venerdì 30 agosto 2013

Le motivazioni della sentenza Mediaset L'intero collegio di Cassazione d'accordo: Berlusconi ideatore dell'illecito fiscale


Sono state depositate in Cassazione le motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna a quattro anni per Silvio Berlusconi emessa a Milano nel secondo grado del processo sui diritti tv Mediaset.

rainews24.it
Sono state depositate in Cassazione le motivazioni della sentenza che ha confermato la condanna a quattro anni per Silvio Berlusconi emessa a Milano nel secondo grado del processo sui diritti tv Mediaset.
Silvio Berlusconi fu "ideatore del meccanismo del giro dei diritti che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo", si legge nelle motivazioni della sentenza Mediaset, che
conferma così le impostazioni dei giudici di merito.

I personaggi chiave della vicenda Mediaset sono stati "mantenuti sostanzialmente nelle posizioni cruciali anche dopo la dismissione delle cariche sociali da parte di Berlusconi e in continuativo contatto diretto con lui". Per cui "la mancanza in capo a Berlusconi di poteri gestori e di posizione di garanzia nella società non è dato ostativo al riconoscimento della sua responsabilità", si legge nella sentenza.

La vicenda Mediaset riguarda la compravendita dei diritti televisivi delle reti di Silvio Berlusconi e risale al 2003. Secondo la tesi accusatoria convalidata da piazza Cavour l'ex premier ha intascato fondi neri pari a 280 milioni di euro senza pagare le tasse e commettendo frode nei confronti degli azionisti.
Per i giudici della Cassazione è "inverosimile" l'ipotesi alternativa "che vorrebbe tratteggiare una sorta di colossale truffa ordita per anni ai danni di Berlusconi (proprio in quello che è il suo campo d'azione e nel contesto di un complesso meccanismo da lui stesso strutturato e consolidato) da parte di personaggi da lui scelti e mantenuti, nel corso degli anni, in posizioni strategiche e nei cui confronti non risulta essere mai stata presentata  alcuna denuncia".

A leggere il verdetto fu il giudice Antonio Esposito il primo di agosto: un'intervista rilasciata dallo stesso magistrato al Mattino, nonostante le smentite e le accuse di manipolazione indirizzate alla direzione del giornale, ha suscitato un diluvio di polemiche e l'apertura di un fascicolo nei suoi confronti da parte del Consiglio Superiore della Magistratura.

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