Sul tavolo della Confconsumatori già cinquecento richieste pronte a partire
ilmessaggero.it VITERBO
- Acqua all’arsenico: è in arrivo una valanga di ricorsi dopo la
sentenza del Giudice di Pace di Civita Castellana che ha condannato la
Talete a rimborsare il canone dell’acqua, poiché non è potabile. Ma la
società che ha in gestione il servizio idrico frena. «Prendiamo atto
della sentenza, e stiamo valutando di fare appello - dice il presidente
Marco Fedele - poiché occorre evidenziare che contrasta con una
precedente sentenza del Giudice di Pace di Ronciglione e con un’altra
del Tar Lazio. La sentenza di Civita ha solo stabilito un indennizzo
forfettario di cinquanta euro per il periodo contestato».
Le associazioni dei consumatori vanno avanti ancora più convinte: «Sulle
nostre scrivanie - annuncia Antonio Nobili, presidente della
Confconsumatori di Viterbo - sono pronte 500 domande. Stiamo ricevendo
richieste da tutta la provincia per istruirne altre. Il Giudice di Pace
civitonico ha confermato la nostra tesi, che è quella che in assenza di
potabilità le somme da pagare vanno riviste così come le tariffe
maggiorate per i consumi».
Positivo anche il commento del Comitato Acqua Potabile: «È stato
confermato il diritto all’acqua potabile a coronamento della grande
iniziativa che cittadini singoli e associazioni hanno preteso con forza e
determinazionei». Intanto, un altro punto di erogazione gratuito di
acqua potabile sarà installata nelle vicinanze della scuola elementare
di San Lorenzo Nuovo. Lo ha annunciato il sindaco, Anna Maria Zannoni.
Ma per i Verdi non servono fontanelle: «Va erogata l’acqua da bere dai
rubinetti. Questa vicenda è assurda», dichiara Nando Bonessio di
Rivoluzione Civile.
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