domenica 25 agosto 2013

Si sta avvicinando la ricorrenza dell'11 settembre,, quello CILENO del 1973

11 SETTEMBRE 1973, MIGLIAIA DI MORTI NEL GOLPE CILENO

Il golpe, venne sostenuto e preparato nei minimi dettagli dalla Cia.
I servizi segreti della “più grande democrazia del mondo” finanziarono e incoraggiarono diversi tentativi di golpe a partire dal 1970.
John Ranelagh, autore del libro “L’agenzia: ascesa e declino della Cia”, spiega che la decisione di preparare il golpe venne presa in una riunione segreta del Comitato 40, composto da alti funzionari della Casa Bianca, tra cui Henry Kissinger; il quale ebbe modo di sostenere: “Non vedo perché dobbiamo stare a guardare mentre un paese va verso il comunismo a causa dell’irresponsabilità del suo popolo”.

Martedì 11 settembre 1973 a Santiago del Cile, i corpi speciali dell’esercito cileno, comandati dal generale Augusto Pinochet, destituirono con la forza il governo democraticamente eletto di Unidad popular, uccidendo migliaia di militanti del movimento operaio, tra cui il presidente Salvador Allende.
E’ l’inizio di 17 anni di dittatura militare.
17 anni di terrore in cui uccisioni di massa, torture e deportazioni saranno all’ordine del giorno.
Facciamo un passo indietro di qualche anno.
Allende vince le elezioni presidenziali il 5 settembre del 1970.
E’ alla guida di una coalizione di sinistra, la Unidad Popolar, che batte per pochi voti il candidato della destra Jorge Alessandri.
E’ il primo governo di sinistra democraticamente eletto in Sudamerica ( Salvador Allende fu tra i fondatori del Partito Socialista Cileno nel 1933).
Nel 1970 alle elezioni presidenziali risultò primo col 36,3% dei voti, alla testa di Unidad Popular una coalizione di socialisti, comunisti, radicali e cattolici di sinistra.
Il ballottaggio col candidato di destra Jorge Alessandri si svolse al Congresso cileno, come prevede la Costituzione cilena, che confermò Allende Presidente.
Il programma di Allende si basa sulla nazionalizzazione dell’economia, ma gli Stati Uniti, che in Cile hanno interessi legati principalmente alla produzione di rame, non restano a guardare.
Washington fu molto contrariata e la Cia (Central Intelligence Agency), i servizi segreti statunitensi, si adoprarono contro un Presidente che ritenevano “marxista” e quindi nemico assoluto, perciò misero in atto una serie di iniziative contro Allende, indicandolo nella propaganda come terrorista e finanziando e organizzando i settori più reazionari e fascisti con l’obiettivo di rovesciare il presidente.
Lo scontro di classe in Cile con gli USA che organizzavano i golpisti si acutizzò quando il governo di Unidad Popular iniziò il programma di riforme che aveva promesso in campagna elettorale: la nazionalizzazione delle banche, la riforma agraria con espropri dei latifondi incolti, l’esproprio del capitale straniero nell’industria mineraria al grido di “riprendiamoci le nostre miniere”, il rame in particolare, ( largamente presente nel sottosuolo cileno ), ma sempre rapinato da imprese nordamericane come Anaconda e Kennecott.
Gli Usa operarono sul piano economico facendo crollare il prezzo del rame, finanziano i sindacati dei camionisti che impedirono l’arrivo di cibo in alcune zone del paese, fecero schizzare l’inflazione alle stelle che falcidiò i salari e gli stipendi, ridussero il paese alla fame sollecitando allo stesso tempo le classi alte a manifestare e sabotare; infine diedero il via ai militari per lla ribellione armata.
L’11 settembre i carri armati e l’aviazione attaccano il palazzo presidenziale della Moneda, in cui era asserragliato Allende che rifiuta di arrendersi.
Prima di morire Allende pronuncia, tramite i microfoni di Radio Magallanes, il suo ultimo discorso dal Palazzo della Moneda:
“Certamente Radio Magallanes sarà messa a tacere e il timbro tranquillo della mia voce non vi giungerà. Non importa. Continuerete a sentirlo. Sarà sempre accanto a voi. Almeno il mio ricordo sarà quello di un uomo degno, che fu leale alla lealtà dei lavoratori…
Hanno la forza, potranno soggiogarvi, ma non si arrestano i processi sociali né col delitto né con la forza. La storia è nostra e la fanno i popoli…
Lavoratori della mia terra: ho fede nel Cile e nel suo destino. Altri uomini supereranno questo momento grigio e amaro in cui il tradimento pretende di imporsi. Resistete sapendo che presto si apriranno le grandi strade da cui passerà l’uomo libero per costruire una società migliore.
Viva il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!” (Salvador Allende – martedì 11 settembre 1973 – ultimo discorso dal Palazzo della Moneda)
La giunta militare instaurò un regime dittatoriale tra i più feroci della storia che resterà al potere per 17 anni .
Il Cile di Pinochet sarà uno dei principale alleati degli Stati Uniti al pari degli altri regimi dittatoriali e fascisti di quel periodo. Gli Usa la tomba della democrazia!
Il Cile del “macellaio” Pinochet fu uno dei primi paesi al mondo a sperimentare la ricetta della “privatizzazione integrale” di tutti i servizi civili, peggiorando pesantemente la condizione di vita delle classi proletarie.
Alcuni leader europei elogeranno il fascista Pinochet come la britannica Thatcher che lo salutò come “eroe della libertà”, dopo le oltre 130.000 persone incarcerate e torturate, in prevalenza ragazze e ragazzi, tanti dei quali assassinati sotto tortura.
Verranno azzerate e devastate tutte le costruzioni democratiche realizzate a fatica dalla società cilena.

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