mercoledì 28 agosto 2013

Roma. Falcognana, interviene l’antimafia per far luce sui titolari della discarica

La Finanza ha completato una prima relazione sui proprietari, ma per alzare il velo delle fiduciarie la pratica passa in procura.

ilmessaggero.it di Valentina Errante e Mauro Evangelisti

ROMA - Per capire chi siano i reali titolari della discarica di Falcognana adesso interviene la Dda (direzione distrettuale antimafia). Sarà la procura a chiarire l’assetto societario di Ecofer. I militari del Comando provinciale della Guardia di Finanza hanno già svolto una verifica e consegnato una prima relazione. Sono accertamenti voluti dal prefetto Giuseppe Pecoraro, che ha risposto a una richiesta del ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando che vuole sapere chi si nasconda dietro le due fiduciarie che controllano Ecofer Ambiente Srl, società proprietaria della discarica di scarti delle autodemolizioni, a cui Roma vuole affidare lo smaltimento dei rifiuti già trattati.

IL PERCORSO
La Finanza si è dovuta fermare di fronte al muro delle fiduciarie. Come ha già scritto il Messaggero, l’1 per cento di Ecofer Ambiente è controllato da Valerio Fiori (è anche l’amministratore), il 40 per cento da Cordusio (fiduciaria del gruppo Unicredit). Il restante 60 per cento è stato oggetto di una compravendita il 5 agosto: la Sofir (fiduciaria bolognese in passato utilizzata anche da Giuseppe Consorte) ha ceduto le sue quote ad Aria Srl per 8,1 milioni di euro. Dietro Aria, però, c’è una quota del 5 per cento di un commercialista di Lanciano, mentre il 95 per cento fa capo alla stessa Sofir. Dunque la maggioranza di Ecofer è controllata da due fiduciarie, strumento legale per celare i reali proprietari.
Ecofer ha spiegato che questo strumento era stato utilizzato per ragioni di sicurezza, per le minacce della camorra molto attiva in quel settore. Ma di fronte alla scelta del commissario per l’emergenza rifiuti, Goffredo Sottile, di procedere con affidamento diretto, il ministro Orlando ha spiegato che prima è necessario conoscere l’assetto societario di Ecofer. Finora la Finanza ha agito su incarico del prefetto e senza la delega di un magistrato, limitandosi a verificare di chi fosse la società: nessun altro accertamento o indagine è possibile. Per stabilire chi si celi dietro alle fiduciarie è indispensabile una delega della magistratura. Ieri i militari hanno consegnato la relazione in procura, dove è stato deciso di affidare il delicato approfondimento al pm della Dda Maria Cristina Palaia, che ha già indagato sui rifiuti e coordina anche un’indagine sulla discarica di Malagrotta. Solo così sarà possibile abbattere il muro delle fiduciarie e conoscere i proprietari di Falcognana.


RITARDO
I tempi si allungheranno. Orlando firmerà il decreto per Falcognana solo quando ci sarà chiarezza sull’assetto societario di Ecofer. Ciò rende più probabile una proroga per Malagrotta, senza la quale la discarica chiuderebbe il 30 settembre. Unica alternativa - ma si farà in tempo a organizzarlo? - il trasporto dei rifiuti in altre regioni o all’estero. Ieri dai comitati, che hanno già presentato un esposto in procura e determinato l’apertura di un altro fascicolo su Falcognana, è stata diffusa una notizia secondo la quale Ecofer avrebbe acquisito altri terreni per allargare la discarica. Ma ci sono state solo smentite ed Ecofer va ripetendo che vuole continuare la normale attività di smaltimento dei rifiuti da autodemolizioni. Alcuni esponenti politici, come Storace de La Destra, hanno rilanciato un’altra voce: dietro Ecofer vi sarebbe la Colari di Cerroni. Quest’ultimo ha smentito seccamente.

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