domenica 19 agosto 2018

Libro. Paolo Crepet: l'amore dopo i 50 anni, scelta di "coraggio" e dignità.

In una lunga conversazione il noto psichiatra, sociologo e scrittore sviscera il tema dell'amore a 50, 55, 60 o più anni. Innamoramenti maturi, "coraggiosi" a suo dire, per certi aspetti più complessi ma anche più completi delle relazioni intessute a 30 o 40 perché ci sorprendono in una fase della vita in cui conosciamo profondamente noi stessi.
Paolo Crepet: l'amore dopo i 50 anni, scelta di coraggio e dignitàInnamorarsi a 50 anni: accade e basta. Possiamo chiederci quale sia la molla che ci lascia abbandonare a un'emozione così forte quando se ne è persa traccia, e quali le paure o i dubbi che possano nascere, quando si decide di seguire il cuore quando non si è più “ragazzi”. Per dare risposta a questi e altri pensieri abbiamo interpellato in veste di life coach il noto psichiatra, sociologo e scrittore Paolo Crepet, in libreria con un nuovo libro dedicato a "Il coraggio" (Mondadori, 18,50 euro).

“Ci vuole coraggio ad amare, quando si è oltre i 50 anni, perché a 20... beh, si fa presto. Ci si innamora senza data di scadenza, non stai lì a contare quanto dura. Cambiano i parametri, anche, si fanno meno fisici e più mentali e in generale 50/60 anni corrispondono a circa una ventina/trentina di anni di storie d'amore che evidentemente sono andate male.
Quindi si arriva a una nuova relazione con un cimitero di amori alle spalle.
Per questo ci vuole tanto coraggio nel rimettersi in gioco, e l'amore proprio questo prevede. Sempre che si parli di una relazione seria, diversa da un 'piacevole weekend assieme'".


Di cosa è fatto questo coraggio?
“Della volontà e della capacità di mettersi in gioco per cambiare una vita che è più complicata di venti anni fa, per il lavoro, le consuetudini, gli amici, la famiglia. I figli, cui si deve spiegare che c'è una persona nella propria vita cui vogliamo dare spazio e attenzioni. A questa età una delle difficoltà più sentite - stando a quello che le persone mi raccontano in studio - è dover decidere chi dei due partner debba cambiare città, qualora si viva lontani. Questo complica non poco le cose perché siamo tutti profondamente radicati ovunque siamo, a 50 o 60 anni. Non si tratta di difficoltà insormontabili, certo, ma di tante piccole cose che richiedono piccole dosi di coraggio".

Come spiegare alla propria famiglia che si ha voglia di vivere una nuova storia d'amore?
“Con la verità. Dicendo cosa vi rende felici: 'Voglio bene a questa persona e mi piacerebbe condividere più cose con lei'. Poi certo, molto dipende dall'età dei figli che in media dovrebbero essere alla fine dell'infanzia o agli inizi dell'adolescenza. E questo non esaurisce i problemi, anzi nella mia esperienza di psichiatra succede spesso che un ragazzo o ragazza di 16/17 anni non abbia nessuna intenzione di cambiare la propria vita. E una new entry di questo tipo la vita la cambia molto perché non hai più mamma o papà tutto per te, ti trovi a dover condividere le vacanze con un signore che non conosci e che magari ti sta pure antipatico. Insomma, non è semplice gestire una relazione di amore che si vuole duratura quando si hanno dei figli, ma la cosa positiva è che proprio per questo si sceglie di amare con più convinzione”.

Cosa vuol dire amare in maniera 'matura'?
“Vuol dire mettere in mezzo una cosa chiamata cultura, non intesa meramente come libri che leggi o spettacoli teatrali che vai a vedere ma come un bagaglio di vita, di esperienze e di pensieri che ti sei costruito negli anni. Un pensiero critico che a 20 non hai (anche se spesso pensi di averlo), una visione delle cose della politica, del sociale, del Paese, che si è radicalizzata, magari cambiando più volte. A 20 anni si è radicali, ma in fondo anche più malleabili e magari il partner più grande riesce a plasmare il pensiero dell'altro, mentre a 50 anni si è alla pari, e lo scontro è difficile. Ma qui parliamo di amore, e quindi la relazione ha già subìto le sue prime 'verifiche' in questo senso, si è capito che si vedono le cose alla stessa maniera e questo rende forti. E l'amore molto più ricco. Non si tratta solo di un'unione corporale e di attrazione fisica ma anche di sentirsi parte di un mondo simile”.

"Oggi sappiamo cosa è la libertà. E anche quanto costa"
In questo momento storico sembra che innamorarsi a 50/60/70 anni accada spesso. Colpa della crescita di divorzi e separazioni, o accade qualcosa di diverso?
“Accade perché abbiamo capito cosa è la vita. Che include il dolore naturalmente, ma anche molte opportunità in più per una cinquantenne di quante ne avesse avute sua madre alla sua età. Siamo più consapevoli, le donne sono più consapevoli. Le madri di una volta buttavano giù qualche rospo e non nutrivano verso il rapporto di coppia grandissime aspettative; ora siamo più ricchi, sappiamo di più cosa è la libertà. E anche quanto costa. Soprattutto, le donne oggi non sono più disposte a mercanteggiare su un tema fondamentale che si chiama dignità. Le generazioni che ci hanno preceduto purtroppo hanno nascosto questo concetto sotto il tappeto; tanti di noi oggi sono qui solo grazie alla loro capacità di tener botta di fronte al dolore, al tradimento, alle difficoltà. Oggi ci si mette poco a dire 'arrivederci e grazie' e non sempre è un bene, ma divena una conquista quando ha a che fare con la dignità di una persona, che non deve essere mai calpestata.
Semplicemente, rispetto al passato, non ci si nasconde più?
“Oggi ci si rinnamora più spesso perché sono più numerosi i single cinquantenni rispetto a 20 anni fa. Ma anche perché quando capitava, negli anni '70, che noi maschietti incappassimo in una relazione extraconiugale, il fatto veniva letto come una debolezza o peggio un vizietto più o meno legittimato dal fatto di essere molto comune. Oggi ci si sceglie con consapevolezza, per amore e non per convenienza. Le donne sono indipendenti e il salario a fine mese le libera dal peso di dover sopportare di vedere calpestata la propria dignità per necessità economiche”.

