Rivoluzione civile in Italia e in Europa. Perché il fiscal compact si batte in Italia, ma soprattutto in Europa con quelle forze della sinistra che hanno fatto una scelta chiara. E fra queste c’è sicuramente il Front De Gauche, con Jean Luc Melenchon, oggi pomeriggio al Capranica insieme ad Antonio Ingroia e Paolo Ferrero. Un passaggio quasi obbligato, quindi, per chi alla dittatura del pareggio di bilancio vuole metterci una bella zeppa e no far finta che non esiste.
E’ proprio qui, in questo cinema, che Rivoluzione Civile ha ricevuto il battesimo dell’”Io ci sto”. E’ proprio questo il primo posto che l’ex pm ha calcato al suo arrivo dal Guatemala. E da qui riparte il suo cammino “internazionalista”.
“Abbiamo bisogno di guardare all’Europa e al mondo”, dice Ingroia che nel suo discorso definisce “Rivoluzione civile” un movimento. Un movimento che ha l’ambizione di “vincere” e che costringerà il centrosinistra a riflettere sulla sua scelta nel campo neoliberista. Intanto, però, a quel centrosinistra, l’ex pm porta via un po’ di forza accogliendo sotto la sua sigla un gruppo di dissidenti, tra cui Alfonso Gianni, che hanno lasciato definitivamente Sel.
“E’ significativo – dice Ingroia – che l’abbiano fatto dopo la formazione delle liste e non prima”. “Rc, quindi – conclude – va sempre più somigliando a un movimento perdendo via via quell’identità di sommatoria di sigle”. Del resto, di sommatorie non ha certo bisogno la sinistra europea che, come sottolinea Fabio Amato, responsabile Esteri del Prc, nella sua introduzione, ricordando le parole di Enrico Berlinguer, non vuole “rinunziare alla lotta per cambiare quello che non va”.
Una forte carica ideale che i quattrocento intervenuti al comizio dei tre esponenti politici colgono tutta nelle parole di Melenchon. Il leader del FdG, che “parla in francese e gesticola come un italiano” non esita a definire il campo neoliberista europeo e mondiale come un “gruppo di matti”. Gente che sta perpetrando disastri inenarrabili, che ha dato mille miliardi alle banche e non un euro alle persone, che ha abbassato l’aspettativa di vita in Grecia e che si appresta ad affrontare la crisi riproducendone i presupposti e consegnando il pianeta al collasso ecologico. “Non ubbidiremo mai”, dice Melenchon. Anche se la determinazione dei francesi è totale, rimane il nodo politico sulla strategia da seguire.
Grecia, Francia e Spagna stanno lì a dire che il mostro non è intoccabile. E su questo Melenchon chiede un surplus di impegno proprio alla sinistra italiana. Melenchon vuole vedere “le bandiere rosse in piazza”. In questa fase il Bel Paese può vincere la sfida portando il suo "voto utile" alla causa dell'altra Europa, quella che ha scelto di non stare con "i matti" e con gli irresponsabili.
“I potenti sono riusciti a demolire ogni vincolo per loro e tutti i diritti per le classi sfruttate”, dice Paolo Ferrero, “ora Rivoluzione civile deve fare il percorso contrario”. Nell’immediato vuol dire che “occorre risvegliare la speranza”. Perché il cambiamento ha innanzitutto bisogno di questo e non di grandi teorie palingenetiche. Uno schema che approda all’oggi disegnando l’obiettivo di una grande affermazione che non si ferma al risultato elettorale.
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sabato 2 febbraio 2013
Rivoluzione civile in Europa contro il fiscal compact con Mélenchon e la Sinistra europea
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