Uno storico ufficiale, stipendiato per trasmettere storia, che trascura i fatti a beneficio di una sua tesi, commette omissione in atti di suo ufficio. Stabilito questo, non sono uno storico ma ho il vantaggio di avere buona memoria.
Negli anni '70 ho fatto parte di una organizzazione rivoluzionaria di
nome Lotta Continua che interveniva attivamente nelle lotte di fabbrica,
sotto la guida di intellettuali e di operai. Nacque e si ramificò negli
impianti industriali del nord. Un paio di strofe di canzoni politiche
di allora: «Sabotar la produzione, non c'è altra soluzione» (Canzoniere
del Potere Operaio di Pisa). «Pensa un po', pensa un po': avvitare due
bulloni e il terzo no». Nelle officine di quegli anni si cominciarono a
praticare forme di sabotaggio della produzione che rafforzarono
enormemente il potere contrattuale degli operai: il salto della scocca,
gli scioperi a gatto selvaggio. Il salto della scocca era un'operazione
di montaggio non effettuata del singolo pezzo in transito sulla
postazione di lavoro. Faceva impazzire i reparti di lavorazione a valle.
Sciopero a gatto selvaggio: senza preavviso interrompeva brevemente e a
casaccio le lavorazioni di piccole unità, imballando tutta la linea di
produzione a monte e a valle. Erano forme di lotta che costavano poco
agli operai e molto al padronato. Sono stato operaio in quei capannoni,
ho visto, ho praticato. Da quelle interruzioni partivano i cortei
interni dentro la fabbrica che andavano a bloccare anche i reparti che
continuavano a lavorare. Il chiasso delle officine veniva sovrastato dal
frastuono di un corteo di operai che s'ingrossava a torrente finendo in
un'assemblea spontanea. Gli operai prendevano così la parola e non la
restituivano. I grandi impianti a catena di montaggio erano efficienti
ma fragili di fronte a queste nuove forme di lotta. Questa pratica
diffusa era un dichiarato sabotaggio della produzione e procurò la
grande ondata di lotte operaie degli anni '70 , vincenti e di massa.
Successe così in Italia il più forte decennio di riscatto della
manodopera industriale di tutto l'occidente. Quelle lotte massicce per
quantità e compattezza produssero contratti di lavoro favorevoli,
imponendo aumenti in paga base uguali per tutti, bonifiche di ambienti
lavorativi malsani come i reparti di verniciatura. Di recente scioperi a
gatto selvaggio sono stati indetti e praticati dai sindacati
metalmeccanici degli stabilimenti Indesit di Melano e Albacina. Basta un
po' di memoria di testimone per mettere la parola sabotaggio dentro la
più certa tradizione di lotta operaia. Uno storico che si permette di
ignorarla è un rinnegato della sua professione.
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