Il Pdl grida al teorema e attacca le toghe; ma nelle motivazioni ci sono tra le altre prove l'email che svelò lo "shell game", la lettera confessione di Agrama e le dichiarazioni di molti testimoni che hanno permesso ai magistrati di primo e secondo grado di condannare e ai giudici di legittimità di confermare.
Tutti a puntare il dito contro i giudici che sarebbero entrati nel
merito invece che decidere soltanto sulla legittimità e che avrebbero
costruito il solito “teorema” .
Ma i giudici della Cassazione, Amedeo Franco Claudio D’Isa Ercole Aprile Giuseppe De Marzo e il presidente Antonio Esposito,
ancora prima di ricostruire la vicenda e nelle prime 84 delle 208
pagine delle motivazioni, rigettano uno per uno i motivi d’appello delle
difese degli imputati ritenendoli per lo più “manifestamente infondati”
e solo dopo averli analizzati alla luce della giurisprudenza di
legittimità. Quindi i giudici, riprendendo le motivazioni di primo e
secondo grado considerate logiche e privi di vizi, riportano in alcuni
casi integralmente i verbali di testimoni e le prove documentali acquisite
nei due gradi precedenti. E così che i giudici hanno potuto superare il
ragionevole dubbio e hanno avuto la certezza che il leader del Pdl,
l’ex presidente del Consiglio fu “ideatore”, “dominus” e “beneficiario”
del sistema che ha permesso una frode da 17,5 miliardi di lire nel
2000; 6,6 milioni di euro nel 2001; 4,9 nel 2002 e 2.9 nel 2003.L’email che svelò lo “shell game” per evadere le tasse. Tra le prove documentali c’è l’email interna del 12 dicembre 1994 del contabile (Douglas Schwalbe) al presidente della distribuzione internazionale della Fox (Mark Kaner) che – facendo riferimento ad un colloquio avuto con l’addetto all’ufficio acquisti prima di Rete Italia e poi di Mediaset, tale Pugnetti – descrive il meccanismo delle società facenti capo a Berlusconi: “Mi sono incontrato con Guido Pugnetti venerdì, lui mi ha spiegato che Carlo Bernasconi (uomo di fiducia di Berlusconi, dirigente che gestiva i diritti, ndr) stava ancora pensando a cosa fare per i contratti della Fox che avrebbe voluto in contrarsi con noi a Los Angeles la settimana prima del NATPE. Gli ho detto che andava bene. Quando gli ho fatto pressioni per il milione di dollari che mi doveva da 90 giorni mi ha spiegato quanto segue con la speranza che il tutto rimanesse tra me e lui. In due parole l’impero di Berlusconi funziona come un elaborato “shell game“. “E’ un gioco che consiste nel prendere tre gusci di noci vuoti e nascondere sotto uno di essi il nocciolo di una ciliegia. Chi gioca deve indovinare dove il nocciolo è stato nascosto”- con la finalità di evadere le tasse italiane“. La Principal, con sede a Lugano, compra licenze dei prodotti dagli Studios e successivamente li vende a Reteitalia. Se la Principal compra Mrs Doubtfire per 2 milioni di dollari, poi Canale 5 potrebbe acquistare la licenza per questo film (per fare un esempio) per 3 milioni di dollari. Questi 3 milioni di dollari in realtà rappresentano le vendite di Publitalia agli inserzionisti pubblicitari ed è essenzialmente un trasferimento perché non si vuole che Reteitalia faccia utili (o faccia figurare utili). I profitti vengono tenuti in Svizzera (come sappiamo le banche svizzere proteggono la privacy dei loro clienti). “La Principal poi ci paga con il ricavato degli spazi pubblicitari venduti da Publitalia. Tutto ciò funziona bene fino a che gli inserzionisti continuano a pagare Publitalia. Questo al momento non sta accadendo, perciò non ci sono soldi che vanno a Principal attraverso Reteitalia. In questo senso Daniele (Lorenzano, ndr) e Guido sono solo intermediari: Guido per esempio non ha idea di quanti soldi ci siano nella Principal e se loro sono realmente in grado di pagare o se stanno trattenendo