Obama non ha ancora deciso sulla Siria, ma l'ipotesi di un attacco resta concreta. Nonostante la marcia indietro di Londra, il presidente Usa valuta l'ipotesi di "un'azione limitata e ristretta".
rainews24.itObama non ha ancora deciso sulla Siria, ma l'ipotesi di un attacco resta concreta. Nonostante la marcia indietro di Londra, dove ieri il Parlamento britannico ha bocciato la proposta di un intervento militare in Siria, e il no della Nato, che ha fatto sapere che non ci sarà un attacco da parte dell'Alleanza, Obama valuta l'ipotesi di "un'azione limitata e ristretta". In ogni caso senza truppe di terra, ribadisce, e John Kerry garantisce che non sarà un nuovo Iraq. Washington accelera e pubblica le prove raccolte dall'intelligence Usa, in base alle quali l'amministrazione Obama attribuisce al regime di Assad la responsabilità dell'attacco con armi chimiche dello scorso 21 agosto. Obama ha incassato l'appoggio di François Hollande, che in un'intervista a Le Monde ha dichiarato che la Francia può procedere con i piani di intervento in Siria nonostante il no del Parlamento inglese e non ha escluso la possibilità di un'azione prima di mercoledì. Favorevole a un attacco anche la Turchia. Sul fronte del no invece Germania e Italia: "Si rischia una deflagrazione mondiale", ha avvertito Bonino. Intanto gli ispettori dell'Onu hanno completato la raccolta dei campioni sui siti degli attacchi chimici. Questa mattina hanno lasciato la Siria e a bordo di un convoglio delle Nazioni Unite sono arrivati in Libano.Obama: non ho deciso, valuto azione limitataNel suo intervento Obama è apparso molto determinato: "Non possiamo accettare un mondo in cui donne, bambini e civili innocenti vengano attaccati con il gas". "Non ho ancora deciso" ma "stiamo valutando la possibilità di un'azione limitata e ristretta", ha detto il presidente Usa, sottolineando poi che l'attacco con armi chimiche in Siria è "una sfida al mondo" e minaccia gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Obama ha evidenziato che si tratta di una minaccia anche per gli alleati nella regione come Israele, Turchia e Giordania e ha denunciato "un'incapacità del Consiglio di sicurezza di andare avanti".
Assad responsabile di attacco chimicoPoco prima dell'intervento di Obama, l'amministrazione Usa aveva pubblicato una valutazione dell'intelligence sull'attacco chimico dello scorso 21 agosto nei sobborghi est di Damasco. La relazione ha appurato con "alto livello di certezza" che sarebbe del governo di Bashar Assad la responsabilità dell'attacco con armi chimiche condotto lo scorso 21 agosto a est di Damasco. Secondo le cifre fornite dalla valutazione d'intelligence Usa, il bilancio di quell'attacco sarebbe di 1.429 morti, 426 dei quali bambini e Assad avrebbe usato un gas nervino non identificato.
Kerry: non sarà un nuovo Iraq I documenti sono stati diffusi mentre Kerry cominciava la sua conferenza stampa mirata proprio a riferire a proposito delle informazioni di intelligence. Il capo della diplomazia americana ha assicurato che le indagini sono state fatte "tenendo ben presente l'esperienza dell'Iraq" e che "non ripeteremo quel momento". Il segretario di Stato ha tuonato che gli Stati Uniti sanno precisamente da dove i missili sono stati lanciati e a che ora. Inoltre ha aggiunto che, in una delle comunicazioni intercettate, un alto funzionario del regime siriano ha confermato l'uso di armi chimiche da parte del governo di Bashar Assad e aveva il timore che gli ispettori Onu avrebbero scoperto le prove. Stando alle informazioni citate da Kerry, "per tre giorni prima dell'attacco chimico membri del regime siriano e personale deputato all'uso di armi chimiche sono stati sul terreno per i preparativi" e i membri del regime sul posto sarebbero stati informati di dovere indossare maschere antigas. Sull'uso di armi chimiche in Siria l'Onu non può dire al mondo nulla che gli Stati Uniti non sappiano già e non abbiano già reso pubblico, ha proseguito Kerry. "Crediamo nelle Nazioni unite e abbiamo grande rispetto per le indagini degli ispettori", ha detto, ma "abbiamo bisogno di chiederci quale sia il rischio di non fare niente".
Ispettori Onu arrivati in LibanoGli ispettori delle Nazioni Unite hanno lasciato questa mattina la Siria, al termine della missione per indagare sull'attacco chimico del 21 agosto a est di Damasco. I 13 esperti dell'Onu, guidati da Ake Sellstrom, hanno varcato a bordo di sette veicoli la frontiera con il Libano per raggiungere Beirut. Angela Kane, l'inviata Onu per il disarmo che ha accompagnato gli ispettori in Siria era già partita venerdì per New York e in giornata dovrebbe riferire al segretario generale Ban Ki-moon.
Ban Ki-Moon: due settimane per i risultati dei testPer avere il risultato dei test sui campioni prelevati sul campo dagli ispettori dell'Onu inviati in Siria potrebbero essere necessarie fino a due settimane. Lo ha detto il segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, ai cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Sesta nave da guerra Usa nel MediterraneoUna sesta nave da guerra degli Stati Uniti è operativa da ieri sera nel Mediterraneo orientale, accanto ai cinque cacciatorpediniere americani armati con missili da crociera. Lo rendono noto funzionari della Difesa americana.
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