"Le donne non sono più disposte a mercanteggiare su un tema fondamentale che si chiama dignità"

Come viene vissuta la sessualità in un rapporto che nasce a questa età?
“Quando avevo 20 anni io la palestra era un luogo solo per i pugili, oggi siamo tutti mediamente attenti all'alimentazione, al mantenerci in forma, al benessere del corpo. Ho amiche coetanee che al mattino fanno 30 vasche di nuoto alle 6 di mattina... se potessi raccontarlo a mia mamma, che non c'è più, direbbe 'sono matte'. Oggi le donne a 50 anni assomigliano molto più alle loro figlie che alle loro madri. E tutto questo ricade sulla sessualità, perché la seduzione è bellezza e anche forza, energia. Anche gli uomini hanno guadagnato molto. Una volta a 60 l'uomo era 'un vecchio', un nonno che faceva vita da nonno. Ora siamo uomini pieni di energie anche mentali che ci muovono alla ricerca di una relazione. La mia generazione ha praticato spesso il sesso come rapina, un'esperienza che per molte donne portava ferite, scontentezza, ma la liberazione sessuale ormai ha 40 anni, e il sesso è un venirsi incontro; il coraggio di esprime voglia, gusti e desideri".

"Una buona parte di noi sceglie finalmente per amore e non per convenienza"

E quando di anni se ne hanno 60, e più?
“Alle donne è stata consegnata una verità rivoluzionaria: esiste una sessualità dopo la menopausa. Quando ero bambino c'erano 'casi' di uomini come Charlie Chaplin che facevano figli a 90 anni, mentre le donne dopo i 55 venivano già considerate fuori gioco. La cosa si è fatta più equilibrata: le signore a 60 anni possono sentirsi libere di vivere una vita sessuale da single serene e senza paranoie, e l'uomo lo sa. Quindi si è alla pari anche sul sesso e questa è una gran bella cosa. Avere donne attive, belle e consapevoli, libere di esprimere se stesse è un'arricchimento per la comunità”.

Cosa accade quando uno (o entrambi) i partner sono vedovi, o hanno subìto una perdita grande?
“Amore vuol dire complicità, quindi è una terapia. Se non ti senti capito dal partner nei tuoi lutti e nel momento di una perdita la vostra è una relazione senza senso. È troppo facile intendersi quando si tratta di decidere dove andare in vacanza, confrontarsi sul dolore è un'altra cosa. La vedovanza è un elemento di complicazione, ma come lo è per esempio l'allontanamento di un figlio. Ho visto tante donne di una certa età separate, abbandonate dal figlio che decide di seguire il padre. Questi sono dolori molto profondi e l'amore ha senso se ha la capacità di farti sentire forte – o meno sola - di fronte a questo inventario di casi dolorosi”.

E di fronte alla malattia?
“Purtroppo molti uomini scappano quando la loro compagna ha seri problemi di salute. Di fronte a queste cose viene fuori il peggio di noi, l'egoismo e la vigliaccheria. L'amore vero rimane, nel dolore. Capita anche a un certo punto della vita di trovarsi con un padre o una madre anziano che sta male, e questo ha un forte impatto sulla tua quotidianità e su quella del tuo partner; in queste situazioni chiediti: il mio partner è mio complice?" A 20 la vita è complicata ma a 50 ben di più e quindi anche l'amore è più... robusto; come diceva Ernest Hemingway 'mi sono fratturato tante ossa ma proprio lì sono diventato più forte'.

"Allungare i tempi della maturità significa avere più pazienza con se stessi per 'aspettarsi'"
“Una volta - continua Crepet - pensavamo che tutto quel che c'era da fare andava fatto entro i primi 35/40 anni, ora sappiamo che è una straordinaria idiozia e perciò assegniamo un diverso tempo alla valutazione di noi stessi. Ho conosciuto donne che a 20, 30 anni avano una scarsissima autostima e un ventennio dopo erano profondamente consapevoli, forti e sicure. Una donna matura è bella perché è sicura; ha capito che può riuscire bene nel suo lavoro, che magari un sogno può diventare realizzabile o al contrario essere reso meno utopico, ha fatto alcune delle cose che le piacevano, è stata più o meno felice ma in ogni caso ha avuto uomini che l'hanno amata. A 20 anni se il fidanzato ti lascia sei a terra, con l'età capisci invece che se pure il grande amore è finito, comunque l'hai vissuto ed è stato bello. E magari più di uno. Sono sentimenti che gratificano. Allungare i tempi della maturità significa avere più pazienza con se stessi per “aspettarsi”

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