martedì 27 agosto 2013

Imu, le imprese hanno versato 9,3 mld. Le famiglie pagano il 17,6% in più con la Tares

Il passaggio da Ici a Imu ha comportato un maggior prelievo per gli italiani di 14,5 miliardi. Confartigianato denuncia: da inizio 2013 il conto dell'Imu per gli imprenditori è giù salito dell'8,3%. Con la Tares bastonati i negozi di pizza al trancio e le pasticcerie: rincari fino al 300%.


Secondo l'Associazione degli artigiani, nel corso del 2012 gli imprenditori italiani hanno pagato 9,3 miliardi di balzello sugli immobili produttivi. Hanno così contribuito per il 39,1% al gettito complessiva da 23,7 miliardi generato dalla tassa sulla casa l'anno scorso. Dall'abitazione principale è stato raccolto il 17% del gettito totale. Confartigianato aggiunge che dal gennaio scorso l'imposta municipale sui capannoni è ancora più costosa, in seguito all'aumento automatico "da 60 a 65 del moltiplicatore da applicare alle rendite catastali per gli immobili produttivi" scattato a inizio 2013. Il prelievo dell'Imu è così salito dell'8,3%, "491,2 milioni di euro di maggiori tasse per le aziende italiane".

Passando alla Tares, "l'applicazione del nuovo tributo su rifiuti e servizi provocherà un aumento medio di 26 euro per abitante", il 17,6% in più rispetto a quanto avviene con le tradizionali Tarsu e Tia. "I rincari della Tares", spiega Confartigianato, "andrebbero a sommarsi ai continui aumenti registrati in questi anni dalle tariffe dei rifiuti: tra marzo 2012 e quello scorso sono cresciute del 4,9%". Considerando il periodo della crisi, cioè dal 2008, l'aumento è in doppia cifra: +22,1%, che diventa +56,6% negli ultimi dieci anni. Se si guarda all'Eurozona, secondo le stime degli artigiani le tariffe dei rifiuti sono aumentate dell'11,5% negli anni della crisi e del 32,2% negli ultimi dieci anni, a un ritmo cioè ben inferiore rispetto all'Italia.

Tabelle. La stima dell'incremento pro capite dovuto alla nuova Tares, per Regione

Confartigianato specifica che in alcuni casi la nuova Tares sarebbe un vero e proprio salasso. Il nuovo tributo si differenzia infatti in base ad alcune variabili, che vanno dal regime precedente del Comune alle singole dileberazioni delle giunte, poi considerano il settore di attività e la relativa "producibilità di rifiuti". Nel caso degli artigiani "della pizza al taglio operanti in piccoli comuni", con il passaggio dalla Tarsu alla Tares "subirebbero rincari del 301,1%". Bastonati anche i pasticceri (+181,7%) e i piccoli produttori di pane e pasta (+93,6%). Per il presidente Giorgio Merletti "gli imprenditori non possono sopportare ulteriori aumenti di pressione fiscale, né l'incertezza su tempi e modalità di applicazione dei tributi".
(27 agosto 2013)

Nessun commento:

Posta un commento