il danaro. A rendere le cose peggiori al momento è arrivato il decreto del Governo italiano che dice che Berlusconi stesso deve disfarsi delle sue finanziarie e rendere pubblica la sua società. Stanno pianificando un ‘offerta pubblica per una società chiamata “BIG TV’ che includerebbe solamente le società televisive di Berlusconi (sono esclusi quindi la Mondadori ed i supermercati). Come si può capire, quindi, il grande problema è che i beni della società (prodotti di cui possiede le licenze) ed i profitti non sono proprio parte delle reti televisive italiane che sono state ideate per perdere soldi. Le reti televisive sono quindi poco appetibili per gli investitori. Anche se mi rendo conto che nulla di ciò ci è di aiuto penso che ci fornisca delle v informazioni utili. Ti prego di tenere per te queste informazioni visto che mi sono state comunicate in modo confidenziale. Nel frattempo continueremo a fare pressioni per il pagamento ed aspetteremo di parlare con il signor Bernasconi a gennaio, a Los Angeles, infine, senza in realtà dire nulla, Guido ha confermato che dovremmo smettere di concedere licenza per i prodotti di Telecinco fino a che non diventerà chiara la struttura della nuova proprietà visto che tutte le future licenze non saranno in alcun modo collegate alla Principal”.
La lettera-confessione di Frank Agrama. Un’altra prova documentale è quella che i giudici considerano la lettera-confessione dei Frank Agrama, “socio occulto” di Berlusconi per l’accusa. In una lettera del 29 ottobre 2003, diretta all’avvocato Aldo Bonomo, all’epoca Presidente di Fininvest e ad Alfredo Messina, direttore di Finlnvest, Agrama dichiara di aver lavorato per le società del gruppo fin dal 1976 in qualità di loro rappresentante, precisando che Fininvest non spende un centesimo di più acquistando per il suo tramite e specificando, al riguardo, che i corrispettivi per le concessioni vengono trattati e concordati tra gli incaricati di Fininvest e gli Studios. “Dal 1976 anno in cui ebbe inizio la collaborazione con le Vostre società, ci adoperiamo in qualità di Vostri rappresentanti facilitandovi nell’acquisto di film per tutte le Vostre emittenti (Canale 5, Rete 4 e Italia I in Italia, Telecinco in Spagna e per un certo periodo La Cinq in Francia). Abbiamo sempre collaborato con il Dott. Silvio direttamente e anche con il compianto Sig. Carlo BERNASCONI. Nel corso di precedenti incontri con Voi avevamo richiesto la sottoscrizione di un contratto con il quale le Vostre emittenti si impegnassero ad acquistare da noi programmi per un minimo di USD 40.000.000 l’anno; come noto, le Vostre società acquistano programmi per oltre USO 400.000,000 l’anno. Ci fu promesso che, anche senza un contratto scritto, la Vostra organizzazione avrebbe mantenuto la parola. Adesso però gli attuali responsabili si dicono all’oscuro del nostro rapporto e di quanto è stato da noi reso possibile per Vostro conto e non tengono fede al nostro accordo. La Vostra società non spende un centesimo di più acquistando per nostro tramite: infatti tutti i corrispettivi per le concessioni vengono trattati e concordati tra i Vostri Incaricati e gli Studios … .Di fatto, la nostra funzione nei Vostri confronti è quella di agente negli U.S. A., senza alcun costo aggiuntivo per l’acquirente europeo in quarto i nostri servizi sono retribuiti dagli Studios americani … La Vostra società non sta tenendo fede al nostro accordo infatti nel 2003 il totale dei contratti sottoscritti è stato SOLO di USO 14.000.000, anziché USO 40.000.000. Vorremmo suggerire che l’accordo venga messo per iscritto, esponendo i fatti in modo chiaro, così da non dover costantemente tornare sull’argomento esprimendo rimostranze e spiegando l’accordo, con conseguenti perdite di tempo per i Vostri responsabili”.
