giovedì 28 aprile 2016

Denis Verdini al Nazareno: venerdì l'incontro con i vertici del Pd per siglare un nuovo patto.

VERDINI RENZIL'incontro è fissato per domani in tarda mattinata. Previsto in un primo tempo al Nazareno, è stato spostato alla Camera, dopo che la notizia è circolata e ha alimentato già le prime polemiche: "E' previsto un normale incontro alla Camera con Ala a livello parlamentare - dice il vicesegretario dem Lorenzo Guerini - per un confronto sull'agenda dei prossimi appuntamenti parlamentari". Definita anche la composizione delle delegazioni. Ad accogliere l’ex plenipotenziario di Berlusconi ci dovrebbero essere il sottosegretario Luca Lotti, con cui Verdini ha una consuetudine, e il vicesegretario del Pd Lorenzo Guerini. Almeno per ora lo schema è questo. Un nuovo Nazareno, insomma. Perché ormai è chiaro che Ala è stabilmente in maggioranza. E i suoi numeri, al Senato, sono destinati a crescere nelle previsioni di Verdini, considerata la crisi irreversibile di Forza Italia. Nei Palazzi ormai deputati e senatori hanno pure perso la voglia di scherzare: “Ormai, siamo dei morti. Qua non rientra più nessuno”.

Ecco, il telefono di Denis squilla. E i suoi numeri, già sufficienti a sostituire la sinistra Pd al Senato, sono destinati a crescere. Finora Renzi, lo ha fatto anche nel discorso della scorsa settimana, ha riconosciuto “agli amici di Ala” la coerenza sulle riforme. Il Nazareno con Verdini, su cui le diplomazie lavorano, è formalizzare almeno “l’appoggio esterno” di Ala al governo. Un riconoscimento politico enorme, che legittima il ruolo di Verdini. E, al tempo stesso, prepara l’ingresso organico e rende meno faticose le alleanze locali, come a Napoli dove Ala sta preparando la lista a sostegno della Valente.
E chissà se è un caso che l’accelerazione arriva proprio dopo che a Denis Verdini è arrivato il sesto rinvio a giudizio, il 18 aprile, una settimana prima del discorso di Renzi al senato contro la “barbarie giustizialista”. Si tratta del processo in cui è accusato di bancarotta, per il crac della Società Toscana di edizioni (Ste), che pubblicava il Giornale della Toscana. Il mese prima, il 17 marzo Verdini è stato condannato a due anni per corruzione per il caso della Scuola dei Marescialli, sempre a Firenze. Il senatore è sotto processo anche per il crac di una ditta che avrebbe dovuto ricevere 4 milioni di euro del Credito cooperativo fiorentino. Gli altri tre dibattimenti riguardano il cosiddetto “affare P3”, la plusvalenza nella vendita di un appartamento a Roma, e la bancarotta dello stesso Credito cooperativo fiorentino, il processo più temuto. Quando si consumò la separazione tra i due, Silvio Berlusconi ai suoi disse: “Ora che ha bisogno di protezione giudiziaria sulla procura di Firenze si mette all’ombra del governo”.

A microfoni spenti, lo sussurrano anche i malpancisti di Ala. Gente concreta e poco abituata alle filosofie: “Denis, per carità, pesa agli affari suoi ma noi restiamo a bocca asciutta. Sosteniamo Renzi, ma gli incarichi ce l’hanno gli altri”. A tutti Denis risponde che bisogna avere pazienza. Per ora si è aperta una prospettiva, gli aspetti materiali verranno. E chissà, dopo sei rinvii a giudizio, se l’ex plenipotenziario di Berlusconi vedrà la risoluzione di qualche guaio. “Silvio, quanti omicidi (politici, ovviamente ndr) abbiamo fatto assieme” diceva scherzando con l’ironia del toscanaccio. Venerdì entrerà al Nazareno. E in maggioranza.

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