Lunedì dovrebbero essere completate le verifiche della Guardia di finanza sull’assetto societario della Ecofer Ambiente Srl, la società proprietaria della discarica di Falcognana. Ma in queste ore sta prendendo forza un’altra ipotesi: l’esproprio. Lo strumento è contemplato nel decreto, firmato dal ministro dell’Ambiente, Andrea Orlando, quando riassegnò i poteri al commissario per l’emergenza rifiuti, il prefetto Goffredo Sottile. Potrebbe esistere anche una strada ancora più traumatica, quella del sequestro, ma potrebbe essere praticata solo se emergesse che dietro Ecofer vi sono fenomeni di illegalità.
Sulla discarica è invece sceso in campo l’avvocato Manlio Cerroni: rilancia l’ipotesi di Pian dell’Olmo e ribadisce che negli anni Cinquanta l’ipotesi di un impianto nella zona dell’Ardeatina (dove si trova Falcognana) era già stata bocciata.
ilmessaggero.it di Mauro Evangelisti
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Ma ad oggi questo non risulta. Anzi, è giusto chiarirlo: l’Ecofer è una
Srl che non ha mai avuto problemi con la legge, anzi in passato fu anche
oggetto di minacce della malavita. Quindi ad oggi non si può in alcun
modo parlare di connessioni con la malavita organizzata. Il nodo è che
Ecofer cela i proprietari dietro due fiduciarie (lo fa legittimamente) e
una di queste, in passato, è stata citata in alcune inchieste. Se una
volta superato il muro delle fiduciarie risulterà che effettivamente -
come hanno fatto sapere da Ecofer - i reali proprietari sono solo il
bolognese Fiori e il gruppo abruzzese Maio dal punto di vista
giudiziario la storia finirà lì.
L’ITER
Restano le perplessità per un affidamento diretto del servizio di smaltimento dei rifiuti di Roma e la contrarietà di Ecofer, che non vuole aprire l’impianto ai rifiuti della Capitale perché intende proseguire con l’attività di stoccaggio di car fluff (scarti delle autodemolizioni). E di fronte a questo scoglio si è ricominciato a parlare di esproprio. Velocizzerebbe i tempi e potrebbe passare tutta la gestione ad Ama e quindi a un soggetto pubblico. Questa ipotesi è stata prospettata al presidente della Regione, Nicola Zingaretti: lui non l’ha esclusa, anche se ha sottolineato che tutto dipenderà dal prefetto Sottile. In Regione sono convinti che una volta che sarà chiarito dalla Finanza l’assetto societario della Ecofer Srl, se non sorgeranno problemi giudiziari la Falcognana potrà essere utilizzata fin da subito visto che l’impianto è autorizzato a smaltire rifiuti pericolosi. Portarvi i rifiuti già trattati non rappresenterebbe un aggravamento dell’impatto ambientale.
Ieri l’assessore all’Ambiente del Comune, Estella Marino, ha aperto un altro fronte: l’impianto di compostaggio. Ciò che viene raccolto con la differenziata non scompare miracolosamente, servono impianti per il trattamento. A Roma c’è un unico stabilimento per la frazione umida, a Maccarese. Ma è insufficiente, tanto che Roma porta al nord una parte di questo materiale. Il progetto di ampliamento dell’impianto di Maccarese si è arenato. Estella Marino: «Su mia richiesta martedì si riunirà il tavolo tecnico, presieduto da Sottile, per discutere di compostaggio e della carenza di impianti». Sulla discarica è invece sceso in campo l’avvocato Manlio Cerroni: rilancia l’ipotesi di Pian dell’Olmo e ribadisce che negli anni Cinquanta l’ipotesi di un impianto nella zona dell’Ardeatina (dove si trova Falcognana) era già stata bocciata.
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