Ci sono poi le testimonianze come tutti i personaggi chiave - Bernasconi Lorenzano e Agrama – fossero in diretto contatto con Berlusconi e che dimostrano che il leader del Pdl non è stato condannato perché non poteva non sapere ma perché era “dominus” di tutto il meccanismo, anche dopo la sua discesa in campo: Franco Tatò (amministratore delegato Fininvest 1993-1994), Silvia Cavanna (addetta alla gestione contratti), Gordon Bruce (presidente distribuzione internazionale della Paramount), William Saunders della Fox. Alcune tra le tante.
Ecco cosa racconta Tatò che ai giudici spiega di aver avuto una conoscenza solo indiretta dell’area diritti, pur trattandosi di un’area molto rilevante in quanto la responsabilità era di Bernasconi. Un’area quasi imprenetrabile anche per lui che aveva una posizione di vertice: “… Ognuno dei vertici delle operative aveva un rapporto diretto con Berlusconi il quale, in definitiva, aveva l’ultima parola su tutte le questioni di certa rilevanza. Non c’era la presenza fisica del dr. Berlusconi, era diventata una cosa occasionale, non era più una cosa regolare… ma si sapeva era raggiungibile tutti i giorni ad Arcore”.
Silvia Cavanna aveva spiegato che Bernasconi “rispondeva solo a Berlusconi, a cui riferiva andando in via Rovani, a Milano, o ad Arcore. Ed era quando tornava da tali riunioni che le diceva” di caricare i prezzi. Anche dopo la quotazione in Borsa di Mediaset, nel 1996, Bernasconi si occupava dei diritti e continuava ad andare dal Cavaliere. Nei primi anni ’90 Berlusconi trattava personalmente con gli uomini delle Majors e “Lorenzano era sempre al suo fianco…. era più l’uomo da assalto che andava a trattare … Bernasconi era più sulle condizioni di pagamento .. sulla parte amministrativa ma di dilazione di pagamenti “. E “quando Lorenzano in Italia” rientrava “veniva in ufficio e poi andava ad Arcore, sempre”. E a dimostrazione che i prezzi venivano gonfiati la Cavanna dichiara che i diritti che venivano da Agrama “erano il doppio, ci venivano fatturati al doppio delle altre società, dei costi che venivano fatturati dalle altre società”.
Gordon Bruce ricorda perfettamente il ruolo del Cavaliere nella negoziazione e di quanto fosse vicino ad Agrama: ”Negoziavo i prezzi indifferentemente con il signor Lorenzano o con il signor Agrama, Quest’ultimo, prima di accettare, ne parlava sempre con il signor Berlusconi. Non so se il Sig Lorenzano consultava il signor Berlusconi prima di accettare però era lui a dire se gradiva o no il package”. Del produttore socio occulto aveva spiegato: “Ha sempre detto che era il suo migliore amico, che poteva chiamarlo senza problemi. Ha detto che aveva chiamato il signor Berlusconi per congratularsi con lui quando fu nominato Presidente del Consiglio… Preciso che il signor Agrama ci diceva che continuava a riferire al signor Silvio Berlusconi sulle negoziazioni per l’acquisto dei film anche dopo la sua nomina alla Presidenza del Consiglio… Diceva che il Sig. Silvio Berlusconi era impegnato per giustificare il suo ritardo nel fornirci una risposta nell’ambito di queste negoziazioni”.
William Saunders aveva raccontato anche il suo incontro con Berlusconi in persona: ”È al MIP di Cannes (uno dei mercati più importanti, ndr) che ho incontrato il sig. Berlusconi. Voleva comprare dei film, serie … il sig. Berlusconi voleva soprattutto fare concorrenza alla RAI ed era quindi un acquirente molto ‘aggressivo’”. Il dirigente Fox aveva spiegato che era il Cavaliere a negoziare, che poi era subentrato Bernasconi (“Per me era il braccio destro del sig. Berlusconi”) e infine Lorenzano “… un compratore per conto di Berlusconi Silvio. Ho trattato con Lorenzano però è un’altra persona che ha firmato i contratti per conto del sig. Berlusconi … Conosco Alfredo Cuomo (produttore romano deceduto) lavorava per il sig. Berlusconi; si recava a Los Angeles, visionava i prodotti, negoziava con me; tornava da Berlusconi per ottenere approvazione; era quindi molto vicino a Berlusconi”.
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