Libera e Gruppo Abele
– Parliamo di quasi un italiano su quattro
costretto a vivere in una condizione in cui la dignità umana viene
calpestata. Il 32,3% di chi ha meno di 18 anni è a rischio povertà. 723
mila minorenni italiani vivono già in condizione di povertà assoluta. È
questo un dato intollerabile che dovrebbe farci indignare tutti e tutte.
La diseguaglianza continua a crescere, con differenze territoriali che
ripropongono la questione meridionale come uno dei temi sui quali
intervenire urgentemente. Il sud infatti risulta drammaticamente più
colpito ed impoverito dalla crisi. La disoccupazione nazionale oltre il
12%, al sud è nettamente superiore. Tra i 15/24 anni che cercano lavoro
nel mezzogiorno, la disoccupazione è superiore al 41%. Le famiglie
italiane si sono enormemente impoverite. Oltre il 60% delle famiglie ha
ridotto la quantità e la qualità della propria spesa alimentare, mentre
aumentano i casi di disoccupati e anziani costretti a rubare per
mangiare. Oltre due milioni sono i cosiddetti Neet, giovani così
scoraggiati dalla situazione che non studiano, non cercano più lavoro e
non sono nemmeno coinvolti in attività formative. Aumentano enormemente
la precarietà e lo sfruttamento sul lavoro, sino a raggiungere pratiche
di neoschiavismo nei confronti dei lavoratori migranti e non, sia al sud
che al nord del paese. Si rafforza il controllo dei clan malavitosi su
molte attività economiche in crisi,costrette a “rivolgersi” ai prestiti
dei mafiosi. Così come sono in drammatica crescita i crimini contro
l’ambiente. Sono oltre 93 al giorno quelli denunciati che certificano
l’aumento dell’impatto e dell’influenza delle ecomafie e che distruggono
la nostra vera ricchezza: territori, beni comuni e biodiversità.La ricchezza si è spostata dal lavoro alla rendita finanziaria. La situazione risulta aggravata dalle attuali politiche in campo. Delocalizzazioni,dismissioni, privatizzazioni, austerità e vincoli di bilancio,riforme di welfare e pensioni, azzeramento dei fondi per il sociale e tagli nei settori dove maggiore è la domanda di servizi pubblici e sociali, hanno aggravato ulteriormente la crisi. Disuguaglianza e ingiustizia sociale ed ambientale stanno mettendo in crisi la nostra democrazia. Una società diseguale, che coniuga svantaggio economico con la mancanza di opportunità, che precarizza i diritti degli esclusi, che difende i privilegi e la concentrazioni della ricchezza nelle mani di pochi, attenta alla coesione sociale e incrementa la sfiducia istituzionale, affossa il principio di rappresentatività e scoraggia la partecipazione. I dati e la situazione di crisi politica fotografano una “guerra” dove la povertà materiale e culturale èla peggiore delle malattie, in senso sociale, economico, ambientale e sanitario.
“La costruzione dell’uguaglianza e della giustizia sociale è compito della politica nel senso più vasto del termine: quella formale di chi amministra equella informale chi ci chiama in causa tutti come cittadini responsabili. La povertà dovrebbe essere illegale nel nostro paese. La crisi per molti è una condanna, per altri è un’occasione. Le mafie hanno trovato inedite sponde nella società dell’io, nel suo diffuso analfabetismo etico. Oggi sempre più evidenti i favoriindiretti alle mafie che sono forti in una società diseguale e culturalmente depressa e con una politica debole.” sostiene don Luigi Ciotti, presidente del Gruppo Abele e di Libera.
La Costituzione ci impegna in tal senso a fare ognuno la sua parte. La lotta alla povertà va ripensata in termini di interdipendenza tra le persone,le specie e all’interno degli equilibri naturali dei nostri ecosistemi. Possiamo da subito portare avanti azioni di contrasto dal basso alla povertà. Il Gruppo Abele e Libera promuovono la campagna”Miseria Ladra” con tutte quelle realtà sociali, sindacali,studentesche, comitati, associazioni, movimenti, giornali e singoli cittadini/e, intenzionati a portare avanti le proposte contenute nel documento. Proposte concrete che da subito possono rispondere alla crisi materiale e culturale, rafforzare la partecipazione e rivitalizzare la nostra democrazia.
Nessun commento:
Posta un commento