sabato 31 agosto 2013

Il Pd si fa la festa da solo

La Finocchiaro che spiega come «ricostruire la fiducia tra politici e cittadini». Violante che parla di «buona politica». I big che si fanno tutti intervistare da volti televisivi. Le ospitate dei pidiellini Quagliariello e Lupi e del leghista Maroni. Ma non ci saranno né la Fiom né il M5S. Si apre a Genova la kermesse dei democratici.

L'Espresso di Luca Sappino
Da festeggiare non è che ci sia poi molto, tra Imu e decadenza di Berlusconi, dalle parti del Pd, ma la festa nazionale comincia lo stesso. A Genova. «Perché l'Italia vale», è lo slogan di questa edizione, l'ennesima fatica dei creativi democratici. E un lavoro interno, d'altronde perché si dovrebbe spendere in agenzie? Accendi la tv, vedi una pubblicità et voila: «Se può vendere un correttore di rughe, figurarsi il Pd, no?».

Il varo della kermesse lo farà il segretario Epifani in compagnia però del ministro Cecile Kyenge, così l'applauso è assicurato. Le larghe intese non si possono nascondere, quindi è meglio spararsi subito la ministra preferita, devono aver pensato.
Pazienza che dello ius soli non si parli più, neanche come ipotesi, nell'agenda di governo, tutta dettata da Berlusconi, né nel programma della festa del Pd, dove l'incontro sull'immigrazione ha un titolo interlocutorio che storpia una nota battuta: "Si cresce italiani, si diventa cittadini", scrivono. Avrebbe dovuto essere, in origine, "italiani si nasce, cittadini si diventa".
Sarà un rapido saluto, quello di Epifani e Kyenge, perché poi tocca a Enrico Letta. Ma niente comizio, per carità. Per i leader democratici il format ormai è un altro: comode poltroncine su cui farsi intervistare in stile tivù.

Così se il direttore del Tg1 Mario Orfeo intervista il presidente del Consiglio, Enrico Mentana intervisterà (ancora) Matteo Renzi. Prima di approdare alla conduzione di 'Matrix' su Mediaset, Luca Telese dovrà superare l'ultima prova: intervistare Dario Franceschini. Al direttore di Raitre, Andrea Vianello, tocca Walter Veltroni; a Bianca Berlinguer, Massimo D'Alema. Lucia Annunziata chiuderà la festa facendo parlare Guglielmo Epifani.

Le star della tv «vengono gratis», precisano dall'organizzazione: «Per loro è pur sempre una vetrina».

Qualche sorpresa potrebbe forse arrivare da Michele Serra che intervista Pier Luigi Bersani.

Del congresso si parlerà quando saranno riuniti i segretari regionali e provinciali, alla presenza di Enzo Amendola e Davide Zoggia, della segreteria. I candidati però, faranno tutti la loro comparsata. Gianni Pittella parla di Europa e presenta il suo ultimo libro. Gianni Cuperlo godrà della compagnia, e della platea piena, di Sergio Cofferati. Renzi, l'abbiamo detto, ha Mentana. Anche Fabrizio Barca avrà un suo panel, e non sul catoblepismo. Goffredo Bettini presenta "Carte segrete", le sue memorie. E Civati? Lui nel programma non c'è. La polemica è pronta a scoppiare, ma Pippo minimizza: «Non abbiamo trovato la data, ma ci stiamo lavorando». Ma non potevano evitare la scortesia di lasciarlo fuori dal programma? «Il poteva evitare un sacco di cose», scherza Civati.

Non c'è un dibattito sui diritti omosessuali. O meglio, c'è ma non si chiama così. La formula è: «Il valore dei diritti: uguaglianza, responsabilità, sviluppo». Di matrimoni e unioni civili ne parleranno, se vorranno, i relatori, ma soli, perché sul palco, con loro, non ci sarà nessun parlamentare.  

Parleranno anche - probabilmente male, come stanno già facendo - della legge anti omofobia, ma senza avere a tiro il suo promotore, Ivan Scalfarotto, che l'unica uscita alla festa la fa con un dibattito con Luigi Manconi e Mario Staderini dei Radicali. Il tema è importante ("Se c'è un giudice. Privazione della libertà e diritti della persona"), ma non è la sua specialità.

Di dibattiti sulla sicurezza, invece - tanto per chiarire le priorità - se ne fanno ben due. «E' un tema che non va lasciato alla destra», si ripetono da anni i democratici: quindi meglio abbondare. "Il valore della sicurezza", è il titolo di entrambi. Il primo sul "diritto di libertà dei cittadini", con il sindaco di Bari, l'ex pm Michele Emiliano. Il secondo su "terrorismo, cyber security, intelligence economica".

Un manna, insomma, per Marco Minniti, sottosegretario del Governo con delega ai servizi segreti, noto per esser finito nel 2006 nei cablo di Wikileaks perché sostenitore dell'acquisto degli F35. Minniti, che colleziona «modellini di aerei e cimeli Nato», notano gli ambasciatori Usa, potrà discuterne con Ivan Lo Bello, vicepresidente di Confindustria, con Stefano Silvestri, del Cda della Federazione Aziende Italiane per l'Aerospazio, la Difesa e la Sicurezza (Aiad) e della Commissione Trilaterale, e con l'eurodeputato Antonio Panzeri. Una tavola della pace.

Pace e pacificazione, dunque. La festa sarà una buona occasione per ricucire gli strappi e dare una rappresentazione serena della maggioranza. Del governo verrano infatti soprattutto le colombe. Maurizio Lupi, Mario Mauro, Beatrice Lorenzin e Gaetano Quagliariello. A quest'ultimo, peraltro, in compagnia di Anna Finocchiaro, spetterà il seguente compito: "cittadini e istituzioni, un rapporto da ricostruire". Pezzo pezzo, ovviamente. Un po' come i mobili dell'Ikea.

Sparito è invece il centro, un po' come alle elezioni, in effetti. Non c'è traccia di Casini, ma neanche di Scelta Civica, di Monti e dei suoi. Né della sua agenda, a cui Bersani - diceva in campagna elettorale - voleva solo «aggiungere qualcosa».

Con le opposizioni, ovviamente, si parla, come da tradizione democratica. Così a Genova ci sarà Roberto Maroni, che discuterà con Rosy Bindi del "valore delle idee", e poi Nichi Vendola. E i 5 stelle? No, loro no. «Sono bambini», ha detto di recente l'ex bersaniana Alessandra Moretti. Comunque colpa loro, dicono al Pd: «non hanno risposto» all'invito che - assicura Davide Zoggia, della segreteria di Epifani - «è stato fatto formalmente al vicepresidente della Camera Luigi Di Maio».

Né loro, né l'altra 'sinistra varia' ed eventuale comunque troverà spazio negli stand. Rodotà, poi, meglio non farlo avvicinare (potrebbe partire il coro «Ro-do-tà», e sai che casino?). L'anno scorso ci fu grande polemica per l'esclusione di Maurizio Landini e della Fiom. Quest'anno non c'è neanche la polemica. Nulla. Però ci si consola con un dibattito tra Giorgio Squinzi, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni, Luigi Angeletti e Matteo Colaninno. Vuoi mettere?

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