. Si moltiplicano, dunque, gli spazi e gli “strati” dell’azione politica, materiale ed immateriale.
L’Europa sembrava, fino ad ora, toccata solo marginalmente da questa nuova forma di organizzazione delle lotte sociali.
L’articolazione sociale da cui è scaturito il 15M aveva infatti delle caratteristiche molto particolari, tra la diffusione delle istanze sociali e politiche in rete e l’assenza delle più tradizionali organizzazioni.
La sfida si sposta ora dal “vuoto” spagnolo al “pieno” francese, dove le organizzazioni di impianto più tradizionale – molto forti storicamente – che siano di impostazione intellettuale, sindacale o autonome/antiautoritarie, dovranno capire se e come cogliere la sfida tecnopolitica oppure ostacolare la riprogrammazione delle lotte sociali che il vento dell’intelligenza collettiva connessa sta producendo.
Questa sfida organizzativa rintracciata nel movimento francese trova origine dalla forza simbolica che il 15M ha suscitato, dall’inizio dell’occupazione di Place de la Republique, nel corpo sociale in mobilitazione. Una forza simbolica molto più incisiva e diffusa di quanto si credesse.
Ciò è rintracciabile in molti elementi, alcuni dei quali sono paradigmatici: innanzitutto sul piano della “celebre” semiotica del metodo del consenso, la gestualità ripresa esattamente dagli indignados è riposta sul tendone da cui si parla per l’assemblea generale.
[Cartellone dei segni presente fisicamente a Republique e in molte altre piazze di NuitDebout] L’altro elemento che mi pare importante attiene più propriamente alla dinamica di rete prodottasi attorno a #NuitDebout.
In questo senso, bisogna innanzitutto considerare l’arretratezza comunicativa che scontavano le organizzazioni di movimento francesi pre-esistenti a NuitDebout, anche rispetto ad altri paesi europei come l’Italia. Un primo dato in questo senso sconvolgente è stato vedere, in quella notte del 31 Marzo che ha interrotto l’ordinario scorrere del tempo, una sola foto (e non migliaia) scorrere su Twitter a documentare quanto stava accadendo, subito condivisa da tutto il mondo che si stava sincronizzando per capire. Da quel momento in Francia, e dunque anche nella rete francofona, tutto ha cominciato a cambiare rapidamente.
In questo panorama, l’intervento massiccio che nei primissimi giorni di #NuitDebout l’eco-sistema di profili legati al 15M ha svolto su Twitter a sostegno del movimento francese è stato subito documentato da un’analisi espressa in una primissima visualizzazione di dati. L’immagine sottostante indica in blu tale nube “15mayista”:
[L’immagine indica la rete di ReTweet dell’Hashtag #NuitDebout fino circa al 4 Aprile (35 Marzo)] L’ipotesi è che questa immagine fotografi, attraverso i flussi di Twitter, l’influenza che il 15M ha avuto nell’impulso organizzativo e narrativo di NuitDebout, sul piano digitale come su quello analogico. Tutto ciò va ovviamente soppesato ad una diffusione e politicizzazione del tutto peculiare che Twitter ha assunto in Spagna dal 15M in poi, ma al tempo stesso non si può considerare questo livello come completamente distaccato dai messaggi, dai segni e dalle emozioni che circolano in Place de la Republique. Ma, appunto, come uno dei tanti strati su cui questi agiscono e dunque una sua visualizzazione risulta significativa ed indicativa.
Sempre attraverso lo studio dei dati della famosa piattaforma di microblogging, che ha il merito di essere abbastanza aperta e dunque analizzabile, è stata già prodotta una prima analisi comparativa tra 15M e NuitDebout nella fase di propagazione [1]. Qui è interessante notare, sebbene Twitter non è, e probabilmente non sarà, la piattaforma fondamentale di NuitDebout, che il picco di utenti iscritti appositamente per scrivere sull’hashtag #NuitDebout è ancor più significativo, proporzionalmente, che nel 15M.
Dietro all’incremento di nuovi utenti si può rintracciare un ultimo elemento che NuitDebout sembra avere con gli altri movimenti-rete citati in precedenza, primo tra tutti il 15M. Si tratta di un generale “empowerment” tecnologico-politico del corpo sociale che si attiva, acquisendo così modi diversi di organizzarsi ed agire nella simultanea occupazione dello spazio pubblico urbano e dei social network.
L’idea di fondo delle analisi tecnopolitiche è che attraverso questo empowerment emerga una “moltitudine connessa” in grado di costruire una propria, autonoma e diffusa, comunicazione di massa con cui organizzarsi localmente e diffondersi globalmente.
