sabato 10 agosto 2013

Lazio. Il Tar: un insegnante di sostegno per ogni alunno disabile

I giudici danno ragione ai genitori. Si parte a settembre, assistenza per tutto il ciclo elementare.

repubblica.it
Secondo i giudici di via Flaminia, infatti, "la situazione di handicap grave è connotata dalla persistenza nel tempo degli effetti della patologia, nella migliore delle ipotesi suscettibili di una lenta e non totale guarigione. Il carattere perdurevole dell’handicap riconosciuto non può quindi non riguardare gli anni scolastici successivi a quello in corso".

Insomma, un successo su tutti i fronti per l’avvocato Marco Tavernese, che dall’inizio del 2013 ha rappresentato oltre 500 coppie di genitori di bambini disabili davanti alla giustizia amministrativa: "Questa sentenza segna un punto di svolta — afferma il legale — perché, fino a questa pronuncia, i ricorrenti erano costretti a tornare in tribunale ogni anno per vedere riconosciuti i diritti dei loro figli".

E dopo l’ennesimo ricorso di gruppo accolto dai magistrati amministrativi, qualcosa si sta
muovendo anche negli uffici del ministero dell’Istruzione e dell’ufficio scolastico regionale: "Si tratta di una vittoria storica — spiega Domenico Montuoro del coordinamento delle scuole elementari romane — anche perché al Miur si sono accorti che le spese legali sono diventate insostenibili. Dopo aver perso diversi ricorsi, è partita la richiesta alle scuole di Roma e provincia per avere la documentazione di tutti i bambini con disabilità gravi. Secondo le stime ufficiali, per il prossimo anno dovrebbero essere 1.047 gli insegnanti di sostegno in più rispetto al 2012/13".

Soddisfatta dalla sentenza anche Stefania Stellino, presidente dell’Angsa Lazio (Associazione nazionale genitori soggetti autistici) e, suo malgrado, finita al centro di un delicato caso di cronaca. È la mamma di uno dei bambini che sarebbero stati vessati da un’insegnante della scuola San Romano al Tiburtino. "Ottima la vittoria al Tar, ma — avverte — il sostegno scolastico deve avere anche continuità interna. In un anno un bambino autistico non può cambiare fino a 11 volte la sua figura di riferimento".

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