venerdì 1 febbraio 2013

Droga, il consumo di gruppo non è reato. La Cassazione interviene sulla Fini-Giovanardi


 

La Corte ha stabilito che è "penalmente irrilevante la duplice ipotesi di mandato all'acquisto e di acquisto comune". L'avvocato generale aveva chiesto un'interpretazione più severa della norma.

ROMA - E' "penalmente irrilevante" il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti sia nell'ipotesi di "mandato all'acquisto" sia in quella del "acquisto comune". Lo ha deciso la Corte di Cassazione, a sezione unite penali, rigettando il ricorso della parte civile contro una sentenza del giudice per le indagini preliminari di Avellino, che il 28 giugno 2011, aveva dichiarato il non luogo a procedere nei confronti di un uomo "perché il fatto non sussiste". I giudici hanno così risolto un conflitto che riguardava la legge Fini-Giovanardi del 2006. Se la Cassazione, in passato, aveva sempre ritenuto penalmente irrilevante l'uso di gruppo, c'erano invece state recentemente decisioni più severe secondo le quali si è invece in presenza di un reato.
Con la pronuncia di oggi, la Suprema Corte ha ritenuto di dar credito all'interpretazione già adottata in passato. L'avvocato generale di Cassazione, Massimo Fedeli, si era espresso, nella sua requisitoria, a favore di una lettura più severa della norma. La questione esaminata dalle sezioni unite penali è la seguente: "Se a seguito della novella introdotta dalla legge n.49 del 2006, il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti sia o meno penalmente rilevante, nella duplice ipotesi di mandato all'acquisto o dell'acquisto comune". La soluzione adottata dai magistrati, presieduti dal primo presidente Ernesto Lupo, nella pubblica udienza di oggi, è che il consumo di gruppo sia "penalmente irrilevante in
entrambe le ipotesi". Per le motivazioni della sentenza si dovrà attendere almeno un mese.

 A rimettere gli atti alle sezioni unite era stata la quarta sezione penale, nello scorso novembre. Il caso in esame era quello di un uomo finito sotto inchiesta per spaccio e per il reato di 'morte come conseguenza di altro delitto', a seguito del decesso di una persona che aveva acquistato e assunto con lui eroina. Il gup di Avellino lo aveva però prosciolto "perché il fatto non sussiste". Questa decisione era stata impugnata dalla parte civile in Cassazione, proprio sulla base delle modifiche sull'uso personale di droga introdotte con la legge Fini-Giovanardi.

"Nessuna sorpresa". Commenta così la sentenza il senatore Carlo Giovanardi. "Il consumo di droga in gruppo non è reato se non c'è la cessione", dice il senatore del Pdl. "In Italia il consumo di droga è depenalizzato da molto tempo. Quindi, se alcune persone si trovano a cena e ognuno consuma la sua droga non è reato. Se invece uno vende la droga agli altri c'è una cessione, e quindi spaccio. E lo spaccio è reato".

Interviene sul verdetto della Suprema Corte anche Rifondazione comunista. "Bene la Cassazione che ha detto che non è reato il consumo di gruppo di sostanze stupefacenti, la legge Fini-Giovanardi va abolita: la criminalizzazione dei consumatori è una strategia totalmente inefficace e che non risolve il problema della grande criminalità che controlla il mercato illegale delle droghe", afferma il segretario del Prc Paolo Ferrero.

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