sabato 31 agosto 2013

Intervista a Pippo Civati: «Su Imu stravince il Pdl, il Pd va a rimorchio»

Domanda d’obbligo per l’onorevole Civati: la cancellazione dell’Imu è una vittoria di Berlusconi o no?
Mi pare proprio di sì. Berlusconi ha stravinto. La questione è stata ben descritta da Letta: «Subito via l’Imu, da gennaio ci sarà la serice tax». Insomma, il ricatto di Berlusconi è stato accettato, nei modi e nei tempi da lui dettati. Quando le priorità erano altre.

liberazione.it | Autore: Frida Nacinovich

Ieri sembravano tutti sodisfatti: lettiani, renziani, falchi, colombe e pitonesse..
Ho trovato sorprendente che tutti i ministri, in batteria, abbiano fatto dichiarazioni trionfali. Zanonato aveva addirittura escluso una qualsiasi altra tassa. L’altra tassa invece c’è, si chiama “service tax”, io l’avrei chiamata “Berlusconi tax”. E ci sono anche da recuperare altri 2 miliardi. Come? Lo scopriremo solo sopravvivendo.
Ci ha pensato il viceministro Fassina, suo collega di partito, a rompere l’idillio dichiarando che «non è stata abolita la tassa sulla prima casa».
Di fatto quest’anno l’Imu non la paga nessuno. Quello di Fassina mi sembra un tentativo di addolcire una pillola che per il centrosinistra è davvero molto aspra.
Non le pare che le larghe intese si stiano via via trasformando in strana maggioranza?
Letta è sostenuto da una maggioranza organica, proprio per questo motivo non ho votato la fiducia al governo. Una maggiorana politica, che di volta in volta si pone determinati obiettivi e li ottiene.

E ora si riparla di legge elettorale..
Ci hanno fatto votare contro la mozione Giachetti sul porcellum, in questo momento sembrano aver cambiato tutti idea. Però testo ancora non c’è.
“Per il bene del paese”, il Pd ha acconsentito alla nascita del governo Letta. Ma davvero i vostri elettori vi vogliono così responsabili?
Il Partito democratico ha acconsentito alla nascita di un governo abominevole. Per prima cosa avremo dovuto archiviare il porcellum. Dopo un anno e mezzo il saggissimo Qiagiarello, i saggissimi Violante e Onida, non hanno ancora prodotto nulla.
Se non fosse stato per quei 101 che hanno affondato la candidatura di Prodi alla presidenza della Repubblica, forse ci troveremmo in tutt’altra situazione.
Oggi Bersani ha rilasciato un’intervista a Repubblica. Va da sé che lo ha fatto nella giornata sbagliata. Quello dell’accordo con Berlusconi sull’Imu non era proprio il giorno giusto per rivendicare l’orgoglio Pd. Detto questo, alle volte, può succedere che da tre righe di un’intervista si capiscano tante cose. Nel suo linguaggio industrialista, Bersani dice «c’è stata una sala macchine, un’alleanza tra chi voleva affossare i candidati alla presidenza della Repubblica e chi voleva affossare me». Una sala macchine? Avevano sempre raccontato che gli ormai famosi 101 si erano mossi in ordine sparso. Invece no. C’era un’organizzazione macchinosa. Bene, vorrei che il congresso del Pd partisse proprio da questa considerazione.
Anche lei è in corsa per la segreteria del Pd. Eppure il congresso democrat sembra un referendum pro o contro Matteo Renzi.
Il Pd si avvia a un congresso di notevole portata, non vorrei che all’ordine del giorno ci fosse solo la questione del leader. Ci dovrebbe essere anche il tema, non trascurabile, della linea politica. Versante sul quale le posizioni di Renzi e Letta non mi sembrano poi così distanti. Anzi i loro programmi si somigliano molto.
Oggi il presidente regionale toscano, Enrico Rossi, dichiara che il governo Letta non si può trasformare in una maggioranza organica. Bisogna andare al voto, ma nel 2015. Fra un anno e mezzo, come ha fatto capire fin dalla sua rielezione Giorgio Napolitano.
Sia Rossi, che Cuperlo, che D’Alema si cimentano nel difficile esercizio di chiedere elezioni subito, ma fra un anno e mezzo. Del resto D’Alema ha già fatto sapere che vuole Renzi candidato premier, Cuperlo segretario e poi si va al voto. Ne parlerò al congresso, se ce lo faranno fare. Al momento non è stata fissata alcuna data.
Difficile preparare un congresso quando il governo Letta rischia di cadere un giorno sì e l’altro pure: prima sull’Imu, poi su Berlusconi…
C’è un detto barese fantastico per fotografare questa situazione: “ancora cade”. Significa che sta cadendo, ma in realtà non cade mai.
C’è chi dice che il Pd non sarebbe così compatto sulla decadenza da senatore del condannato in via definitiva per frode fiscale Silvio Berlusconi. C’è chi vorrebbe qualche mese di tempo per discutere più approfonditamente la questione...
Mi auguro non ci sia nessun tentennamento sulla decadenza di Berlsconi. Sarebbe la fine del mondo.

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