[L’immagine indica la rete di ReTweet dell’Hashtag #NuitDebout fino circa al 12 Aprile (43 Marzo). I colori indicano la lingua in cui i tweets sono stati emessi: blu per il francese; giallo per lo spagnolo; rosso per l’inglese. Immagine elaborata da @Congosto e rintracciabile sullo stesso profilo Twitter.] Nell’ultima visualizzazione di dati Twitter possiamo notare un altro segno del generale empowerment: la stabilizzazione – rispetto all’iniziale “invasione” spagnola – della rete di NuitDebout conta una presenza meno invasiva ma significativa di porzioni della rete in lingua inglese e spagnola; ciò denota un’attenzione internazionale (europea!) enorme a quanto sta accadendo a Parigi e nel resto della Francia ma anche un’autonomizzazione del movimento francese rispetto ai precedenti, soprattutto rispetto al 15M.
La complessità di una piazza come Republique, che costituisce eco-sistema comune per tutte le iniziative le azioni e le discussioni svolte in queste settimane, è irriducibile. Lo è a maggior ragione per chi, come me, non ha alcuna confidenza con un contesto metropolitano complicato come quello parigino. Per questa difficoltà, e non perché credo possa essere esaustivo di alcunché, ho limitato questo mio intervento alle linee di ricerca “tecnopolitiche” [2] sviluppate da alcuni attivisti spagnoli che hanno vissuto e descritto le fasi di gestazione, esplosione e propagazione del 15M. Ho provato quindi a riportare alcuni dei concetti sviluppati in quell’occasione sull’attuale situazione francese perché tornano a mio avviso estremamente preziosi a fronte della forma reticolare assunta dal movimento francese.
Una situazione caotica e magmatica come quella che tenta di opporre la costruzione del comune all’individualismo di una Parigi repressa violentemente dallo Stato d’Emergenza ha bisogno di un’organizzazione all’altezza di una complessità irriducibile. La connessione, a un tempo analogica e digitale, dei corpi in movimento, è una potenza, una possibilità in questa direzione.
Da questo punto di vista si può dunque intendere la strategia comunicativa di un movimento come Nuit Debout, virale e costruita cooperativamente, non come astuto marketing ma come scommessa senza remore nella potenza politica del general intellect, dove la capacità singolare è misurata solo sulla capacità di sintonizzarsi con l’eco-sistema, con il movimento. È questa la stessa scommessa posta oggi, da Parigi, nel lancio di una imminente mobilitazione globale. #GlobalDebout
La speranza è quindi che il carattere culturalmente egemone della metropoli parigina possa determinare ciò che non è accaduto nel 2011, quando la marginale Spagna si è reinventata le forme della politica senza riuscire ad influenzare, in questa riprogrammazione del software politico, l’Europa oltre i suoi confini nazionali. E, dunque, la domanda schietta: Nuit Debout potrebbe essere una occasione di reinvenzione della politica di movimento sul piano europeo?
La partita è aperta, nel caos che caratterizza questi concitati giorni di un Marzo francese che non vuole saperne di terminare, da una chiamata internazionale per i giorni di 7 e 8 Maggio a Parigi [3], dove attivisti da tutta Europa dovrebbero preparare una mobilitazione globale proprio per quel 15 Maggio (76 Marzo!) che fu tanto caratteristico del movimento spagnolo conosciuto nel mondo come “Indignados”.
Quanto tale data sarà all’altezza dell’ambizione che vuole suscitare è ovviamente ancora un’incognita, ma è certo che qualora essa riuscisse a superare in modo significativo i confini francesi – classicamente inespugnabili – e andare oltre anche alla “fraterna solidarietà” spagnola, ad ora di carattere troppo nostalgico; potremmo trovarci di fronte ad una mobilitazione europea inedita, innanzitutto per le forme di convocazione, organizzazione e diffusione.
In molte città europee e non solo sono infatti azioni di solidarietà a NuitDebout – non in Italia, dove la censura è ancora impressionante. Alcune di queste, per lo più in Spagna, anche con numeri sostanziosi. Ma si tratta ancora di tifo, solidarietà esterna. La sfida adesso è che il lancio globale – caratteristico di questi nuovi movimenti – possa sincronizzare la solidarietà, catturare l’attenzione, intensificare il rumore ed aprire la possibilità di una vero e proprio movimento europeo. Una sfida dunque, quella verso il 15M europeo, che si rivolge a tutte le realtà organizzate come ai singoli, per misurare la potenza e la capacità, nelle molteplici declinazioni territoriali possibili, di sintonizzarsi con l’entusiasmo di NuitDebout e cominciare a costruire una moltitudine connessa in tutta Europa.
[1] - http://www.bez.es/476938046/La-NuitDebout-y-el-15M-una-comparativa-en-la-utilizacion-de-Twitter.html
[2] - Aa.Vv, Tecnopolitica. Internet y R-Evoluciones, Icaria Editarial, Barcelona 2012, J. Toret Medina, Tecnopolitica y 15M: la potencia de la moltitud conectada, Editorial UOC, Barcelona 2014
[3] - https://www.facebook.com/events/254751298208004/?active_tab=posts Link dell’evento Facebook con attualmente più di 5000 partecipanti virtuali che lancia questo meeting internazionale a Place della Republique
Articolo pubblicato su euronomade

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